Disgaea: Hour of Darkness – Recensione Disgaea: Hour of Darkness

Disgaea:Hour of Darkness fu, per Nippon-Ichi Software, quello che fu Final Fantasy per Squaresoft: non solo il titolo che ne risollevò le sorti, ma quello che ne permise l’ascesa nell’Olimpo delle software house.
Fino al 2003 in effetti la Nippon Ichi (il cui nome significa "Il migliore del Giappone") aveva prodotto videogiochi che non avevano mai oltrepassato i confini nipponici, e l’unico ad averlo fatto, Rhapsody, non aveva raccolto il successo sperato. Con Makai Senki: Disgaia  N1 tentò allora il tutto e per tutto: pubblicato sul mercato USA da ATLUS, celeberrima SH con una blasonata tradizione di giochi di ruolo strategici (uno su tutti, Ogre Battle), proprio come con Rhapsody, al contrario di quest’ultimo il gioco vendette in pochissimo tempo un elevato numero di copie e divenne così il paradigma dello SRPG made in Nippon ichi.
 

L’elogio della follia

Quando viene risvegliato con metodi poco ortodossi dalla fida (?) vassalla Etna, il principino Laharl viene subito messo al corrente del caos in cui è piombato il suo tenebroso regno, Netherworld: suo padre, il temibile Overlord re Krichevskoy, è morto ben due anni prima (alla faccia del sonnellino del principe) e attualmente il trono è ambito da altri demoni assetati di potere, disposti ad attuare qualsiasi mezzo per levare di torno l’infernale moccioso e soffiargli la legittima eredità. A Laharl , accompagnato da Etna e, come si vedrà nel corso dei quattordici episodi che compongono la storia, da altri stravaganti personaggi, spetta quindi di difendere il potere che gli spetta di diritto e dimostrare a tutti, nel bene o nel male, che è degno del titolo di Overlord.
Risalta sin da subito che la forza della trama risiede in situazioni irresistibilmente folli arricchite di un umorismo grottesco e soprattutto nell’indimenticabile cast di protagonisti: Laharl è un bambino presuntuoso e non viene preso sul serio da nessuno; la sua più fidata servitrice, la diavoletta Etna, è quanto di più inaffidabile e doppiogiochista l’Inferno possa produrre: alle sue dipendenze ci sono i Prinny, buffe creature simili a pinguini di pezza che in realtà contengono le anime di criminali che scontano, attraverso turni di lavoro molto prossimi alla schiavitù, il fio delle loro colpe…
Per completare il tutto, ben presto si unirà al gruppo la dolce e ingenua Flonne, angioletto apprendista arrivata da Celestia con l’obiettivo di assassinare Krichevskoy, ma rimasta a Netherworld con la ferma intenzione di scoprire se anche i demoni sono in grado di amare. Una sana dose di follia caratterizza anche i comprimari, tra i quali non si può non citare il conte Vyers: narcisista fino al midollo, si autoproclama con scarsissima modestia Dark Adonis, ma sin dalla sua prima apparizione si vede appioppare il titolo di Mid-Boss (Chuu-Boss in lingua originale) dai diabolici marmocchietti.
La storia è quindi sapientemente infarcita da siparietti comici ben riusciti, battute pungenti, citazioni, persino riferimenti sessuali (il punto debole di Laharl sono le donne coi seni prosperosi), ma anche da momenti di riflessione mai banali o puerili nonostante le apparenze, che potrebbero persino strappare qualche lacrimuccia ai più sensibili.; le anticipazioni di fine episodio poi, ispirate a quelle degli anime, sono surreali e divertenti, spesso completamente avulse dalla storyline effettiva e affidate al carismatico character che è la demonietta Etna: una vera e propria chicca.   Ben lungi dalle atmosfere auliche e solenni di un altro capolavoro  del genere (Final Fantasy Tactics), tuttavia la storia di Disgaea, umoristica e ben congeniata, non fallisce nello scopo di lasciare un segno indelebile nelle menti e nei cuori di chi l’ha giocato.
 

