Donkey Kong Country: Tropical Freeze – Recensione
Quando nel 2010 Retro Studios completò lo sviluppo di Donkey Kong Country Returns compì un’impresa eccezionale: riportare in auge una delle serie più celebri dell’epoca SNES rendendo giustizia all’opera della Rare dei tempi d’oro. E scusate se è poco. Se con Returns il team texano dimostrò una sorprendente capacità nello sviluppare platform, con Donkey Kong Country: Tropical Freeze, uscito quattro anni dopo su Wii U, diede prova di aver raggiunto una vera maestria nel genere. Mentre Super Mario 3D World riscosse un successo più ampio grazie alla popolarità dell’idraulico baffuto, ma anche alla maggiore accessibilità per profani e giocatori più giovani, la nuova avventura dei Kong venne apprezzata per la difficoltà più stimolante e il suo stile più vicino alle proprie radici 2D.
Nonostante Tropical Freeze sia uno dei migliori titoli su Wii U, non raggiunse vendite esaltanti, sicuramente per via della sua natura meno accomodante, ma anche a causa della console di elezione, che ha sempre avuto grandi difficoltà di vendite. Ecco quindi che Nintendo, come per Mario Kart 8, ha deciso di riproporlo sul più fortunato Switch.
Rompiamo il ghiaccio
Se Returns ebbe il compito di resuscitare il feel originale con continui riferimenti all’opera su SNES, Donkey Kong Country: Tropical Freeze ne riprende le meccaniche generali (ad esclusione del soffio di Donkey Kong) e ne espande l’esperienza, a cominciare dai nuovi personaggi. A supportare Donkey ora non ci sarà solo Diddy, ma anche Dixie e Cranky; la prima fornirà ai nostri salti una spinta supplementare verso l’alto, mentre il secondo proteggerà i nostri atterraggi da nemici e spuntoni vari rimbalzando sul suo bastone in modo del tutto simile a Zio Paperone in DuckTales.
Nonostante il level design mantenga il contatto con lo spirito dei platform d’antan, riesce nell’impresa di risultare comunque fresco e vigoroso. Uno dei più grandi pregi del titolo è quello di presentare in ogni livello un’ambientazione o tema specifico, molto meno “riciclato” rispetto al passato. Ogni schema offre soluzioni di gameplay originali e variegate, a volte cambia dinamicamente durante l’esplorazione stessa, e spesso coinvolge elementi ambientali nuovi verso i quali adattare l’approccio. E se in Returns la mancanza di sezioni subacquee era palpabile, sarete felici di sapere che in questo seguito avrete a che fare anche con livelli totalmente o parzialmente sommersi.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze è una memorabile e stimolante epitome di level design old-school che rende giustizia all’eccellenza Nintendo. Ma se il suo colpo d’occhio colorato vi ispira un insoddisfacente gioco per bambini vi sbagliate di grosso. Dopo i primi mondi tutto sommato accomodanti, che sostengono una buona curva di difficoltà, in diverse occasioni vi ritroverete a consumare numerose vite nel cercare di superare tratti particolarmente impegnativi che richiederanno grande tempismo e coordinazione perfetta. Non siamo di fronte a standard da Super Meat Boy o Celeste, bensì a una difficoltà risoluta ma bilanciata. La soluzione degli ostacoli non è mai disonesta, la risposta ai comandi è ottima, quindi il successo è tutto nelle vostre mani e nella vostra capacità di migliorare; e ogni volta che morirete (e succederà) non potrete che riconoscere che è stata colpa vostra.
Il completamento dell’avventura è già soddisfacente di suo, ma se siete dei veri e competitivi appassionati di platform, il gioco offre un buon numero di contenuti. È vero che i mondi sono meno numerosi rispetto al passato (sei rispetto agli otto di Returns), ma i livelli che li compongono sono più lunghi e alcuni di essi nascondono strade nascoste che sbloccheranno due livelli segreti per ciascun mondo. Fanno ritorno inoltre i pezzi di puzzle e le lettere KONG, la cui raccolta permetterà di sbloccare ulteriori livelli nascosti e un intero mondo bonus. Insomma, i completisti avranno pane per i loro denti.
