Disco Elysium: The Final Cut – Recensione
Uscito nell’ottobre del 2019 in esclusiva su PC e approdato su Mac l’anno scorso, Disco Elysium si rivelò uno dei migliori giochi dell’annata, nonché uno dei più grandi WRPG (per quanto sui generis) della generazione che sta volgendo ormai al termine. Fortunatamente, lo scorso dicembre ZA/UM ha annunciato la versione definitiva del gioco, sottotitolata The Final Cut, uscita il 30 marzo per PC (i proprietari del gioco in versione base possono scaricare gratuitamente l’aggiornamento), PlayStation 4, PlayStation 5 e Google Stadia.
Prima di analizzare le novità portate da The Final Cut, vediamo in breve cosa sia Disco Elysium, rinviandovi alla recensione della versione primigenia per una trattazione più estesa, dal momento che (quasi) nulla è cambiato rispetto a due anni fa; in compenso, qualcosa è stato aggiunto.
L’opera degli estoni di ZA/UM è un gioco di ruolo in terza persona con visuale isometrica, ambientato in un contesto open world (non vasto) e fortemente incentrato sui dialoghi, che rimpiazzano i combattimenti classici a cui ci ha abituato negli anni il genere. Nei panni di un investigatore con problemi di abuso di sostanze psicotrope, il giocatore esplora il malfamato distretto di Martinaise come in un’avventura grafica point-and-click, interagendo con persone e oggetti evidenziati dal cursore. I parametri del protagonista influenzano l’esito delle interazioni, andando ad aggiungersi alla somma risultante dal lancio di due dadi, proprio come nei vecchi giochi di ruolo cartacei. All’inizio della partita il giocatore può distribuire gli skill point a piacimento fra le quattro aree primarie (ciascuna delle quali comprende sei skill diverse) o scegliere uno dei set predefiniti, e successivamente ne acquisisce uno a ogni level up.
La componente preponderante di Disco Elysium è quella testuale: tutte le interazioni sono, appunto, testuali, e i dialoghi rivestono un’importanza fondamentale, anche quelli interiori del protagonista, esaltati dall’aggiunta di un doppiaggio (solo in inglese) veramente ottimo, che costituisce una delle principali novità offerte da questa edizione Final Cut. Chiaramente, per godersi veramente il gioco è necessaria una buona conoscenza della lingua inglese, in quanto i testi sono stati tradotti in tutte le principali lingue europee (e non solo) ma non in italiano. Non che l’inglese utilizzato sia proibitivo (ma è senz’altro di un livello superiore alla media), però l’enorme mole di testi può finire per stancare chi non abbia una comprensione istantanea della lingua di Albione.
La seconda aggiunta operata dagli sviluppatori è costituita dalle Political Vision Quest, quattro side quest scartate per Disco Elysium ma recuperate e rielaborate per questa The Final Cut. La politica è uno dei temi centrali dell’opera di ZA/UM, che ha concepito un mondo in cui si trovano in conflitto quattro delle più influenti ideologie del Novecento: comunismo, fascismo, ultraliberalismo e moralismo; poco sorprendentemente, ciascuna di queste nuove missioni è dedicata proprio a una delle correnti politiche summenzionate. Le altre aggiunte sono piccolezze: un paio di brani in più per l’ottima colonna sonora del gruppo alternative rock British Sea Power, qualche nuovo artwork e qualche animazione, che vanno ad arricchire un comparto visivo già entusiasmante, come potete constatare dalle immagini che corredano questo articolo.
The Final Cut rappresenta il debutto di Disco Elysium su console: a marzo è uscita la versione per PlayStation 4 e PlayStation 5, mentre nei prossimi mesi debutterà anche su Nintendo Switch, Xbox One e Xbox Series X/S. Il gioco è stato testato su PlayStation 4, su cui non abbiamo riscontrato i difetti tecnici evidenziati da parte dell’utenza nei giorni scorsi; in ogni caso gli sviluppatori hanno già risolto parzialmente il problema e sono al lavoro su una patch totalmente risolutiva. Vanno segnalati anche dei tempi di caricamento relativamente lunghi.
Ma il difetto principale della versione per console non è di tipo tecnico: semplicemente, Disco Elysium, in considerazione della sua componente punta-e-clicca, si gioca molto meglio con un mouse. Utilizzare il controller non è un’esperienza terribile, ma sicuramente più macchinosa, ragion per cui chi ha la possibilità di scegliere la piattaforma, dovrebbe puntare sul computer.
Disco Elysium: The Final Cut è la versione definitiva di un gioco che era già stato universalmente riconosciuto nel 2019 come un capolavoro, per cui è impossibile non consigliarlo, anche in ragione delle aggiunte che rendono l’opera di ZA/UM ancor più completa.
Pro
- Qualità eccelsa
- Aggiunta del doppiaggio
- Alcune nuove quest
Contro
- Traduzione italiana assente anche nella Final Cut
- Qualche problema tecnico su console Sony