Disgaea 6: Defiance of Destiny – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

Nonostante gli JRPG tattici siano relativamente poco gettonati e le serie classiche nel corso degli anni siano andate assottigliandosi, gli appassionati di questo genere sanno di poter contare ancora oggi su pochi ma solidi capisaldi che come Fire Emblem e Disgaea. La saga di Nippon Ichi ha arricchito e rifinito la propria formula sempre più fino a culminare con Disgaea 5: Alliance of Vengeance, la cui versione Complete (di cui trovate la nostra recensione qui) è a oggi ancora il capitolo più soddisfacente sul mercato.

Dopo circa sei anni dall’uscita del quinto capitolo, Disgaea 6: Defiance of Destiny tenta nuovamente di portare qualcosa di nuovo. A fronte di diverse novità che spingono e agevolano il mood di eccesso che da sempre caratterizza la serie, il nuovo capitolo non riesce a raggiungere un nuovo livello di qualità per la serie.

Protagonista di questa nuova avventura è Zed, uno zombie ossessionato dall’idea di sconfiggere il Dio della Distruzione che, come il suo ruolo suggerisce, sta facendo strage nell’universo di Disgaea. Per questa impresa apparentemente folle, il protagonista può contare quantomeno su una sua abilità molto peculiare, la Super Reincarnazione: ogni volta che viene ucciso, Zed torna in vita in un mondo differente, con una potenza aumentata. Dopo innumerevoli sconfitte, il suo saggio compagno canino Cerberus gli consiglia di smettere di continuare ad affrontare il suo avversario da solo, ma di portare con sé dei compagni che lo aiutino in questa impresa titanica. Anche se controvoglia, Zed inizierà dunque ad arruolare vari personaggi nei mondi che visiterà, alcuni totalmente inediti e altri familiari ai fan della saga.

Disgaea 6

Parliamoci chiaro: Disgaea non ha mai brillato per profondità narrativa, quanto piuttosto per la capacità di divertire con il suo humor demenziale tipicamente nipponico. Anche in questo caso ad attirare l’attenzione del giocatore è più che altro il mistero che circonda la motivazione di Zed a vendicarsi del Dio della Distruzione. Motivazione che però viene rivelata solo nelle fasi avanzate dell’avventura. Non sarebbe neanche un problema di per sé – anzi, lo stile narrativo delle produzioni giapponesi spesso segue questa prassi – se non fosse che, prima di farsi interessante, la storia è sorretta unicamente dalle storielle dei personaggi secondari, che si susseguono con una formula ciclica e decisamente trita che ha ben poco di appassionante.

Anche dal punto di vista della caratterizzazione i personaggi lasciano molto a desiderare, cadendo troppo banalmente nei soliti cliché; se aggiungiamo che persino alcune gag a lungo andare faticano a strappare un sorriso, appare evidente che il ritmo narrativo e i personaggi avrebbero potuto essere gestiti meglio. Sia chiaro: alcuni personaggi e situazioni sapranno sicuramente divertirvi e, in particolare, i fan della serie e del suo umorismo si sentiranno a casa; semplicemente, non quanto gli episodi passati erano stati capaci di fare.

Disgaea 6

Il punto forte di Disgaea 6 è senza dubbio il gameplay, che eredita gran parte delle feature centrali della serie, cercando peraltro di smuovere un po’ le acque con alcune novità. Una di queste riguarda proprio la Super Reincarnazione di Zed, che ci permette di riportarlo al Livello 1 con un significativo aumento delle statistiche; questo permette di incrementare la potenza del personaggio a livelli altrimenti irraggiungibili. A proposito di livelli, Nippon Ichi ha portato il level cap all’assurda cifra di 99.999.999, ovviamente rendendo l’avanzamento di livello più rapido in modo proporzionale. Inoltre, se in passato i punti esperienza venivano assegnati in base alle azioni effettive compiute (lasciando indietro alcuni personaggi), ora questi vengono condivisi da tutte le unità che hanno preso parte alla battaglia.

