Dragon Ball Xenoverse
Ah, Dragon Ball. Probabilmente non c’è nessuno che non conosce questo nome. Tra manga, anime, film, videogames e merchandising, è impossibile non avere almeno sentito nominare l’opera magna di Akira Toriyama, re indiscusso degli shonen. Ci sono svariate correnti di appassionati. Si parte da quelli più “puri”, cioè quelli che hanno seguito prima di tutto il manga, magari prima ancora che arrivasse l’anime qui in Italia. Poi ci sono quelli che hanno appunto seguito il cartone animato su Mediaset, persone che tristemente hanno conosciuto solo la parte più falsa e snaturata dell’opera, e infine coloro che hanno seguito la storia esclusivamente tramite i videogiochi.
Di qualunque tipo di fan si faccia parte, in ogni caso, il gioco che finora aveva riscosso più successo fu Budokai Tenkaichi 3. Dai tempi della sua uscita, non è più arrivato sugli scaffali un titolo che abbia ottenuto i suoi applausi, per tutta la durata di una generazione di console. Le cose però sembrano destinate a cambiare: i trailer di Dragon Ball Xenoverse hanno generato un hype indiscusso e inaspettato. Ma il gioco sarà all’altezza delle aspettative?
Lo scorrere del tempo è in pericolo
Il background di Dragon Ball Xenoverse è davvero molto interessante. Qualcosa, o qualcuno, sta cambiando lo scorrere del tempo, modificando gli eventi principali che hanno costellato la storia di Dragon Ball. I nemici dei nostri eroi vengono misteriosamente potenziati, al punto che Radish riesce a liberarsi dalla presa di Goku e non farsi uccidere, o al punto che permette a Goku di risvegliarsi troppo presto dal suo sonno ripristinante su Namek a causa dell’aura troppo potente di Freezer e di giungere così sul campo di battaglia al peggio delle proprie energie.
Trunks, che fa ora parte della polizia temporale, prende la decisione di cercare un aiuto esterno per risolvere la situazione. Evoca quindi il Dio Drago ed esprime il desiderio di veder teletrasportato lì un guerriero abbastanza forte da sistemare tutto il broglio creatosi tra gli eventi della storia originale. È a questo punto che potremo creare il nostro personaggio, che si ritroverà a Tokitoki City (Toki: Tempo), il quartier generale della polizia temporale, dove dovrà viaggiare tra le fratture dello spazio-tempo e tornare a ogni singolo evento da riportare sulla corretta strada.
Personalizzazione da gioco di ruolo
Non appena il titolo ci metterà alle prese con la creazione del nostro personaggio, potremo immediatamente scegliere tra cinque razze diverse. L’essere umano è quello più equilibrato in assoluto, con statistiche che non sono eccessivamente alte né basse in alcun settore, tuttavia con l’incredibile vantaggio di avere una barra dell’aura che si ricarica autonomamente col tempo. Abbiamo poi i Saiyan, capaci di trasformarsi nella loro versione Super per potenziarsi e con un forte potere di attacco, ma in deficit di punti vita. I Namecciani non hanno molta potenza di attacco, ma hanno enormi quantità di vita e la capacità di rigenerarla col tempo. Poi troviamo il Clan di Freezer, anch’esso poco potente ma estremamente veloce, e infine i Majin, lenti ma molto forti. Una volta decisa la nostra razza e il sesso del nostro personaggio, verremo catapultati all’interno del gioco ove Trunks ci farà da tutore per spiegarci i comandi principali in un semplice ma esaustivo tutorial.
In termini di combattimento vero e proprio, Xenoverse non si discosta moltissimo dai suoi predecessori, ed effettivamente non ottiene un livello qualitativo particolarmente alto. Due sono i pulsanti votati all’attacco (leggero o pesante, quest’ultimo da tenere premuto per spezzare le parate avversaria), uno per gli attacchi d’aura, e uno per il salto (volo). Tra i vari dorsali poi c’è il lock sui nemici, il pulsante per le mosse speciali, e naturalmente la parata, che ci consentirà anche una finestra di contrattacco se effettuata al momento giusto. Il quadro è piuttosto completo e privo di falle, tuttavia manca un certo equilibrio tra i personaggi, cosa fin troppo visibile nell’online, e persino nella modalità storia incapperemo spesso in situazioni di opprimente svantaggio che ci costringerà al grinding selvaggio. Sì, parliamo di grindind poiché, come in un gioco di ruolo, completando le battaglie il personaggio acquisirà punti esperienza per avanzare di livello e migliorare le sue statistiche, così come Zeni per comprare equipaggiamenti, accessori, e oggetti consumabili.
