DiscStorm

La tecnica dietro al lancio del frisbee è una delle più semplici da imparare. Un amico al parco con cui fare qualche prova (meglio se a quattro zampe) e il divertimento non sarà poi così tanto lontano. Non mancheranno gli avvenimenti catastrofici, certo. Quelli in cui la scarsa padronanza porterà il disco a viaggiare verso direzioni non gradite. Ma anche qui vi saranno le rispettive grasse risate. Si spera.

DiscStorm prende essenzialmente questo concetto, quello del lancio del disco, e lo trasferisce in un’arena, rendendo però le conseguenze catastrofiche sopra citate un must per sopravvivere. La componente intrattenitiva non è però altrettanto ben curata, e dopo qualche run questo indie d’azione, perde un po’ di fiato.

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Sviluppato da XMPT Games, DiscStorm ci intrappola in alcune arene claustrofobiche nelle quali  sarà necessario superare orde di nemici sempre più pericolose. Per farlo dovremo lanciargli contro uno dei tre dischi in nostro possesso e cercare di mandarli al tappeto. Ogni volta che un disco viene lanciato, può essere recuperato da terra una volta finito il suo volo; oppure potremo anche recuperarlo mentre è in quota, premendo un tasto (barra spaziatrice, per esempio) al momento opportuno. Le arene non sono grandi e il disco rimbalza su molte delle loro superfici, permettendo kill di ampio genere, il più delle volte non previste.

I controlli possono essere gestiti tramite mouse e tastiera, ma, a causa dell’enorme frenesia, è consigliato l’utilizzo di un controller, per cercare di gestire in maniera più accurata le azioni. Tutte le basi su cui si fonda il gameplay ci vengono spiegate all’interno del tutorial, che in maniera forzata ci impone di replicare le attività. Il tutorial ci pone davanti a un ristretto numero di nemici, e non ci prepara minimamente a quella che sarà l’esperienza nei successivi nove livelli: compreso il tutorial, abbiamo un totale di dieci arene da dover superare.

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Il cordiale boss della villa infestata.

Ogni arena ha lo stesso svolgimento: prima orda, mini boss, seconda orda, mini boss, terza orda, boss. Tra uno step e l’altro ci sarà un checkpoint, in questo modo non dovremo iniziare da capo se verremo sconfitti. In questi intervalli inoltre potremo recuperare parte della vita, rompendo gli scrigni che sono posti al centro dell’arena. I nostri Hit Points non si rigenerano in nessun altro caso, quindi sarà necessario destreggiarsi con cura durante la battaglia. Una volta finita un’arena riceveremo un outfit per il personaggio che abbiamo deciso di utilizzare e sbloccheremo l’arena successiva.

I nostri personaggi potranno eseguire altre azioni. Una delle più efficaci è il contrattacco, che può essere compiuto solo tenendo in mano almeno un disco: roteando intorno a se stesso, il personaggio potrà colpire col suo disco il proiettile nemico, e rimandarlo al mittente. Nel caso in cui non dovessimo averne nessuno in mano, utilizzando lo stesso tasto sarà possibile scattare da una direzione all’altra dell’arena, diventando per poco tempo invulnerabili agli attacchi nemici. Anche questa abilità è molto efficace, perché ci permetterà di recuperare con più facilità le nostre munizioni per ripartire con l’offensiva.

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Un chiaro esempio di multiplayer in locale. Armatevi di pazienza.. oltre che di amici!

Oltre alla modalità arcade, potremo invitare tre nostri amici e giocare insieme a loro in modalità multiplayer locale. Al momento non è ancora disponibile una modalità online, ma, se dovessimo essere in carenza di amici, potremo aggiungere dei nemici comandati dal computer, che sfortunatamente sono posizionati a livello di difficoltà estrema. Questa modalità è così confusionaria da farci diventare quasi catatonici, perché con difficoltà riusciremo a seguire le azioni finendo col rimanere inermi. C’è una unica ragione: la mancanza di personalizzazione. Non è infatti possibile scegliere il tipo di sfida, la difficoltà, e settagi vari come la possibilità di usare gli uni i dischi degli altri, ecc. All’avvio di una partita multiplayer si ha quel che si riceve, e va pesantemente a sfavore dell’intera esperienza.

Anche la modalità arcade ha delle fortissime carenze. Prima fra tutte la situazione del reward: come dicevamo, dopo aver scelto un personaggio e aver completato una determinata arena, riceveremo un nuovo outfit per questo personaggio. Questa skin non possiede caratteristiche specifiche, o potenziamenti particolari. Va a modificare solo l’estetica del character. Ora, a meno di essere degli esteti, difficilmente un giocatore sarà incentivato a seguire le difficoltose vicende, tra un livello e l’altro, senza avere un minimo di beneficio. Le arene sono ben varigate fra loro, i nemici e i boss seguono dei pattern efficaci e differenti, ma a meno di voler effettuare una partita ogni tanto, la rigiocabilità è molto bassa. E difficilmente immaginiamo che con ulteriori update le cose possano cambiare.

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I boss sono molto tosti. Per fortuna che vi sono i Checkpoint.

Il lato artistico è molto più curato rispetto a quello del gameplay. Gli artwork sono realizzati con cura, così come gli innumerevoli richiami alla cultura ludica dei primi anni novanta. A parte alcuni nemici comuni, che ci sono sembrati un po’ troppo plasticosi nelle espressioni e nelle animazioni, i mini boss e i boss sono caratterizzati con molta attenzione ai particolari. Ogni boss si amalgama bene con l’ambiente circostante, senza sembrare troppo ridondante o forzato. Le arene sono anche tutte molto diverse: dal semplice dojo, alla nave dei pirati, a ville infestate e altro ancora.
Abbiamo molto gradito la chiptune soundtrack di DiscStorm, poiché non si limita affatto, ma varia in base alle esigenze, partendo da un più movimentato dubstep, rallentando fino a uno stile più elettronico con l’avanzare dei livelli. Ogni arena ha il suo tema principale, e si adegua perfettamente all’ambiente circostante.

[signoff icon=”quote-circled”]Il lancio che non va a segno.
DiscStorm si fonda su di un gameplay molto interessante. L’esperienza non riesce però a mantenere salda la voglia, né tantomento l’interesse del giocatore. Il singleplayer da solo può essere gratificante a causa della sua difficoltà, ma non giustifica da solo l’acquisto. L’assenza di un sistema di reward ponderato, grava pesantemente su questa affermazione. Il multiplayer è di una confusione indigesta e, a meno che non si voglia provare a divertirsi con qualche amico, lo sconsigliamo ai meno pazienti. Se ci fosse la possibilità di personalizzare l’azione multigiocatore, magari le cose prenderebbero una piega diversa (magari con una modalità online, certo). L’azione frenetica, il buon impatto visivo e una colonna sonora egregia non fanno da soli un titolo perfetto. Per tale ragione, se deciderete di tentarne l’acquisto, vi suggeriamo di armarvi di tanta clemenza e di non aspettarvi miracoli.[/signoff]

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