Drakengard 3
Nel lontano 2004 ha inizio la saga di Drakengard, conosciuto anche come Drag-On Dragoon, su Playstation 2. A distanza di una decina d’anni vede la luce il suo terzo capitolo su Playstation 3, che ha visto ancora una volta Square Enix nelle vesti di publisher e Access Games nei panni di sviluppatore che, all’interno del suo staff, conta alcuni componenti che hanno partecipato alla creazione del titolo capostipite e dello spin-off Nier. Arriva in Europa circa un anno dopo la sua uscita in terra natia e solo in digital delivery. Inoltre anticipiamo che il titolo è interamente in inglese, sia per quanto riguarda il comparto audio che per i sottotitoli.
La scelta di Access Games (che ha curato molti action RPG) come sviluppatore è stata dovuta al fatto di voler controbattere alle accuse contro il gameplay, mosse dai fan nei riguardi dei titoli precedenti, senza però rinunciare appunto ai componenti chiave del team di sviluppo precedente. Andiamo a scoprire insieme se l’obiettivo è stato centrato o meno.
Destinazione: fraticidio
Le vicende di Drakengard 3 hanno luogo in una terra devastata tempo prima dalle guerre. Gli uomini cessarono di uccidersi l’un l’altro soltanto dopo l’arrivo di un gruppo di sorelle dotate di poteri straordinari, chiamate Intonatrici: tramite il canto infatti erano capaci di dar vita a sortilegi mai visti. Cinque di loro, tramite le loro capacità, posero quindi fine ai massacri, dividendosi le terre e governandole per dare così inizio a un periodo di pace e prosperità.
Qualcuno ha però intenzione di porre fine alla vita di tutte le Intonatrici, la sesta sorella, Zero. Per motivi inizialmente sconosciuti infatti, la sesta Intonatrice ha come obiettivo ultimo sterminare la sua stessa famiglia, e in compagnia del suo drago Michael, fa irruzione nel castello nemico. Dopo qualche schermaglia con alcuni soldati al servizio delle cinque Intonatrici, Zero fronteggia la sue cinque sorelle in un solo scontro che purtroppo vede lei perdere il braccio sinistro e segna anche la fine del suo drago Michael.
Trascorrerà un intero anno prima che Zero possa ritornare a imbracciare le armi e provare ancora una volta ad avere la meglio sulle sue sorelle. Nel suo secondo tentativo sarà però accompagnata di Mikhail, un drago più piccolo e giovane rispetto al precedente, nonchè più ingenuo. Lui stesso infatti dapprima non riesce a intendere quale sia il motivo che spinge Zero a essere così determinata nel voler raggiungere il suo scopo e porre fine alla vita delle sue familiari: soltanto accompagnando Zero nella sua sanguinosa guerra saremo degni di venirne a conoscenza.
La trama farà di questo elemento e del rapporto fra Zero e Mikhail il fulcro della narrazione, minata però da qualche alto e basso.
Lame e draghi
Sin dai primi istanti di gioco si intuisce che in Drakengard 3 è più marcata l’impronta action che quella GDR: gli scontri sono frenetici e veloci, basati sull’inanellare più colpi possibili per dar vita a combo mortali per gli avversari. Zero potrà contare su due diversi tipi di colpi, normali o stamina. Utilizzando questi ultimi consumeremo una barra apposita, così come quando pareremo gli attacchi avversari. Potremo contare anche sulla trasformazione in Intonatrice, sbloccabile inanellando attacchi l’uno dietro l’altro o subendoli, durante la quale il nostro attacco sarà potenziato e potremo contare su nuovi tipi di attacchi. Questa trasformazione sarà utilizzabile anche durante le sessioni in groppa al MIkhail, durante le quali i nemici saranno falcidiati da palle di fuoco e onde d’urto grazie alla potenza del nostro drago.
