Devil May Cry Peak of Combat RECENSIONE | Let’s “mobile” Rock!
Dopo mesi di attesa e pubblicità su tutti i social, il 10 Gennaio 2024 è uscito Devil May Cry Peak of Combat. L’action RPG sviluppato da NebulaJoy con la supervisione di Capcom punta a offrire un’esperienza simile ai titoli principali anche su iOS e Android.
Storicamente, i titoli con nomi di grande successo spingono molti fan a scaricare il gioco e giocarci per poco tempo, per poi abbandonarli quasi subito a causa della componente Gacha troppo invasiva. Devil May Cry Peak of Combat sembra avere il giusto equilibrio tra acquisti in-app e componenti rpg utilizzando solo le risorse in game.
Devil May Cry Peak of Combat RECENSIONE | Si riapre l’agenzia
La trama di Devil May Cry Peak of Combat è ambientata tra il terzo e il primo capitolo e, come come accade in tutti i capitoli della serie, bisognerà affrontare diverse missioni per portarla avanti. Lady e Dante dovranno risolvere un nuovo caso di invasione demoniaca situata all’interno di una regione governata da una Gilda di cacciatori. Dialogando con diversi NPC e accettando missioni nel nostro locale, che funziona da hub del gioco, il duo inizia a scoprire i vari segreti che si nascondono dietro a questo mistero, che si rivelerà sempre più inquietante. Oltre ai miti dietro le gesta di Sparda, sembra convolto anche Vergil.
Come spesso accade in questo genere di giochi, la trama principale non brilla certo di originalità, ma se nella serie classica la storia aveva un minimo di funzionalità per dare un buon ritmo al gioco, qui non serve. Tra linee di dialogo senza mordente e delle cutscene realizzate a metà tra engine e animazioni in computer grafica, l’effetto “posticcio” è assicurato, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi, tra i peggiori mai realizzati.
Devil May Cry Peak of Combat RECENSIONE | Stylish mobile
Il succo di ogni Devil May Cry (tranne il due, quello è stato un incidente) è il combat system e questo Devil May Cry Peak of Combat sembra non deludere sotto questo aspetto.
Gli sviluppatori hanno preso ispirazione non solo dai titoli principali, ma anche da titoli mobile più blasonati come Ganshin Impact e Honkai Impact 3D. Il giocatore si troverà a dover combattere con un party di tre giocatori, ognuno con un armi e abilità specifiche, intercambiabili in qualsiasi momento. Il sistema di controlli, offerto dal gioco, é molto semplificato e facile da gestire: attacco normale, speciale, due tasti per salto e schivata e infine il tasto per la tecnica suprema.
Tutto questo crea una formula di gameplay frenetico e anche molto fluido e intuitivo, con l’unica piccola sbavatura nella gestione dei movimenti del personaggio che, molte volte, tende a incastrarsi nello scenario oppure diventa ingestibile nei combattimenti più frenetici, soprattutto con se si utilizza lo stick virtuale, ma migliora notevolmente con un controller collegato tramite bluetooth al cellulare.
Il difetto più grande di Devil May Cry Peak of Combat sta proprio nella bellezza del combat system che la serie ci ha regalato negli anni. Inizialmente i ragazzi di Nebulajoy volevano inserire più elementi possibili dal gioco principale, come la possibilità di equipaggiare quattro armi (due principali e due secondarie) per dare al giocatore la possibilità di eseguire combo devastanti.
Ma questo avrebbe dato modo ai giocatori più esperti di utilizzare un solo personaggio per completare le varie missioni, e per un gioco che vive di acquisti in-app e accessi giornalieri non va bene.
Quindi il processo di sviluppo ha subito notevoli cambi a favore di più limiti alle skill e alla combo a discapito di un numero maggiore di personaggi con caratteristiche diverse ottenibili attraverso le varie summon, come ad esempio: Dante con Rebellion, Dante con i guanti demoniaci, Dante chitarrista, Lady con i mitra e le abilità infuocate, Vergil samurai ecc ecc ecc.
