Doraemon Story of Seasons: Friends of the Great Kingdom – Recensione
Chi lo sa come fa, a cambiare realtà, va qua e là, quando e come gli va… Doraemon Story of Seasons: Friends of the Great Kingdom è ambientato dopo circa tre anni dal ritorno di Nobita e dei suoi amici a una vita quotidiana fatta di sgridate, noiosi compiti scolastici e faccende domestiche. Il desiderio di fare ritorno al loro intimo mondo bucolico cresceva pertanto di giorno in giorno, fino a quando l’ennesima sequela di seccature li ha convinti a lasciarsi la realtà alle spalle per volare con la fantasia.
Spalleggiati ancora da Bandai Namco, i ragazzi di Marvelous hanno ripreso in mano fertilizzanti e zappe al fine di preparare il terreno ai possessori di PlayStation 5, Nintendo Switch – la versione qui in esame – e PC (tramite Steam) con un nuovo crossover spin-off tra Story of Seasons e il grande felino figlio di Fujiko Fujio. Riprendendo i raccolti meglio riusciti di Doraemon: Story of Seasons, il suo seguito spirituale ne lima i frutti più acerbi, espandendo i suoi appezzamenti e offrendo il chiusky per l’evasione dall’ordinario.
Che gatto spaziale
I fan del gatto spaziale saranno lieti di sapere che l’ultimo simulativo di vita agreste firmato Marvelous attinge maggiormente dall’anime e dal manga rispetto al suo predecessore sopra citato. Se infatti il titolo del 2019 usava una sorta di pretesto estraneo al franchise per giustificare le sue intenzioni ludiche, Friends of the Great Kingdom riassesta i binari in favore di un contesto narrativo più vicino al materiale di appartenenza.
È da una lite familiare simile a tante altre che inizia una delle giornate più incredibili per il protagonista. Che sia stato un brutto voto a scuola, l’avere dormito oltre il tempo concesso o una pigrizia esagerata a innescare la discussione ha ormai poca importanza per Nobita: le tante vessazioni lo hanno stancato, e decide di trovarsi con il suo gruppo nel parco vicino casa, loro punto di riferimento di tanti pomeriggi, con l’idea di godersi le vacanze estive.
Con Doraemon però, qualsiasi svago esce fuori dall’ordinario ed ecco che dalla sua magica tasca il gatto robot pesca una navicella spaziale che trasporta il gruppo lontano dalla Terra, in fuga da ogni responsabilità. Atterrata in una zona boschiva su un misterioso pianeta, l’allegra combriccola scopre un bambino ferito e si appresta ad aiutarlo. Lumis, questo il suo nome, si scoprirà essere il principe del Regno di Illumina. Gentile e cortese, il giovane appare l’opposto rispetto alla madre, la regina Lucinda, che spaventata dalla possibile minaccia data dagli “alieni” decide di confiscare il loro mezzo spaziale. In attesa di una soluzione, il nuovo amico di Nobita affida a lui e agli altri la gestione della fattoria precedentemente appartenuta a suo padre.
Sebbene più articolata e palpabile nell’economia del gioco rispetto al predecessore, la trama di Doraemon Story of Seasons: Friends of the Great Kingdom è un pretesto atto a fare da collante con il Gameplay. A onor del vero, le fitte linee di dialogo sono tutte ben realizzate, contestualizzate nello spirito gioviale della serie animata.
Comune a molti altri prodotti della stessa azienda è una commistione inizialmente straniante tra testi inglesi e voci giapponesi: l’assenza di una localizzazione in italiano non deve rappresentare una discriminante per un eventuale acquisto – considerando la subalternità dell’elemento narrativo propriamente detto a fronte di quello ludico – ma rimane una piccola mancanza che avrei voluto vedere colmata.
Nuovi amici per Nobita
Chi è stato un possidente in Story of Seasons o in Stardew Valley troverà grande familiarità con questo crossover tra il primo e Doraemon. Potrei riassumere Friends of the Great Kingdom come un simulatore di vita contadina duro e puro, con una visuale isometrica tale da mostrare una porzione sufficiente della schermata minuta di Nintendo Switch, una proprietà nella quale coltivare vegetali e allevare animali attivando un circolo proficuo di compravendita, con la possibilità di esplorare il paesino adiacente per acquisti e altro. Descrivere il titolo come freddo ciclo di raccolti, vendita, guadagni e spese non gli renderebbe però giustizia, a fronte di una serie di elementi piacevoli per fan (o meno) del gatto parlante. Nobita può infatti alternare la sua routine contadina facendo un salto in paese sì per ragioni imprenditoriali, ma anche per il semplice gusto esplorativo e per stringere rapporti via via più solidi.
