Digimon Story: Cyber Sleuth – Recensione

Sono passati ben 15 anni dalla prima volta che Tai, Matt, Sora, Izzy, Mimi, Joe e T.K. (nomi falsi americani, ma purtroppo quelli conosciuti da noi) furono catapultati nell’isola di nome File. Da allora abbiamo visto una miriade di serie, videogiochi, card-game, virtual pet e via dicendo, non sempre azzeccati nella loro esecuzione ma quasi sempre divertenti. In occasione del 15° anniversario ecco che Bandai Namco e Media.Vision (questi ultimi responsabili per la serie JRPG di successo “Wild Arms”) uniscono le loro forze per proporci Digimon Story: Cyber Sleuth per PS Vita e PS4, il 5° titolo nella serie Digimon Story. Come ben si sa, titoli basati su franchise ben stabiliti sono sempre un affare complicato dove ci si trova a mitigare fra fan-service e un gioco decente. Fortunatamente questa volta lo sforzo ha dato i suoi frutti, non solo per quanto riguarda il fan-service ma anche per il titolo in sé (rara combinazione). A ogni buon conto vogliamo essere diligenti ed esaminare il titolo JRPG a dovere. Preparate i Digivice gente, si parte all’avventura!

Digimon Story: Cyber Sleuth - Recensione

Vola nel tuo mondo, vortice magnetico

In un futuro molto prossimo l’avanzamento della tecnologia digitale ha regalato al mondo (grazie alla Kamishiro Corporation) l’universo virtuale di Cyberspace Eden, un’evoluzione di internet dove le persone entrano in un mondo digitale grazie a degli avatar per scambiare informazioni, giocare, fare affari e via dicendo (non totalmente dissimile a Matrix per intenderci, ma senza le prese usb in faccia). Takumi Aiba, o Ami Aiba (a seconda della scelta del sesso del personaggio fatta dal giocatore) è un/una giovane hacker che passa il suo tempo libero a chattare nelle varie room disponibili in Eden insieme ai suoi amici online. Un bel giorno appare un misterioso personaggio nella chatroom di Aiba offrendo una grande opportunità a coloro che la desiderano nella forma di un Digivice: oggetto capace di catturare e domare bizzarre creature note come Digimon che vivono nel Cyberspace Eden. Aiba decide di rispondere all’offerta avventurandosi quindi nei bassifondi di Eden, nella zona riservata agli hacker nota come Kowloon. Una volta lì, ad Aiba viene presentato/a il suo primo Digimon, e si ritrova a dover combattere contro un’entità misteriosa nota come Eater (una sorta di virus), che dopo il suo attacco digitalizza Aiba, separando l’anima dal suo corpo e facendolo/a diventare un ibrido digitale/umano capace di entrare fisicamente nel Cyberspace Eden. Fortunatamente entra in scena Kyoko Kuremi, detective privato che aiuta Aiba a trovare un corpo sostitutivo temporaneo e lo/la ingaggia nella sua agenzia come cyber-detective (o come vuole il titolo Cyber Sleuth) facendo uso delle nuove abilità di Aiba e i suoi compagni Digimon, per risolvere il mistero degli Eater e del pericolo che minaccia sia Cyberspace Eden che il Mondo Reale.

Con una trama simile, non si rischia certo di annoiarsi, fino a un certo punto. Siamo in territori già noti, e Cyber Sleuth non azzarda troppo da questo punto di vista, nel bene e nel male, lasciandoci con una trama relativamente interessante con un sapore reminiscente della serie Persona e di film polizieschi di serie B, mantenendo un’andatura abbastanza lenta. Vero anche che le star di Cyber Sleuth sono i Digimon, no?

Digimon Story: Cyber Sleuth - Recensione

Terra Digitale, Isola di Nome, ehm, Cyberspace Eden

Rieccoci nel mondo dei Digimon in tutta la sua gloria, o quasi. A questo giro Media.Vision ci propone qualcosa che pur non essendo originalissimo dal punto di vista del gameplay é quantomeno solido. Ci troviamo in pieno territorio JRPG con influenze di due franchise a loro volta stabiliti: Persona, e quell’altra serie di creature domabili e sfere bicolore. Di base non ci sono troppe deviazioni dalla formula generale di JRPG, di fatti ritroviamo tutti i capisaldi tanto graditi: si combatte in Random Battle a turni (Squaresoft docet), si avanza di livello, si equipaggiano oggetti e così via, fin qui nulla di nuovo.

Come vuole la tradizione di questo franchise, saranno i nostri compagni Digimon a entrare in battaglia per conto del protagonista dandogli la possibilità di catturare e di digievolvere ogni singolo Digimon presente nella serie per un numero totale di duecentoquarantadue.

Il combattimento nelle random battle si basa su una serie di sistemi sasso-carta-forbice che determinano l’efficacia in battaglia. I Digimon si dividono in quattro categorie base: Data, Vaccine, Virus e Neutro che a loro volta si dividono in tre categorie di attributi elementali (anch’essi soggetti allo schema sasso-carta-forbice) ossia: Acqua-Fuoco-Erba (ebbene si), Terra-Tuono-Vento, e Luce-Buio. Quindi si incoraggia una selezione quanto più variegata nel proprio party.

Quest’ultimo é generalmente composto da tre Digimon attivi e otto in riserva che si possono cambiare a piacimento durante e al di fuori del combattimento. Tuttavia ogni Digimon ha un valore di memoria (trattasi pur sempre di creature digitali) più o meno alto a seconda della forma e stadio di evoluzione. Inizialmente il limite memoria massimo del protagonista è relativamente basso e ne può accomodare solo un certo numero, ma con l’avanzare della storia e il completamento di side quest questo valore si porta espandere, permettendo l’uso di Digimon più evoluti e di maggior numero.

