Dreamfall Chapters: Book One
Sono passati più di otto anni dal rilascio di Dreamfall: The Longest Journey, che ci aveva lasciato un po’ a bocca aperta a causa del suo finale particolarmente scioccante. Di sicuro saranno stati un bel po’ di anni di riposo per la nostra protagonista Zoe Castillo, che in questa nuova serie di capitoli chiamata Dreamfall Chapters sarà accompagnata da un altro personaggio di rilievo, Kian Alvane, un condannato a morte per tradimento. Il 21 ottobre scorso è stato rilasciato il primo capitolo, Book One, che ha l’arduo compito di immedesimare fan, e neofiti, all’interno della complessa narrazione di Dreamfall. Un dovere tutto sommato svolto secondo le regole.
Non ci sbilanciamo molto coi complimenti, perché dal punto di vista esplicativo questo primo capitolo poteva esporsi in maniera molto più chiara. Ha deciso di nascondersi dietro un velo volutamente non trasparente, in modo da lasciare ai nuovi giocatori della serie una certa curiosità non sanata, che troverebbe risposta soltanto nei capitoli successivi. La storia infatti si svolge un anno dopo le vicende del titolo precedente, e ci porta a vestire subito i panni di Zoe scaraventandoci tantissime nozioni, con pochi riscontri pratici. Sappiamo che la ragazza è in coma profondo e che è collegata alle Dreamachines (dei dispositivi che permettono alle persone di vivere dei sogni lucidi), e sappiamo che la sua mente viaggia in un luogo onirico chiamato Storytime, dal quale può accedere a tutti i sogni delle persone collegate alle suddette macchine. Il suo ruolo principale sarà quello di aiutare le persone a lasciare quel mondo surreale, saturo di complotti e pericoli costanti.
La narrazione si divide comunque in due grandi filoni principali, che si differenziano in base ai punti di vista dei due personaggi. In una prima parte condurremo le azioni di Zoe, portandola dal suo risveglio fino alla città futuristica di Europolis. Nella seconda parte aiuteremo Kian nella fuga dalla sua prigionia, cercando di salvarlo da una condanna a morte ormai certa. Una scelta ben lontana dal tipo di narrazione a cui eravamo abituati. Inoltre, fino alla metà del capitolo – che non durerà più di una manciata di ore – non siamo riusciti ad apprezzare gli enigmi che un tempo rendevano la serie interessante. Anzi, dobbiamo ammettere che alcuni ci sono sembrati davvero senza senso e pregni di forzature, mentre altri erano troppo accomodati. Di sicuro sarà colpa dell’interfaccia su cui si basa il titolo, che è molto semplice: utilizzando l’apposito tasto si aprirà un menù circolare che ci permetterà di sviluppare quasi tutte le azioni che riguardano l’interazione con gli oggetti e i personaggi. Inoltre è disponibile un inventario che racchiuderà all’interno tutti gli oggetti raccolti, i quali potranno essere anche combinati tra loro: la maggior parte dei problemi si risolvono con queste combinazioni.
Book One si preoccupa perlopiù di piantare dei semi in un universo fatto di conseguenze, sperando che in futuro essi possano mostrare rigogliosamente come le nostre decisioni abbiano modificato i microcosmi di ogni personaggio. Infatti il vero momento in cui Dreamfall Chapters si avvicina alla perfezione artistica è nella caratterizzazione dei personaggi. Come vi abbiamo detto, all’inizio la storia ci lascia con tantissimi punti interrogativi, ma con l’avanzare della trama principale, il diario personale di ogni personaggio si aggiornerà, permettendoci di conoscere nuovi particolari, che custodiremo gelosamente nelle nostre memorie. Ogni volta che dovremo prendere una determinata decisione (anche le più semplici, come “cosa mangiare”) il personaggio creerà un proprio flusso di coscienza, attraverso il quale ci renderà noti i suoi sentimenti riguardo quella determinata decisione. Naturalmente più le scelte sono importanti per la narrazione, più i pensieri fluiranno in maniera scorrevole, nascondendosi però sempre dietro quel velo di mistero. Tutte queste vicende ci permettono di realizzare alla fine del gioco un primo ritratto in bianco e nero dei personaggi, che si spera riusciremo a colorare con l’aiuto dei capitoli successivi.