Jungle style
Ad accompagnare il virtuoso gameplay troviamo una presentazione pregevole. L’aspetto grafico richiama in alta definizione tutta la magia degli originali DKC, con ambientazioni dai colori brillanti e animazioni fluide e reattive. Già su Wii U il titolo girava a 60 fps per 720p; ora su Nintendo Switch può contare su una risoluzione migliorata di 1080p in modalità docked e 648p in modalità portatile, mantenendo lo stesso solido frame rate. Uno spettacolo per gli occhi che farà la gioia di qualsiasi fan Nintendo, così come la sensibile riduzione dei tempi di caricamento.
Un altro punto a favore di Donkey Kong Country: Tropical Freeze, che lo eleva rispetto al pur lodevole Returns, è il ritorno di David Wise, eccezionale compositore dell’originale trilogia su SNES. Wise ci delizia con una colonna sonora perfetta, riproponendo alcune indimenticabili tracce classiche remixate per l’occasione, e accostando ad esse nuovi brani che accompagnano perfettamente i nuovi mondi e vi entreranno nel cervello spingendovi a canticchiare o tamburellarne il ritmo.
One-monkey show
Miglioramenti tecnici a parte, questa versione di Donkey Kong Country: Tropical Freeze si presenta come un port estremamente fedele. L’unica novità degna di nota è rappresentata dalla Modalità Funky che potremo selezionare all’inizio dell’avventura e che ci metterà, appunto, nei panni di Funky Kong, il gorilla surfer che i fan ricorderanno senz’altro per i suoi ruoli di supporto ai protagonisti nel corso della serie.
L’esuberante primate può contare su numerose capacità speciali. Oltre ad avere le stesse capacità di Donkey, egli ha più energia (ben cinque cuori), è capace di eseguire un doppio salto, di respirare sott’acqua, e, grazie alla sua tavola da surf, può darsi una spinta supplementare nei salti e planare, oltre a evitare di essere danneggiato da spuntoni e simili. Funky riassume quindi in un unico personaggio tutte le capacità degli altri senza doverli trovare strada facendo e senza il rischio di perderli a causa dei danni. E, come proprietario dei negozi di oggetti extra, può godere di un conveniente sconto per gli acquisti. È chiaro quindi che la Modalità Funky sia una modalità per principianti che Nintendo ha introdotto per venire incontro a una delle pochissime lamentele rivolte al titolo originale, cioè la sostenuta difficoltà che scoraggiava i novizi e i più giovani.
A parte questa feature non troviamo novità importanti in questa versione. Nonostante il titolo sia validissimo già così com’è, non ci sarebbe dispiaciuto qualcosa che migliorasse la poco convincente modalità multiplayer, che comunque non rappresenta un lato imprescindibile del gioco.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze merita senza dubbio l’interesse da parte di qualsiasi amante dei platform. In particolar modo, se avete amato le avventure dei Kong su SNES, questo seguito di Returns, con il suo umorismo, le sue dinamiche e la sua colonna sonora, vi farà giocare col sorriso stampato sulla faccia, interrotto solo dallo sguardo serio e concentrato nelle fasi in cui morirete ripetutamente nello stesso dannato livello, per poi tornare nuovamente per la soddisfazione di averlo superato. Il lavoro di level design di Retro Studios è superlativo, la difficoltà è stimolante e mai ingiusta. Resta comunque il fatto che, Modalità Funky a parte, questo port su Switch non propone nulla di nuovo rispetto alla versione Wii U, quindi se ci avete già giocato a suo tempo non vi sono grandi motivazioni per acquistarlo nuovamente. Se invece non avete mai toccato l’originale, il nostro consiglio è di cogliere quest’occasione per recuperare quello che è uno dei platform Nintendo più divertenti degli ultimi anni.
Pro
- Level design eccezionale
- Livelli lunghi, variegati e pieni di cose da scoprire
- Grado di sfida stimolante e soddisfacente
- Comparto grafico e sonoro ammirevoli
Contro
- Pochissime novità rispetto all'originale per Wii U
- Multiplayer ancora sotto tono