Dragon Quest Heroes: L’Albero del Mondo e le Radici del Male
Ne abbiamo parlato proprio poco tempo fa nelle nostre recensioni: recentemente c’è stato un enorme affollamento di videogames in stile Musou. Senza considerare i titoli canonici di questa tipologia come i vari Dynasty Warriors, Samurai Warriors, o Sengoku Basara, sono approdati sulla scena decine e decine di capitoli di questo genere basati su manga, anime, o altre tipologie ci videogames. Sono entrati a far parte dei Musou i Gundam, i personaggi di One Piece, quelli di Naruto, quelli di Hokuto no Ken, e molti altri, ma sempre con un risultato piuttosto monotono e che risultava in una mera traslazione di personaggi ben conosciuti in un gioco privo di novità.
Fino a questo momento l’unico titolo del genere che è riuscito a dare una ventata di freschezza al genere è stato Hyrule Warriors su Nintendo Wii U, il capitolo della serie dedicato a Zelda, ma stavolta Square Enix ha deciso di seguire quelle orme e proporci così Dragon Quest Heroes: L’Albero del Mondo e le Radici del Male, Musou dedicato al magico mondo dei jrpg dal character design di Akira Toriyama.
Da amici a nemici
Dragon Quest Heroes: L’Albero del Mondo e le Radici del Male è ambientato in un mondo nel quale i mostri, da sempre incubo di tutte le popolazioni, sono invece creature gentili e che vivono pacificamente con il genere umano. Nel regno di Arba è ora in corso una grande festa, con bancarelle sparse ovunque nella città e umani e mostri che passeggiano nel divertimento, almeno fin quando non accade qualcosa di inaspettato.
Una strana figura incappucciata sprigiona infatti un’aura oscura attraverso la quale i mostri impazziscono diventando malvagi e aggressivi. Iniziano così ad attaccare gli esseri umani, che vengono difesi dalle due guardie reali: lo stratega Lucyus e la sbarazzina Aurora, accompagnati da quello che appare essere l’unico mostro su cui la pazzia non ha avuto effetto, un Dottor Slime sempre pronto a curare il gruppetto. Una volta salvata la città si incontrano con re Doric, e assieme a lui decidono di partire per incontrarsi con l’inventrice Juliette e scoprire da cosa deriva questa improvvisa furia dei mostri.
Da Musou a Tower Defence
I quattro personaggi originali di Dragon Quest Heroes: L’Albero del Mondo e le Radici del Male sono così ben caratterizzati e fuori dai canoni da essere un gruppo perfetto anche per un capitolo canonico della serie. È quasi un peccato vederli protagonisti di uno spin off per poi sparire del nulla, ma almeno ciò comporta un’esperienza “dragon questiana” vissuta appieno, oltre alla bellezza di ritrovare, in seguito, svariati personaggi provenienti dai vari capitoli della serie e farli entrare nel nostro gruppo.
Il gameplay di base di Dragon Quest Heroes è il solito che ben conosciamo nei Musou. Un pulsante sarà dedicato agli attacci leggeri e uno agli attacchi pesanti, con diverse combo possibili a seconda delle combinazioni di tasti che avremo usato, per poi considerare anche i meno usati tasti della parata e della schivata. A differenza dei Musou generici, però, le mappe non saranno divise in zone da conquistare, bensì saranno sparse di portali oscuri dai quali usciranno fuori orde di mostri all’infinito.
Il nostro scopo, solitamente, sarà quello di andare a cercare i Guardiani dei Portali e sconfiggerli, per poter chiudere questi varchi del male e mettere al sicuro ogni luogo della mappa. Capiteranno anche diverse missioni durante le quali i mostri cercheranno di raggiungere un nostro oggetto chiave per poi distruggerlo piombando da più direzioni diverse, a mo’ di Tower Defence. In questi casi avremo a che fare con la più grande novità di questo gioco: sconfiggere i nemici farà a volte comparire delle Medaglie dei Mostri raffiguranti il mostro che abbiamo sconfitto; tali Medaglie entreranno a far parte di un nostro equipaggiamento (che durerà solo fino alla fine del livello in questione) e con esse potremo evocare la creatura che combatterà dandoci man forte.
