Dragon Ball Z: Kakarot – Recensione Nintendo Switch
Immaginiamo che Akira Toriyama, nell’ormai lontano 1984, non avrebbe mai potuto immaginare quale seguito avrebbe avuto nel mondo la sua creazione. Le gesta di Kakarot (Son Goku) hanno attraversato praticamente indenni quasi tre decenni rimanendo ancora oggi fulcro e ispirazione per artisti, gamer e semplici fan. Persino se non apprezzate le gesta dei Sayan o se addirittura non le conoscete (possibile?) di sicuro avete sentito parlare delle sette sfere del drago e dell’eroe Goku. Non si contano ormai neanche più gli spin-off, le serie, i film, i videogame che come tema hanno le gesta del Sayan più famoso di sempre, ma sembra che non ce ne siano mai abbastanza, o almeno questo è quello che sostengono i fan e che a quanto pare pensano anche i produttori.
Nel 2020 esce quindi Dragon Ball: Kakarot, un Action simil-RPG semi Open World opera del team di sviluppo CyberConnect2 e prodotto dalla celebre Bandai Namco per PlayStation 4, Xbox One, PC che sbarca anche ora finalmente su Nintendo Switch, anche in versione Deluxe con tutti i DLC pubblicati.
Seppur Dragon Ball Z: Kakarot ormai non abbia minimamente bisogno di presentazioni viste le recensioni già pubblicate l’anno scorso, vogliamo comunque fare un riassunto per i pochi che ancora non ne hanno sentito parlare.
Dragon Ball Z: Kakarot riprende gli eventi del guerriero Kakarot all’alba della sua avventura. Il piccolo Sayan ha appena sconfitto Piccolo con grossi sforzi e allenamenti e finalmente spera di condurre una vita normale con Chichi – la sua agguerrita e paziente mogliettina – e Gohan, suo figlio. Il piccolo Gohan porterà sulle spalle il peso di un padre senza precedenti ma, come vedremo nel corso dell’avventura, anche lui saprà farsi valere. Il nostro eroe porta il figlio a conoscere gli amici, tra cui il maestro Muten – Il genio delle tartarughe di mare – e Crilin, l’essere umano più resuscitato che sia mai esistito; purtroppo proprio nel mezzo dei convenevoli di rito incominciano i problemi: la Terra è sotto le mire degli ultimi Sayan superstiti e saremo proprio noi a dover rimediare al problema.
La storia è praticamente ormai leggenda e non serve proseguire nel racconto, vi basti sapere che Dragon Ball Z: Kakarot ricalca in maniera maniacalmente fedele la storia di Dragon Ball Z in tutto e per tutto, senza deviazioni o fronzoli ma condita da arricchimenti derivati direttamente dalla penna di Toriyama, cosa che farà impazzire di gioia tutti i fan. Inoltre grazie ai DLC di Dragon Ball Z: Kakarot rivivremo anche il risveglio di Beerus, la resurrezione di Lord Freezer e persino l’epopea di Trunks (va detto che al lancio questo DLC non sarà ancora disponibile su Nintendo Switch ma non tarderà ad arrivare, state tranquilli).
Insomma i contenuti a livello di trama di Dragon Ball Z: Kakarot sono completi e totalmente fedeli alla saga, ricchi di particolari e curati, e questo dà al titolo un valore aggiunto considerevole. Crediamo che si possa affermare che Dragon Ball Z: Kakarot sia il titolo più curato e fedele all’opera originale del maestro tra tutti quelli usciti fin’ora.
Per quello che riguarda il gameplay Dragon Ball Z: Kakarot ha i suoi estimatori e i suoi detrattori. Considerando le difficoltà che un titolo come questo presenta (le battaglie dei guerrieri Sayan non sono cosa facile da riproporre in un videogame) possiamo dire che a nostro avviso il risultato finale è soddisfacente, con solo qualche nota negativa per lo più sotto l’aspetto “ripetitività”.
La struttura di gioco è un simil open world: il giocatore è libero di esplorare determinate sezioni, una volta sbloccate, in maniera pressoché libera. Si può decidere di vagare liberi senza meta, raccogliere oggetti, pescare, cucinare, riposarsi, affrontare side-quest, raccogliere sfere per i potenziamenti, ingaggiare o meno combattimenti casuali e affrontare le creature selvagge che vagano per il mondo di gioco: tutto questo è vincolato solamente al proseguo della trama principale – che sbloccherà nuove aree e personaggi – e alla vostra voglia di affrontare attività divertenti che però diventano presto ripetitive e senza particolare attrattiva.
