Eternal Darkness: Sanity’s Requiem – Recensione Eternal Darkness: Sanity’s Requiem
Cupa è l’atmosfera che aleggia in casa Roivas, ma non è la prima volta che il terrore è nell’aria. Molte volte, in molti mondi ed epoche, qualcuno è stato al nostro posto: hanno sentito il terrore… anzi, ne sono diventati parte…
Lovecraft docet
Partiamo con una premessa: sarà difficile dare una consecutio logica agli avvenimenti narrati nel gioco.
La vicenda che fa da sfondo e da collante a tutti gli avvenimenti di cui Eternal Darkness si compone ha come protagonista Alexandra Roivas, nipote del celebre studioso Edward. A seguito della morte di quest’ultimo, la giovane è determinata a scoprirne la causa facendo partire la propria indagine dall’antica magione di famiglia.
Sarà a seguito del rinvenimento di un misterioso libro che Alexandra scoprirà che il suo scopo va ben oltre la semplice ricerca della verità. Lei fa parte dei "prescelti". Tutti coloro che con le loro storie compongono il libro stesso. Uomini e donne che nel corso dei secoli hanno protetto l’umanita dall’oscurità eterna.
La trama, qui ridotta "all’osso" per non svelare troppo a coloro che iniziano l’avventura, sembra uscita dalla penna di Lovecraft, dai cui racconti per altro, gli sviluppatori non hanno mai nascosto di aver preso spunto.
Le storie narrate coinvolgono il giocatore che non sarà appagato fino a che non ne vedrà la conclusione in un turbinio di avvenimenti ed epoche. Il gioco diverrà parte di noi e spesso metterà in discussione anche il nostro equilibrio..
come? Continuate a leggere.
Cose da pazzi!
La struttura del gioco è una sapiente alchimia tra la tradizione e l’innovazione. La prima fatta di esplorazione, enigmi da risolvere, combattimenti e magie; l’altra sperimentale, con l’utilizzo di più protagonisti in un continuo intreccio tra passato e presente.
Il mondo di Eternal Darkness è vasto e ricco di particolari che vanno esaminati con attenzione in quanto anche la cosa più insignificante potrebbe rivelarsi determinante per il prosieguo della storia.
La difficoltà degli enigmi è perfettamente nella media. Non saremo, dunque, mai in presenza di rompicapo degni di Einstein anche nel caso in cui, per la loro risoluzione, dovremo ricorrere a delle magie.
Per quanto riguarda i combattimenti disporremo di un vasto arsenale di armi risalenti alle diverse epoche dei personaggi protagonisti. Premendo il pulsante R e muovendo, in contemporanea, lo stick analogico potremo decidere quale parte del nemico colpire. Poi, una volta atterratolo, non dovremo far altro che infliggergli il colpo di grazia utilizzando il tasto B. Quest’ultimo non è solo un espediente per rendere il gioco inadatto ai bambini, ma è anche l’unico strumento per recuperare sanità mentale.
Eh sì signori miei non dovrete stupirvi se il nostro alter-ego virtuale dopo aver visto certe brutture darà segni di squilibrio e non sarà il solo! Anche voi li darete!
Immaginate per un attimo che la telecamera sia completamente impazzita, che il joypad non risponda più ai comandi, che lo schermo inizi a traballare come se foste in balia di fremiti.. questo e molto altro potrà capitarvi se non vi curerete della vostra mente.
Nel gioco è presente un’ampia gamma di incantesimi anche se, va detto, all’inizio il loro utilizzo può risultare abbastanza macchinoso. Per le magie più utilizzate, comunque, è prevista la possibilità di assegnare ad esse le
4 direzioni della croce direzionale in modo tale da averle sempre a disposizione.
Un meraviglioso affresco gotico
Eternal Darkness è interamente 3D e non contempla fondali pre-renderizzati. Se questo si traduce in un minor dettaglio rispetto ad un Resident Evil la sensazione generale è comunque quella di un gioco ottimamente realizzato e con un engine che svolge alla perfezione il proprio lavoro.
Le ambientazioni sono ricche di dettagli e tocchi di classe, mentre la scelta delle texture non delude se non in sporadiche casistiche.
Particolare menzione va agli effetti particellari e i giochi di luce che possiamo ammirare durante l’esecuzione degli incantesimi.
Un discorso a parte lo merita la telecamera che segue il giocatore in maniera completamente automatica.
Le opinioni qui sono controverse: la modalità scelta lascia poca libertà di gestione delle visuali ma c’è da dire, di contro, che non guasta al pathos dell’azione stessa.
Il sonoro è ricco di tracce inquietanti degne della tradizione horror più consumata, rendendosi un tutt’uno con l’azione. "Suggerisce" senza "imporre", in un crescendo, le emozioni che il giocatore sente dentro di sè.
Poe, Lovecraft e… Silicon Knights!
Semplicemente bellissimo. Eternal Darkness: Sanity’s Requiem si presenta come un progetto più ambizioso di un videogioco. Ha il merito di inglobare dentro di sé l’azione e il divertimento del videogioco con la narrazione e l’atmosfera proprie dei libri. Se quanto detto in questa recensione vi ha catturato, sappiate che il gioco vi prenderà molto ma molto di più.