Oltre all’esperienza, i personaggi ottengono anche dei punti Mana, che possono essere utilizzati per potenziare tecniche, magie e ottenere Evility. In generale, il gioco pone un grande focus sul potenziamento delle unità, dando al giocatori vari modi per farlo (ed elencarli tutti sarebbe intricato e sicuramente noioso da leggere); tra questi fa il suo gradito ritorno la Dark Assembly con i suoi senatori estremamente corruttibili.

Disgaea 6

Una delle feature più importanti, che ci aspettiamo che venga adottata anche nei futuri capitoli, è un sistema di battaglia automatico che ci permette di affidare le interminabili ore di grinding direttamente a un’intelligenza artificiale. Nell’arco del gioco potremo infatti sbloccare vari parametri per personalizzare la Demonic Intelligence, ovvero una struttura di varianti secondo cui le nostre unità agiranno automaticamente in risposta a certe situazioni. Se ad esempio la salute di un’unità scende sotto una certa percentuale, è possibile indicare di curarla.

Si tratta di un sistema paragonabile al Gambit System di Final Fantasy XII, ma ben più complesso, considerando la natura dei combattimenti. In effetti impostare tutti i parametri correttamente non è un compito semplice e, se si verifica una falla nel flusso di azioni, il gioco potrebbe incagliarsi su sé stesso, costringendovi a intervenire personalmente; ragione per cui sarà importante scegliere delle arene adatte che evitano imprevisti. Tuttavia, una volta che si è impostato tutto correttamente, questo sistema è particolarmente valido per ottimizzare ore di grinding con lo scopo di raggiungere i livelli più alti.

Disgaea 6

Una delle poche caratteristiche di Disgaea 6 davvero di stacco rispetto ai predecessori è il passaggio dagli sprite 2D ai modelli tridimensionali per i personaggi. Solitamente tale passaggio viene compiuto per migliorare l’aspetto del gioco, ma per Disgaea le cose non hanno funzionato al meglio. I modelli 3D possono essere graziosi, ma in particolare le loro animazioni in battaglia lasciano molto a desiderare, con pose rigide, scarse espressioni facciali e un anti-aliasing che si perde per strada.

Per di più su Nintendo Switch Disgaea 6 soffre a volte di alcuni problemi di prestazione piuttosto evidenti. Soprattutto quando ci sono numerosi personaggi a schermo, la fluidità tende a calare visibilmente, così come la qualità visiva. Evidentemente incapace di ottimizzare tecnicamente il gioco da sé, Nippon Ichi ha reso disponibile per il giocatore tre setting differenti: Graphics, Balanced e Performance. Graphics favoreggia la risoluzione a scapito degli fps, che rimangono ben sotto i 30; all’opposto, Performance favorisce la fluidità di gioco, ma avvilisce la qualità visiva in modo francamente inaccettabile. L’unica opzione decente rimane la Balanced, che offre un compromesso tra le due situazioni e che comunque risulta al di sotto delle reali capacità della console Nintendo.

Le illustrazioni dal canto loro sono sempre ben fatte. Anche le mappe presentano nuovi tipi di ambientazioni che abbiamo trovato stilisticamente accattivanti. Ognuna di queste aree è stata disegnata in funzione di diversi temi, solitamente riguardanti la storia (ad eccezione dell’Item World ovviamente). In generale, a livello artistico il gioco è piacevole e curato, come da tradizione.

Disgaea 6

Disgaea 6: Defiance of Destiny non è un cattivo gioco, ma fa qualche passo falso di troppo senza riuscire a proporre una formula davvero rinvigorita rispetto al passato. È chiaro che Nippon Ichi Siftware sia arrivata a al punto per cui non può permettersi più mezze misure, se vuole davvero rinnovare e portare avanti questa serie sì valida, ma che comincia a soffrire di una certa saturazione. Quest’ultimo Disgaea è capace comunque di soddisfare gli appassionati, purché non si aspettino un capitolo capace di superare i livelli di Alliance of Vengeance.

7.2

Pro

  • Gameplay tattico sempre solido e divertente
  • Diverse novità per potenziare il team
  • La Demonic Intelligence ottimizza i tempi di grinding

Contro

  • Trama e personaggi poco avvincenti
  • Tecnicamente deludente
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