Una vita d’Inferno

Oltre che nell’esilarante trama, Disgaea mostra i suoi punti di forza in un gameplay profondo e soprattutto in un sistema di personalizzazione del personaggio e del suo equipaggiamento, che offre possibilità praticamente infinite, già a partire dal numero delle classi disponibili (non tutte dall’inizio), ben 150.
La meccanica degli scontri fonde elementi classici del RPG strategico a turni a delle features nuove di pacca, che diventeranno quasi un leit-motiv per i successivi titoli Nippon-Ichi. In particolare si tratta del sistema lift-and-throw, i team-attack e le combo count, e in ultimo, ma assolutamente da non sottovalutare, i Geo Panel. In effetti oltre alle classiche opzioni di movimento sulla mappa isometrica, attacco e mossa speciale (quest’ultima peculiare in base alla professione del personaggio e dell’arma equipaggiata), i personaggi "umani" potranno usufruire di una caratteristica davvero utile sul piano tattico: ovvero quella di sollevare (lift) e lanciare (throw) di un certo numero di caselle  unità alleate o avversari (o anche oggetti, come i Geo Symbol) allo scopo di allontanare, avvinare o persino fare prigionieri i nemici "mostri". utilizzare bene questo sistema può fare la differenza in battaglia, tenendo anche conto che lanciare un prinny equivale a scatenare un devastante effetto esplosivo nelle caselle adiacenti a quella in cui lo sfortunato pinguino kamikaze involontario atterrerà. I team attack, come dice il nome stesso, sono dei colpi effettuati in cooperazione con i membri del proprio party che si trovano nelle immediate vicinanze di chi attacca: una certa percentuale di compatibilità influenzerà il numero dei personaggi coinvolti scatenando una combinazione a catena di attacchi; più alto è il danno inferto in combo, più si riempirà la barra dei bonus (bonus gauge) ottenibili al termine degli scontri. in ultimo, è doveroso accennare, sebbene sia un sistema a primo acchito complesso, dei Geo Symbol e i Geo Panel. In alcuni livelli infatti, le caselle della mappa saranno caratterizzate da una certa varietà cromatica (rosso, verde, giallo, blu e viola): qui entrano in gioco i Geo Symbol, oggetti piramidali posti casualmente sulla battle map; essi si distinguono per colore e status, e influenzeranno la "mattonella" in cui si troveranno; ad esempio, se il Geo Symbol con status "silence" si trova su una casella rossa, tutte le altre della medesima tonalità saranno "afflitte" dallo status "silence". Il colore del piccolo prisma invece indica che in caso venisse "eliminato" (colpendolo come un qualunque avversario) la casella su cui si trova  cambierà di conseguenza nel colore del Geo Symbol e così via tutte le "simili", con un effetto domino spesso imprevedibile. Se tutto questo può sembrare complicato, è perchè lo è: ma con un pò di allenamento si può riuscire a padroneggiare tranquillamente anche questo sistema, per poi usarlo a proprio vantaggio in modo da stravolgere le situazioni più ingarbugliate.

L’Assemblea Oscura

Il castello di Laharl funge praticamente da quartier generale del gioco, tramite il quale si può accedere ai "luoghi" utili per completare l’avventura: l’ospedale, in cui si risanano hp/sp e gli status negativi, i negozi di armi e equipaggiamenti vari (filiali infernali della RosenQueen Co.,-  che nella realtà distribuisce tutto il merchandising della serie Makai Senki, nds.) e il portale collegato agli ambienti in cui si svolgono le battaglie; Inoltre, parlando ad un determinato NPC, si può entrare in due "mondi" particolari, ovvero la Dark Assembly e l’Item World.
La Dark Assembly, come indica il nome stesso, è una sorta di Senato composto da demoni di ogni tipo:eh si, perché Laharl sarà pure il principe, ma a Netherworld conta meno di un prinny, e le sue decisioni non possono essere attuate se non con l’approvazione di questo corrotto organo legislativo; Per sbloccare livelli aggiuntivi, o semplicemente permettere che i negozi vendano merce più appetibile e preziosa è necessario che la "proposta di legge" passi nella Dark Assembly:  per fare questo al personaggio occorrerà inizialmente un certo quantitativo di Mana (che aumenta in base agli avversari sconfitti), dopodiché attenersi al giudizio dei diabolici (in tutti i sensi) Senatori. Questi ultimi potranno propendere per la nostra parte o, nel peggiore dei casi, odiarci con tutte le loro forze: per conquistarne i favori e la maggioranza dei SI al momento del voto bisogna quindi trovare il modo per far cambiare loro idea; quale migliore tecnica- non si dimentichi che siamo tra diavoli!- se non la corruzione? Regalare un oggetto desiderato al Senatore di turno è il metodo migliore per aumentare le probabilità che la proposta venga accettata. I demoni si sa, sono  altamente tornacontisti e mprevedibili, quindi il risultato non è mai scontato. qualora infatti la proposta venisse respinta ( e succederà molto spesso), l’unico modo per imporsi sarà con le "cattive", picchiando di santa ragione i senatori avversi per far cambiare loro idea: arma a doppio taglio questa, perché gli sconfitti torneranno più agguerriti che mai nella prossima sessione legislativa.