Il vero punto di forza di Dragon Ball Xenoverse è in effetti tutto quello che si trova “fuori” dalle sessioni di combattimento. Tokitoki City ha la funzione di un hub centrale dove troveremo svariati personaggi di giocatori connessi in quel momento, proprio come in un mmorpg, e potremo addirittura reclutarli per portarli con noi come supporti nelle missioni secondarie (che si dividono in vari gradi come in Monster Hunter) così da ottenere soldi ed esperienza, ma anche sperare nel drop casuale di importanti oggetti e mosse speciali con cui personalizzare il nostro guerriero. Tra negozi vari e quant’altro, a Tokitoki City sarà possibile non solo quindi intraprendere missioni di storia e secondarie, online e offline, ma anche trovare famosi personaggi della serie e diventare i loro pupilli per imparare le loro mosse caratteristiche, o addirittura cercare le sfere del drago per esprimere svariati desideri come quello di resettare il nostro eroe e reinserire i punti ottenuti nelle sue statistiche da zero.
Kamehameha come se piovesse
Tecnicamente, Dragon Ball Xenoverse mostra nettamente la sua superiorità rispetto agli scorsi titoli, nonostante ciò viene però penalizzato parecchio dal fatto che sia un gioco multipiattaforma cross-gen, il che lo porta a dover tenere il passo con PS3 e Xbox 360 anche sulla nuova generazione di console, non dando mostra così di denti e artigli come avremmo sperato. Fortunatamente la versione PS4, quella testata da noi, non presenta alcun tipo di calo di framerate, cosa che accade fastidiosamente nella generazione precedente (almeno per sentito dire). Il comparto audio ci dona un ottimo doppio doppiaggio inglese/giapponese (inutile dire quale vi consigliamo) e tracce audio molto ispirate e ben fatte, tra le quali spicca come opening l’ottimo rifacimento di Cha-la Head Cha-la già sentita come titolo di coda sul film Battle of Gods.
Grandiosa la longevità, che presenta moltissime missioni di storia, un’esorbitante quantità di missioni secondarie, e la possibilità di mettersi a farmare oggetti collezionabili e accessori a non finire. Uniamo a ciò il combattimento online ed ecco che agli appassionati questo gioco finirà col durare facilmente più di cento ore, nonostante il dislivello tra le potenze dei personaggi nelle battaglie in rete sia fastidioso ed evidente. Inutile infatti impegnarsi e mostrare la propria bravura quando di fronte ci vengono posti Broly con la sua schiacciante potenza o combinazioni di oggetti che permettono la ricarica di aura infinita con conseguente spam di mosse speciali.
[signoff icon=”quote-circled”]Dragon Ball Xenoverse mostra finalmente come con un po’ di impegno, un brand così famoso è capace di riacquistare il dovuto splendore. Il team di sviluppo ha abbandonato tutte le vecchie certezze e ha deciso di rimescolare le carte in tavola, dando al giocatore una scusa per vedersi riproposta la storia che già conosce a memoria, ma con un’ottima infarinatura di cambiamenti inaspettati, come il vedere Vegeta spararsi le pose di Ginew al posto del suddetto comandante della Ginew Toku Sentai. Un vero peccato per l’inevitabile disequilibrio tra le potenze dei personaggi, ma tutto ciò che fa da contorno ai combattimenti è di quanto più curato e longevo potessimo aspettarci. Forse non saremo tornati ai tempi di Budokai Tenkaichi 3, ma possiamo senz’altro consigliare l’acquisto a tutti i fan della serie di Toriyama che aspettavano con ansia un gioco degno di questo nome.[/signoff]