Evocare i mostri dunque ci metterà in condizione di proteggere zone della mappa con orde di nemici che proseguono verso il nostro oggetto da difendere, mentre noi saremo impegnati a chiudere altri portali lontani. Ciò rende le cose decisamente più tattiche e interessanti, e come se non bastasse esistono ben due tipi di Medaglie: la prima è quella difensiva, di cui abbiamo già parlato, mentre la seconda evocherà il mostro per effettuare una singola mossa speciale molto potente e poi sparire.
Anche la solita “barra della super” qui prende forme “dragon questiane”: combattendo aumenteremo la classica Tensione del personaggio, che potremo poi scatenare quando più preferiamo con la pressione del pulsante cerchio, a condizione che la barra sia ovviamente piena. Durante lo stato di Alta Tensione, che durerà solo alcuni secondi, sferreremo attacchi molto più potenti e potremo usare tecniche speciali senza l’utilizzo di mana, oltre a poter scatenare appunto la Super del personaggio al costo dei secondi restanti, ma con il risultato di fare piazza pulita attorno a noi.
Di grande interesse è l’ibrido che si viene a creare con il gioco di ruolo tanto amato, grazie a svariate feature che ricordano molto le caratteristiche basilari della serie. Non parliamo solamente dei danni in HP che compaiono a schermo quando attacchiamo i nemici, delle skill a consumo di Punti Magia, o dell’esperienza acquisita per avanzare di livello, ma parliamo anche del negozio di armi e armature dove migliorare il nostro equipaggiamento e dell’utilissimo Calderone Alchemico dove inserire oggetti per crearne di nuovi sempre più potenti.
A prova fatta si può decisamente dire che, nonostante il gioco di base sia rimasto il solito Musou e quindi finirà per diventare monotono a lungo andare, il team di sviluppo si è impegnato per rendere il contesto più vario possibile, rendendo differenti situazioni e combattimenti, e creando un perfetto mix con il gioco di ruolo che sembra essere veramente un capitolo canonico ma sviluppato in maniera action, grazie anche al sistema di party che ci permette di avere in campo quattro personaggi allo stesso tempo e cambiare il controllo del giocatore da uno all’altro liberamente con la sola pressione di un pulsante.
Gli Slime non sono mai stati così belli
Nonostante si tratti di un prodotto cross-gen, approdato sia su PlayStation 3 che su PlayStation 4, Dragon Quest Heroes mostra i denti con una grafica veramente raffinata, ben sviluppata nel dettaglio, e che rende piena giustizia allo stile di Toriyama e dei capitoli classici della serie. Osservare i personaggi provenienti dai precedenti giochi in questa nuova veste è una gioia per gli occhi, così come lo è ascoltarli parlare per la prima volta con sottofondo di musiche classiche della saga unite a nuove aggiunte perfette per l’atmosfera. Il gameplay è solido e divertente, con 60 fps granitici e una longevità veramente ampia grazie a una storia che terrà impegnati per varie ore e un’ovvia tendenza al grinding.
[signoff icon=”quote-circled”]Dragon Quest Heroes: L’Albero del Mondo e le Radici del Male è, finalmente, il secondo gioco Musou dopo Hyrule Warriors che tenta di rinnovarsi e di fare del suo meglio per rendere le situazioni il più variegate e intriganti possibili. Il mix con il gioco di ruolo è riuscito alla perfezione, e tecnicamente non abbiamo mai visto i mostri di Dragon Quest più splendidi di così. È quasi un peccato farli a fettine. Consigliato a tutti gli amanti della serie di Dragon Quest, ma anche a coloro che vorrebbero avvicinarvisi con un titolo più action.[/signoff]