Dentro gli oggetti!

Disgaea si distingue, per follia, da altri titoli del suo stesso genere, ma non solo per le caratteristiche descritte finora. il sistema più strano e articolato, e indubbiamente originale, è quello che permette il potenziamento di qualsivoglia oggetto dell’inventario, praticamente entrando al suo interno. Intanto c’è da definire bene che le armi e gli altri item sono caratterizzati da alcuni parametri che le fanno differire in maniera sostanziale anche da quelle dello stesso tipo: questo è dovuto dalla loro rarità e soprattutto dagli "abitanti" dell’arma stessa, i cosiddetti "residenti". "Entrando" nell’oggetto, attraverso il portale dell’Item world, si avrà modo di potenziarlo inanellando una serie di livelli – divisi generalmente di decina in decina- Nel corso di questi stages, che presentano in più, rispetto ai livelli "normali" un pannello di uscita (spesso custodito da un guardiano) si affronteranno dei nemici speciali ( i residenti per l’appunto) che una volta sconfitti incrementeranno i parametri dell’oggetto ad essi abbinato. Più livelli dell’Item World si superano con successo, più l’oggetto in questione incrementerà in potenza, utilità e soprattutto pregio. Quello dell’Item world è comunque un sistema molto profondo, che prevede una libertà quasi totale di personalizzazione, dato l’elevato numero di combinazioni possibili con i "residenti" stessi, che sono esportabili da un oggetto all’altro. come in ogni cosa, richiede la giusta attenzione per padroneggiarne i meccanismi, ma una volta compreso il funzionamento, potrà dare le dovute soddisfazioni.


"An addictive game that will deprive kids for sleep"

Dal punto di vista tecnico Disgaea non delude ma strappa poco più di una sufficienza: Dal lato grafico infatti abbiamo lo stupendo e appropriatissimo character design in stile anime di Takehiko Harada, apprezzabile nelle cut-scene e nel design degli sprites dei personaggi da una parte; dall’altra, una veste grafica un pò datata durante gli scontri, e non dettagliata come si dovrebbe, con sfondi troppo piatti e spogli, superati persino da quelli visti su Playstation con Final Fantasy Tactics. Tuttavia gli effetti speciali sono più che buoni e non comportano alcun rallentamento, neppure nelle fasi più intricate. Parlando del sonoro, nulla da dire sulle varie BGM, adatte allo stile horror-umoristico, eccezion fatta per l’unica traccia di sottofondo dell’Item world, che approda facilmente nei tristi lidi della monotonia e della ripetitività. Orecchiabili e gradevoli anche i brani cantati, tra cui ricordiamo il pezzo degli Tsunami Bomb, "The Invasion from Within", mentre sono degne di lode le parti recitate, con attori sempre all’altezza della situazione, e sopratutto con voci perfettamente calzanti allo spirito freak dei personaggi.
Concludendo, Disgaea:Hour of Darkness è uno di quei titoli che tengono incollati i giocatori in interminabili sessioni di gioc. dotato di una buona profondità e di una longevità pressochè illimitata,  gli si può imputare il difetto di una certa facilitàdi fondo a livelli molto alti. Infatti, trovandosi il più alto livello raggiungibile a quota 9999, la componente strategica rischia di essere messa da parte da chi si diletta a pompare al massimo consentito ogni personaggio. per chi invece non ambisce al powerlevel , la sfida sarà stimolante, anche se spesso altalenante, dati alcuni picchi di difficoltà davvero notevoli. Nonostante questi difetti, piuttosto opinabili d’altra parte, Disgaea:Hour of Darkness resta comunque un capolavoro del suo genere, vessillo del gdr strategico che vede nei prodotti di Nippon-Ichi la sua moderna e più innovativa incarnazione; la vita all’Inferno non è mai stata così divertente.

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