D’altro canto però non tutto è analizzato così nel dettaglio, e quelli che potrebbero essere degli elementi importanti, rimangono immobili nel contorno, senza alcuna possibilità di interazione. L’esempio più azzeccato è quello di Europolis, questa magnifica città ultramoderna che ricorda le belle creazioni futuristiche del cult Blade Runner. Una città grandissima, ma vuota. Ci sono tantissimi dettagli, dalle insegne luminose nel background fino ai dialoghi della popolazione, ma non c’è molto da fare. A parte il divertentissimo intermezzo con il robot Shitbot, Zoe non è interessata a conoscere quello che le persone intorno a lei fanno e non c’è la possibilità di immedesimarsi in conversazioni che non siano rilevanti per la storia principale: nessuna investigazione e nessun compito secondario rilevante. In questo modo ci ritroviamo a dover seguire degli obiettivi primari posti in sequenza, in quella che poteva essere una ricca riscoperta del mondo di Dreamfall.
Sviluppato su di Unity 4 il comparto grafico è particolarmente ben fatto, anche se una maggiore ottimizzazione avrebbe evitato la maggior parte dei problemi che si sono riscontrati durante il lancio. Nonostante le patch rilasciate, ci sono ancora dei piccoli problemi a livello di performance, soprattutto durante l’esplorazione di Europolis: cali di frame rate a volte esagerati, anche in condizioni di qualità grafiche di medio livello. Per non parlare dei bug che ci hanno portato più volte a rimanere bloccati in zone inesistenti, costringendoci a forzare un riavvio del gioco. Tralasciando questi problemi, che di sicuro verranno gestiti al meglio con future patch, è innegabile ammettere quanto sia visivamente bello questo Book One di Dreamfall Chapters: le espressioni facciali sono molto credibili, e la maggior parte delle ambientazioni sono descritte nel dettaglio, e sono una gioia per gli occhi.
Priva di identità invece la colonna sonora del gioco, che non si appropria di un vero e proprio merito: un ottimo accompagnamento si, ma nulla di più. Ottima invece l’interpretazione dei dialoghi, soprattutto quelli della signorina Castillo, la cui teatralità è gestita in modo quasi perfetto.
[signoff icon=”quote-circled”]Ogni decisione avrà il proprio peso, magari nei capitoli successivi.
Dopo otto anni dietro le quinte, dal nuovo capitolo di Dreamfall ci si aspettava davvero molto di più. Per le mani abbiamo più un libro che un prodotto videoludico, che affascina il giocatore con i suoi dialoghi profondi e la sua caratterizzazione dei personaggi efficace. Di sicuro non tutti riusciranno a digerire l’enorme mole di parole stampate a video, a causa della mancanza di una localizzazione in lingua italiana, ma possiamo decisamente ammettere che la scrittura è di altissimo livello, e soltanto per questo bisogna dargli fiducia. Ciononostante questa prima avventura è un po’ una rampa di lancio verso l’ignoto, e per quanto si possa essere curiosi, la paura di non trovare alcunché è tanta. I semi sono stati piantati, adesso dobbiamo soltanto vedere se riusciranno a germogliare nonostante il terreno arido intorno. Per il momento consigliamo l’acquisto ai più nostalgici, e a coloro che masticano bene la lingua anglosassone. Agli indecisi consigliamo di attendere l’arrivo del capitolo successivo prima di cimentarsi nella spesa (comunque molto contenuta), a meno che non siate in carenza di un buon libro da leggere.[/signoff]