Ecco che giungiamo alla fonte maggiore di fanservice di Cyber Sleuth: la gestione dei Digimon, dove il titolo da’ il meglio di sé.

All’inizio della storia Aiba potrà scegliere fra tre Digimon: Terriermon, Hagurumon e Palmon, gli altri si dovranno ottenere con un altro metodo. Durante i random battle il Digivice farà uno scan dei Digimon avversari riempiendo parte di un contatore percentuale (fino a un massimo di 200%). Raggiunto il 100% si potrà andare al Digi-Lab e convertire i dati in Digimon pronti al combattimento. Qui subentra un altro aspetto importante di Cyber Sleuth.

A un certo punto della storia Aiba verrà introdotto al Digi-Lab dove potrà gestire e allevare i Digimon a sua disposizione. A tale fine il laboratorio offre una serie di servizi: un’arena per le Battaglie Online, il Mirror Dungeon dove si possono combattere alcuni Digimon incontrati nei dungeon precedenti, un Item Shop e infine i due capisaldi, cioè il Digi-Farm (dove si possono migliorare le loro prestazioni, sviluppare oggetti e trovare Side-Quest) e il Digi-Bank, dove si gestisce il piazzamento dei Digimon (fra i box di riserva, il party, e il Digi-Farm), e dove si possono Digievolvere e de-digievolvere i Digimon.

Digimon Story: Cyber Sleuth - Recensione

Il processo di evoluzione risulta essere poco intuitivo e a differenza di Pokémon non é lineare, poiché ogni Digimon può evolversi o di de-evolversi in tanti Digimon diversi. Talvolta due Digimon diversi possono avere forme evolute o de-evolute in comune permettendo allo stesso mostro di cambiare radicalmente linea evolutiva. Ogni forma acquisita ha un livello massimo raggiungibile che si può alzare de-evolvendo nuovamente la creatura. Questo serve perché ogni digievoluzione ha requisiti diversi, richiedendo che certi parametri abbiano un valore massimo o minimo, o che il Digimon abbia raggiunto un certo livello. Talvolta bisogna quindi de-evolvere per alzare il livello massimo e permettere così una digievoluzione diversa o più forte.

Nonostante lo spiegone si tratta di un sistema abbastanza intuitivo che qualsiasi fan di JRPG troverà familiare. In caso contrario fortunatamente Cyber Sleuth fornisce ampie spiegazioni del suo sistema di gameplay ogni volta che ne viene presentata una nuova sfaccettatura.

Questo per quanto riguarda il lato Digimon di Cyber Sleuth. L’altra componente, quella “investigativa”, risulta un pò meno sviluppata e si limita a quest e side-quest dove l’obiettivo è solitamente di sconfiggere un Digimon, parlare con le persone del caso, o ritrovare un oggetto specifico.

Chiaramente è stata fatta una scelta di base privilegiando l’aspetto Digimon, che va bene visto il franchise, ma è comunque un peccato dato che l’idea di base funziona. Avrebbero potuto svilupparla di più e amalgamarla meglio, come ad esempio nella serie Persona.

Digimon Story: Cyber Sleuth - Recensione

Ragazzi “Veri” e Digimon

Digimon Story: Cyber Sleuth si presenta relativamente bene, certo non all’altezza delle capacità della PS4 ma discretamente adatto al comparto tecnico di Playstation Vita. Quindi anche grafica, animazioni, ambientazioni e musica (a parte il lavoro sugli artwork dei personaggi e dei Digimon che, bisogna ammetterlo, è più che discreto), danno l’impressione generale che sia stato fatto il minimo indispensabile. La qualità grafica e buona ma manca di rifiniture, come ad esempio la mancanza di ombre o luce dinamica che rendono difficile l’immersione. Le animazioni sono standard e pulite ma mancano di espressività, e quei piccoli vezzi creativi che rendono certi titoli grandiosi. Gli ambienti sono ben fatti e in parte riescono a ricreare certi luoghi iconici della Tokyo moderna dove si svolge la nostra storia. Persino il mondo digitale di Eden presenta alcuni aspetti interessanti. Purtroppo alla fine ci ritroviamo con dei bei corridoi e stanze popolate da manichini. Musicalmente abbiamo a disposizione una colonna sonora che è più che adatta all’esperienza, passando dall’orchestrale all’elettronico (e al JPOP quando serve) ma che non risulta essere particolarmente memorabile.

Ciò detto siamo comunque a un livello più alto rispetto ad altri titoli JRPG e, vista la base più che decente, ci si chiede perché non sia stato fatto un piccolo passo in più, bastava veramente poco. Vero anche che si tratta di lacune tollerabili in un JRPG dal gameplay solido.

Di positivo ringraziamo il fatto che di base il doppiaggio sia in giapponese, il che per i fan del genere non è da poco. Sono presenti anche filmati a cartone animato in perfetto stile anime, che pur essendo ben fatti, non sono molto frequenti, un vero peccato.

Digimon Story: Cyber Sleuth - Recensione

[signoff]Siamo tutti uniti, tutti per i Digimon, per modo di dire. Nel suo insieme Digimon Story: Cyber Sleuth soddisfa tutti i criteri (con il minimo indispensabile) per un JRPG degno di tale qualifica. Bastava poco per renderlo veramente memorabile. Ma non ci si può lamentare del tutto del risultato finale. Per i fan del franchise è un must, e per i neofiti in cerca di un’alternativa alle avventure di un certo topolino giallo e dei suoi amici non c’è male. Per gli appassionati di JRPG? Perché no.[/signoff]

7.2
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