I personaggi che popolano la zona vorranno conoscere il protagonista ed eventualmente chiedergli dei favori, in prevalenza consistenti nel reperimento di risorse specifiche. Nel novero di questi scambi proficui sono inclusi Doraemon e gli stessi amici di Nobita, una scelta funzionale al gameplay eppure una lieve stortura in fatto di coerenza narrativa, come se il legame tra l’uno e gli altri sia stato cancellato. Esclusi questi ultimi, gli abitanti di Illumina beneficiano di una caratterizzazione che, come nelle produzioni di fumetti e serie animate, va di pari passo con il loro mestiere: il fabbro ha una stazza possente, ma dimostra un cuore d’oro, mentre l’anziana Granny pare sentire il peso del suo vissuto, tuttavia avrà sempre una buona parola per i bambini. Trovare insomma del fermento per ogni scappata dalla fattoria, persone con le proprie mansioni spinte a dare una mano piuttosto che dei manichini virtuali supporta l’immersione nel gioco.
Solo tu ci regali, dei gadget speciali
Nel generale, l’ultima fatica di Marvelous modifica ed evolve molti aspetti del precedente episodio crossover, dalla navigazione dei menù (con una mappa abbastanza dettagliata e le indicazioni per ogni personaggio in tempo reale) alla gestione del tempo (circa due secondi di tempo reale corrispondono a un minuto virtuale, incarnando ottimamente il concetto di esperienza che lascia al giocatore modo di autogestirsi) passando per l’aggiunta di quattro strumenti da destinare all’accesso rapido. Certo, il tutorial è molto compassato e nelle prime fasi si percepiscono i limiti del contadino principiante, ma tanti input ben dosati incalzano il giocatore a proseguire senza annoiarsi.
Se in altri esponenti del genere, come Hokko Life, un equilibrio mal calibrato espone il giocatore a una frustrazione di fondo nel tentativo di arrivare al termine della giornata, costringendo a saltarne alcune, a rimanere senza soldi, in quello di Marvelous si forma un loop di gameplay appagante. Mentre nel predecessore i chiusky erano il traguardo finale, in Doraemon Story of Seasons: Friends of the Great Kingdom – se ne contano ben 80 – fungono da vantaggi vari nella progressione dell’avventura. Ancora, approfondendo il legame con i vari personaggi sarà possibile sbloccare una sorta di modifiche per gli strumenti magici di Doraemon a ingolosire tanto il fan quanto il semplice curioso.
I semi hanno una specifica stagionalità parimenti alla vita reale, segnalata con un comodo sistema di colorazione dei sacchetti. Non solo, una capatina alle miniere della zona sarà obbligatoria al fine di trovare rame e ferro per potenziare gli strumenti. Mancano i rapporti amorosi e i matrimoni tipici di altre produzioni dal carattere simulativo, ma gli autori sono riusciti sapientemente a spostare il perno su temi differenti, senza lasciare che queste vengano avvertite come delle mancanze.
Un vacanza da sogno
Provate a immaginare: stanchi dalle fatiche di una giornata passata a picconare pietre (perdendo cuori di energia in maniera consona ed equilibrata) e a seminare e trasportare il raccolto nella cesta per essere venduto, vi spostate nella zona boschiva a due passi dalla fattoria, superato il centro. Si sta avvicinando il tramonto, uno di quelli autunnali che pretende di omologare i colori del cielo a quelli della terra, ammantati da una gamma di colori pastello e da una lieve eppure percettibile sfocatura ad acuire il sapore onirico del tutto.
Se il loop di gameplay vi ha conquistati, rimarrete rapiti dalla direzione artistica di Friends of the Great Kingdom. I paesaggi naturali e le casupole orchestrano una sinfonia rurale accogliente e deliziosa. Il charter design, poi, esprime al meglio lo spirito del manga di appartenenza, aiutato dai balloon dei dialoghi confezionati al meglio. Sul piccolo schermo di Nintendo Switch le tonalità di arancione, i verdeggianti prati e i rivoli azzurri delle acque danno il loro meglio senza fare mai sentire la mancanza di una delle piattaforme concorrenti, una sensazione appena percepibile invece sui tempi di caricamento, di qualche secondo di troppo considerato che ogni ingresso esige tale spaccatura. Buono infine l’accompagnamento sonoro, delicato e cullante in maniera soddisfacente.
Chi desidera una fuga dalla realtà quotidiana in forma virtuale può assicurarsi zappa, rastrello e partire alla volta di Doraemon Story of Seasons: Friends of the Great Kingdom. L’ultima fatica di Marvelous e Bandai Namco incarna in maniera ottima il concetto di crossover, lasciando che il felino parlante di Fujiko Fujio confluisca nelle dinamiche consolidate da Story of Seasons senza smottamenti. Il timore di un gioco appetibile per i soli fan della serie animata e del manga è stato scongiurato dalla maturità degli sviluppatori verso il genere di appartenenza, rendendo il suo frutto saporito grazie anche a una direzione artistica sublime. Lasciate che Doraemon peschi per voi un altro chiusky, non ve ne pentirete.
Doraemon Story of Seasons: Friends of the Great Kingdom è un ottimo connubio tra le caratteristiche di Story of Seasons e la serie animata giapponese, divertente tanto per i fan di quest'ultima, tanto per gli amanti dei simulativi di vita contadina in generale.
Pro
- Gameplay loop equilibrato e divertente
- Lo spirito del manga e dell'anime si percepisce in maniera ottima
- Direzione artistica delicata e sublime
Contro
- Qualche schermata di caricamento di troppo