Digimon World DS – Recensione Digimon World DS

Di nuovo nel mondo digitale

Nel Novembre 2006, la Namco Bandai lancia sul mercato un nuovo gioco dedicato ai Digimon, la famosa serie animata che racconta di un mondo parallelo al nostro presente nella realtà digitale e con il quale si può interagire tramite i computers. L’impostazione del gioco è molto simile alla più fortunata serie Pokemon, ovvero si potranno creare, allenare, far combattere e personalizzare i Digimon, sebbene siano presenti molte differenze nell’impianto di gioco.

Catapultati a Digiworld

Il gioco inizia nel panni del nostro alter ego, un bambino che ha sentito parlare del mondo digitale e vuole indagare, tramite il computer della scuola. Sfortunatamente finì poi per essere risucchiato dal pc teletrasportandolo alla Digi-Central, l’unica città di Digiworld, dove farà la conoscenza di svariati Digimon che lo guideranno nelle varie fasi della sua avventura e dei Tamers, coloro che allenano i mostri per proteggere il mondo dalle molteplici minacce che si annidano al suo interno. Il protagonista diventerà un allenatore e, dopo la scelta dello starter Digimon, inizierà a svolgere svariati compiti per ordine delle massime autorità della cittadina allo scopo di diventare Tamer King, salendo di rango missione dopo missione. In agguato è pronto un grande nemico, che sfrutta gli stessi allenatori per raggiungere il suo scopo, ovvero epurare Digiworld dagli umani e dominarlo con la forza. Dopo un inizio abbastanza monotono e noioso la trama risulta godibile, sebbene sia stata ideata per un pubblico molto giovane. Per quanto riguarda le missioni secondarie, anche se alla lunga diventano ripetitive, aggiungono comunque una buona dose di longevità (più o meno sulle 18-20 ore seguendo solo la storia principale) con la possibilità di entrare in possesso di potenti oggetti altrimenti impossibili da ottenere.

 

Sono presenti i Digimon più famosi delle prime serie


Tra Farm e realtà

Prima di tutto è doveroso affermare che lo starter Digimon non sarà assolutamente l’unico in grado di essere utilizzato, anzi è disponibile una "rosa" di ben 240 mostri digitali, ognuno con le sue peculiari abilità. Nel party, però, possiamo aggiungere solo 6 Digimon, che accumulano l’esperienza per il level up (necessario oltre che per l’aumento di potenza anche per la Digievoluzione) anche quando non entrano in combattimento, per cui entra in gioco la Digi-Farm, molto simile al centro di allenamento del primo capitolo, nella quale potranno essere contenuti un certo numero di Digmon, in base alla dimensione della stessa, incrementabile nell’apposito negozio. Avanzando nel gioco, sarà possibile entrare in possesso di 4 diverse fattorie, di cui si potrà decidere l’elemento dominante, che renderà più facile il level up dei Digimon di tipo affine e meno agevole per quelli di elemento in contrasto. Inoltre, si possono aumentare anche le statistiche (quali forza o difesa e altre) dei mostri digitali tramite gli attrezzi, anch’essi acquistabili nell’apposito negozio per poi impiantarli nella farm desiderata. Quasi tutti gli attrezzi hanno due modalità di utilizzo, una automatica che aumenta di un certo numero una statistica dopo ogni giorno, (alla fine del quale ci sarà consegnato un rapporto) e una manuale che però incrementa lo stress del digimon allenato, recuperabile tramite tempo senza training manuale o con appositi attrezzi (ad esempio il WC). Questo sistema permette di far livellare allo stesso tempo circa una ventina di digimon esclusi tra le file del party e, nonostante il level up all’interno della farm sia molto contenuto, un Digimon allenandosi in questa (anche solo con la funzione automatica) diventa molto più potente di un altro utilizzato prevalentemente in battaglia.
 

La farm sempre sotto controllo nello schermo in alto

 


Il mondo è vario
, le mosse no

Per quanto riguarda il sistema di battaglia, esso risulta seguire lo schema di un classico JRPG, ossia combattimenti a turni decisi in base alla velocità, schermata di battaglia con i 2 schieramenti di fronte divisi in 5 zone e attacchi che colpiscono una o più di queste, che vi sia presente o meno un nemico. L’unica grande pecca di questo sistema sono le animazioni degli attacchi, davvero troppo grezze per un titolo che tecnicamente risulta piuttosto valido. Prima di tutto sono limitati e spesso ripetuti anche tra creature di diversa specie, anche se si può guadagnare qualcosina in varietà tramite le armi e le armature (di cui vi è un buon assortimento), una per elemento di cui diventa utilizzabile una versione successiva ogni 10 livelli. Per quanto riguarda le ambientazioni, sono l’essenza della eterogeneità, sia in fatto di bestiole abitanti, sia per il design delle stesse. Il nostro alter ego si avventurerà in foreste, giungle, paludi, canyon e ogni sorta di locazione (perfino un’improbabile fabbrica di smaltimento rifiuti) tutte ben concepite e disegnate, nonostante, la semplicità dei percorsi. Insomma, un mix tra varietà e accessibilità a tutti che risulta azzeccato e che ricalca tutta la parte tecnica, comprendendo anche la grafica dei mostri digitali e il sonoro, azzeccato in quasi ogni parte. La vera perla di questo titolo è l’impianto online, che supera di gran lunga la serie Pokemon, con la possibilità di creare le Digi-Uova ed entrare in possesso di Digimon altrimenti impossibili.

 

 

La tipica schermata di combattimento

 


Una valida alternativa

Nonostante la saga Pokemon rimanga saldamente in testa per quanto riguarda la qualità degli RPG in cui si allenano e crescono creature, con questo lavoro Namco Bandai ha veramente compiuto un bel salto di qualità, passando da saga di medio-basso livello a valida alternativa alla serie Nintendo.

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