Questo è causato dal fatto che il girovagare in sé non porta a nulla di concreto: i combattimenti e i ritrovamenti non permettono un’attività di livellamento particolarmente vantaggiosa, le side quest non offrono ricompense degne di nota e persino il ritrovamento delle sette sfere del drago alla fine vi permette solo di riaffrontare determinati scontri o di guadagnare denaro.
Per quanto queste attività siano simpatiche, ben presto è la trama a proporre un’attrattiva maggiore relegando di fatto tutto questo open world a un mero passaggio tra uno scontro e una quest. Va detto che rappresentare il mondo di Toriyama con tutte le sfaccettature e renderlo ricco di tutto quello che la mente dello scrittore ha partorito non ci sembra neanche possibile, almeno non in maniera davvero soddisfacente.
La componente action del titolo deriva dagli innumerevoli scontri proposti in Dragon Ball Z: Kakarot, e anche in questo il titolo è fedele alla storia originale. Come ben sanno tutti ormai per Goku lo scontro è il centro della sua vita, fulcro della sua crescita e motore del suo essere in sé guerriero, saggio, forte e puro. Gran parte dei nemici del Sayan saranno presto suoi alleati proprio per l’ideologia che sta a la base del personaggio: Kakarot non combatte per vendetta o smania di potere ma per crescere, migliorare ed evolversi. E si evolve, molto.
Incontrerete tutti i nemici e ingaggerete con loro scontri a non finire. Purtroppo proprio il combattimento è il punto che ha fatto storcere il naso a molti fan: gli scontri sostanzialmente si riducono a una struttura simil-RPG.
Non si parla di combattimenti a turni e l’azione è abbastanza libera ma, di fatto, ogni attacco è relegato a uno o più tasti da premere per vedere il personaggio di turno lanciare l’attacco desiderato. In genere quattro attacchi normali, quattro speciali e una o più super concatenabili tra loro, a cui si aggiunge l’azione dei personaggi di supporto. Il tutto – unito alla schivata rapida, al teletrasporto, alla parata e allo scatto aereo – permette una certa libertà d’azione e di varietà ma non quanta sarebbe necessaria ad appagare i fan. L’albero delle abilità sbloccabili cresce bene, permette una varietà di attacchi degna e una crescita del personaggio considerevole (a volte anche troppo) almeno per gli scontri occasionali.
Ma veniamo al punto che interessa ai possessori di Nintendo Switch: come si comporta il porting per la piccola di casa Nintendo.
In modalità docked Dragon Ball Z: Kakarot è ancorato a un minimo di 30 FPS a 720 di risoluzione con un risultato grafico totale piacevole e senza particolari compromessi. Per quello che riguarda invece il comportamento nel dock si deve scendere a compromessi, specialmente se si confronta il risultato con PC dalle performance elevate.
Comunque il risultato è accettabile e godibile, soprattutto visto che in generale il titolo non richiede chissà che sforzo lato hardware. Texture e fondali risultano puliti ma poveri in tutte le versioni esistenti per cui un leggero calo di definizione passa in secondo piano soprattutto contando il valore aggiunto della portabilità: in definitiva il titolo non solo si comporta bene, ma addirittura eccelle.
Anche la mappatura dei tasti poteva essere meglio studiata, per quanto una volta fatta l’abitudine tutto funziona a dovere. La colonna sonora e la scenografia sono epocali, in linea con la trama, la serie animata e i film, con continui richiami e citazioni. Fanservice puro ed esaltante.
Da menzionare la Dragon Ball Z: Kakarot Deluxe Edition e la Dragon Ball Z: Kakarot Ultimate Edition che portano contenuti extra, un nuovo personaggio giocabile, nuovi e iconici mezzi di trasporto, colonne sonore scaricabili e tanto altro.
Dragon Ball Z: Kakarot del team CyberConnect2 e dalla celebre Bandai Namco approda su Nintendo Switch dopo essere uscito nel 2020 per PlayStation 4, Xbox One e PC. Il titolo ha le caratteristiche di un action simil-RPG semi open-world che sprizza fan service da tutti i pori. Con una trama fedele e riferimenti a iosa Dragon Ball Z: Kakarot è un titolo che conquista al netto delle pecche che presenta, una fra tutte la ripetitività dei combattimenti. Il porting per l’ammiraglia di casa Nintendo si comporta bene e riesce a conquistare e divertire nonostante qualche piccolo compromesso.
Pro
- Assolutamente completo e fedele alla trama originale
- Ricco di particolari e chicche per intenditori
- Colonna sonora e scenografie ottime
- Ottimo porting per Nintendo Switch
- Combattimenti esaltanti...
Contro
- ...ma alla lunga ripetitivi
- Side Quest fini a sè stesse