Di missione in missione Zero acquisirà nuove tipologie di armi, battendo coloro che vengono chiamati Discepoli. Potremo portare con noi fino a quattro diverse armi, tutte potenziabili tramite gli oggetti che troveremo lungo il nostro cammino. Le armi si diversificano fra loro sia per la tipologia (come spade, chakram ecc.) sia per la loro taglia o misura, a seconda di quest’ultima cambieranno la rapidità dei colpi ed il danno inflitto agli avversari. L’equipaggiamento da utilizzare per ogni missione potrà essere settato prima di iniziarla: dovremo sceglierlo con criterio in quanto durante la missione non potrà più essere modificato. Nelle “pause” fra una missione e l’altra avremo anche l’occasione di poter acquistare gli oggetti e, come precisato prima, potenziare le nostre armi, oltre a visualizzare il livello di Zero.
Per poter rimpolpare il nostro inventario con nuovi oggetti per il potenziamento o aumentare gli slot pozioni per la salute potremo contare anche sulle missioni secondarie, chiamate Accordi, selezionabili fra una missione principale e l’altra. Nel corso di queste missioni dovremo solitamente recuperare degli oggetti rari abbattendo dei nemici o semplicemente trovandoli all’interno di scrigni disseminati all’interno dello stage. Ogni volta che verranno portati a termine tre Accordi sbloccheremo delle missioni extra dette “Giornata di paga” che consisteranno nel menar il più possibile i nemici che ci si pareranno di fronte accumulando così più gold possibili prima dello scadere del tempo concessoci, facendo però attenzione a non essere colpiti a nostra volta in quanto ciò comporterà la perdita, a nostra volta, dei gold accumulati per ogni hit incassato.
Fra Intonatrici e nemici
Come abbiamo anticipato, il titolo è totalmente doppiato in inglese ma non per questo non è da classificare come godibile. Si nota sin da subito che vi è stata prestata particolare attenzione e, grazie ai sottotitoli e alla non eccessiva complessità del linguaggio, risulta essere comprensibile anche da chi non mastica molto bene la lingua anglosassone. Oltre al doppiaggio c’è da dire anche che la colonna sonora, scritta da Okabe (autore della OST di Nier), è azzeccata per il genere di titolo che abbiamo davanti: riesce a far calare il giocatore nell’atmosfera pacata e tranquilla che vi è fra uno scontro e l’altro ma che si movimenta e si accende subito non appena fronteggeremo i nostri avversari.
Le pecche però si notano subito dal punto di vista grafico: una delle peggiori macchie del titolo sono i cali di frame rate che non sono affatto rari e non per forza si verificano quando la situazione è troppo complessa. Potrà accadere infatti che si verifichino quando staremo fronteggiando non più di due o tre nemici che non dispongono neanche di particolari animazioni. Anche le texture non sono state curate benissimo e non sarà difficile notare che alcuni paesaggi, locazioni o avversari risultino essere un pò più pixellosi rispetto a quella che oggi è la norma.
A cavallo del drago
In fin dei conti il terzo episodio della saga di Drakengard risulta essere un esponente degno del suo genere ma senza eccellere. I pregi come la caratterizzazione dei due personaggi principali e il sistema di combattimento diverso rispetto ai suoi predecessori vanno sicuramente distinti, così come le musiche che avvolgono il giocatore durante le peripezie di Zero e Mikhail, tuttavia non è esente da difetti che gli impediscono di spiccare il volo, soprattutto dal punto di vista grafico: i cali di frame infatti minano l’esperienza di gioco, sporcando a volte le azioni spettacolari della protagonista e del suo drago, così come le texture poco curate macchiano a loro volta la figura di questo titolo. Se comunque si è disposti a chiudere un occhio di fronte a tali mancanze, Drakengard 3 saprà comunque regalare una quindicina di ore di gioco dove non vi annoierete. Purtroppo Drakengard 3 non riesce a spiccare fra la massa, un’occasione sprecata.