Dragon Ball Z: Extreme Butoden
Si parla tanto di Mortal Kombat o di Street Fighter nel panorama dei picchiaduro più conosciuti, eppure resta ancora in una nicchia la tipologia più interessante e tecnica: quella dei picchiaduro 2D sviluppati da Arc System. Questi loschi figuri, sin dai tempi della PSX, ci hanno deliziato sfornando titoli del calibro di Guilty Gear e di Blazblue, incredibilmente belli, strategici, veloci e appaganti, lasciando dietro di loro dunque un nome che fa pensare a qualità ovunque compaia. Quando Namco Bandai ha quindi annunciato il suo nuovo titolo di Dragon Ball affermando che sarebbe stato sviluppato proprio da Arc System, le speranze di vedere qualcosa di molto più simile a un picchiaduro rispetto a tutte le produzioni passate sono salite alle stelle. Ecco quindi arrivare sugli scaffali Dragon Ball Z: Extreme Butoden, seguito spirituale di Super Sonic Warriors per Game Boy Advance e Super Sonic Warriors per Nintendo DS.
La storia come non la conosciamo
Tra tutti i titoli di Dragon Ball usciti, ormai è difficile che qualcuno non conosca la sua storia, persino tra chi non ha seguito l’anime o il manga. Dragon Ball Z: Extreme Butoden, dunque, ci fa rivisitare la trama in maniera molto veloce e abbozzata seguendo il punto di vista di molti personaggi diversi, tra buoni e cattivi. Alla fine di tali campagne sbloccheremo Broly, ma non è questa l’unica modalità Storia del gioco. Difatti troveremo anche una interessante modalità Avventura, nella quale la storia è stata riscritta in maniera ipotetica in un “what if” dove il passato si mischia a presente e tutti i cattivi sono tornati alla ribalta. In tale modalità ci troveremo su una mappa del mondo molto simile a quelli dei capolavori del passato come Super Mario World, nella quale avremo modo di decidere di volta in volta quale strada percorrere e quindi quale nemico affrontare. In ogni combattimento ci verranno presentate anche alcune condizioni molto severe, che soddisfatte ci permetteranno di sbloccare pian piano i personaggi di supporto che sono circa un centinaio.
Teletrasporti, onde di energia, e draghi con le palle
Come già detto, Dragon Ball Z: Extreme Butoden si dimostra essere un gioco particolarmente tecnico al contrario dei suoi predecessori per console casalinghe. I picchiaduro “complicati” sono i marchi di fabbrica della Arc System, ma in questo caso hanno evoluto il loro lavoro presentandoci un titolo molto intuitivo e accessibile a tutti ma che si trasforma in profondo e strategico una volta imparate bene le basi e giocato in maniera competitiva.
I personaggi possono sferrare colpi deboli e veloci, colpi forti ma lenti, e attacchi energetici a distanza, naturalmente il tutto da legare in svariate combo. Non manca la barra dell’aura, caricabile tenendo premuto un pulsante oppure in maniera progressiva colpendo l’avversario o subendo attacchi nemici. Il ritmo molto serrato dell’azione renderà molto difficile riuscire a caricare l’aura: i punti morti in questo titolo sono pochissimi e il sistema premia molto un attacco continuo da parte dei giocatori. Ciò significa che l’aura ottenuta durante il combattimento è estremamente preziosa, e da qui viene la parte strategica del gioco dato che può essere utilizzata in molti modi diversi.
Per fare qualche esempio, parte dell’aura può essere spesa per sferrare attacchi speciali (molto semplici da eseguire: basta tenere premuto il pulsante per caricare l’aura e nel frattempo eseguire un attacco energetico) oppure per lanciare la classica “super”, possibile solamente al termine di una combo in qualità di attacco finale. Non mancano però le manovre difensive: se si mantiene la barra carica e si viene colpiti da una super nemica, sarà possibile usare la propria aura per eseguire un contrattacco o una schivata, e salvarsi così in corner da un attacco che ci sarebbe costati circa metà barra della vita. L’utilizzo dell’aura è molto importante in questo titolo, e sottovalutarla potrebbe causare sconfitte molto brucianti.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei personaggi di supporto, si troveranno come icone sul touch screen e arriveranno in battaglia per utilizzare un loro attacco nel momento in cui premeremo il loro tasto. Ogni personaggio giocabile e di supporto ha un “costo” con il quale costruire il proprio “mazzo“, il che significa che non potremo utilizzare solo personaggi potenti ma avremo bisogno di un equilibrio da studiare, oltre al fatto che potremo anche rinunciare a personaggi di supporto per scegliere più di un eroe giocabile e creare così un vero e proprio tag-team.
Niente Online. Cattivi.
Graficamente il titolo subisce pesantemente, come è ovvio che sia, il limite della console su cui è stato programmato. Non aspettatevi quindi di vedere le animazioni e gli sprite di Blazblue, tuttavia per essere su 3DS sono veramente bellissimi, ben animati, e grandi a sufficienza per ammirarne ogni dettaglio. I colpi finali dei personaggi sono animati splendidamente, nonostante tendano a esagerare con la loro lentezza rischiando di annoiare dopo alcune volte che sono stati sferrati. In ambito audio troviamo il doppiaggio giapponese originale e musiche ben adatte a ogni stage, molto orecchiabili.
Passando alla longevità, Dragon Ball Z: Extreme Butoden presenta come abbiamo già detto la modalità storia dal punto di vista di molti personaggi diversi, l’inedita modalità Avventura, il classico Torneo Mondiale (che ci metterà contro avversari davvero fortissimi ma che ci ricompenserà sbloccando il Dio della Distruzione Bills) e infine l’ovvia modalità VS. Qui abbiamo una nota dolente piuttosto grave, e cioè la mancanza assoluta di un comparto online che permetta agli amici di sfidarsi: l’unico modo di giocare contro gli amici è infatti un multiplayer locale che lascia il tempo che trova. Manca anche l’essenziale modalità Practice, ma fortunatamente gli sviluppatori hanno promesso il suo inserimento in una prossima patch. Nota particolare positiva va data all’adattamento dei nomi dei personaggi e delle tecniche, tutti rigorosamente originali.
[signoff icon=”quote-circled”]Vogliamo dire la verità: quando è stato annunciato Dragon Ball Z: Extreme Butoden siamo rimasti piuttosto perplessi. Da una parte l’hype dovuto al fatto che è sviluppato dagli Arc System ha tenuto alte le aspettative, dall’altro abbiamo trovato molto carente il roster di personaggi giocabili composto da poco più di una ventina di personaggi, dei quali molti sono solo forme alternative dello stesso personaggio. Provando il gioco con mano però ci siamo ricreduti: i cloni sono effettivamente personaggi diversi l’uno dall’altro, e il sistema di combattimento è molto solido e profondo. I personaggi di supporto sono un centinaio e sono praticamente tutti i personaggi esistenti nel mondo di Dragon Ball, il che aiuta anche nell’ottica del fanservice. Vi consigliamo di dargli un’opportunità, senza lasciarvi trascinare dalle prime impressioni o dal limitato numero di combattenti giocabili.[/signoff]