Se a questo si aggiunge un bilanciamento sballato nelle statistiche di ogni personaggio, le ore e ore che si sprecano per raggiungere il livello necessario per poter proseguire nelle missioni ed arrivare per le boss fight, ecco che si va a perdere l’essenza di Devil May Cry.
Devil May Cry Peak of Combat RECENSIONE | Gotta smash ‘em all
Come tutti i titoli mobile di questo tipo, la componente contenutistica è pregna di missioni da completare, equipaggiamenti da sbloccare e risorse da ottenere per far salire di livello armi e personaggi.
Oltre alla campagna principale, il gioco propone altre modalità alternative come le missioni giornaliere, sfide speciali, il Bloody Palace, che presenta la stessa struttura come nei titoli principali. Inoltre non possono mancare le missioni in co-op con altri giocatori e infine le immancabili partite Pvp contro altri giocatori. Tante cose da fare, ma ad un prezzo.
Seppur pregno di contenuti che qualsiasi fan della serie avrebbe voluto nei titoli principali, in Devil May Cry Peak of Combat è un Gacha e, come tale, presenta due elementi che possono tenere lontani i giocatori più estremisti: il sistema di progressione tramite il grado e le micro transazioni.
Il primo caso è quello che, personalmente, mi ha dato più fastidio è il legare il livello di difficoltà delle missioni delle quest o degli scontri più importanti al grado dei personaggi utilizzati. Per aumentarlo, il giocatore dovrà potenziare le armi e i personaggi a disposizione nel proprio party e prepararlo al meglio.
Alle prime ore di gioco questo sistema è talmente “punitivo” che ci si ritrova bloccati nella progressione proprio sul più bello. Il gioco presenta così tante sotto meccaniche per potenziare armi, ascendere il personaggio, ottenere risorse tramite slot-machine ecc, che si finisce di utilizzare tutto quello ottenuto in poco tempo.
Questo loop ,alla lunga logorante, tende a portare il giocatore a spendere dei soldi reali per ottenere più risorse possibili per sbloccare nuovi personaggi e oggetti per progredire velocemente.
Posso capire che il fulcro di un gioco Gacha sia questo, ma non tutti i giochi possono sposarsi bene con questa formula. Avrei compreso se Devil May Cry Peak of Combat fosse stato a pagamento, magari con qualche supporto con dei DLC stagionale, in modo tale da dare un concreto supporto allo sviluppo di un gioco più classico e solido.
A mio parere, questo sistema di progressione potrebbe allontanare i giocatori anziché avvicinarli, anche perché i costi dei vari pacchetti non sono così economici.
Devil May Cry Peak of Combat RECENSIONE | Dismal Visual Style
Dal punto di vista tecnico Devil May Cry Peak of Combat è un colabrodo. Le sequenze di intermezzo con la grafica di gioco, lasciano a desiderare, i modelli dei personaggi e dei mostri, seppur aggiornati leggermente nel design, sembrano senza espressione e “pupazzosi”.
Gli scenari, che riprendono le vecchie ambientazioni di Devil May Cry 3, 4 e 5 sono molto spogli e anonimi, dei corridoi con aree dove affrontare qualche demone prima di proseguire avanti. Inoltre non mancano alcuni glitch nella riproduzione degli effetti e, per finire, la traduzione in italiano è da mettersi le mani nei capelli.
Sia chiaro, per essere un gioco mobile sviluppato da un piccolo team, ha una resa visiva complessiva decente, ma essendoci Capcom nella supervisione mi sarei aspettato più controlli e cura.
Fortunatamente dal lato del frame rate il gioco si difende molto bene mantenendo 60 frame al secondo stabili. Giocandolo con un vecchio Huawei P20 Pro l’unico difettuccio riscontrato è il surriscaldamento dopo diverse ore di gioco, ma su dispositivi più recenti questo problema tende a non verificarsi quasi mai.
Devil May Cry Peak of Combat RECENSIONE | Conclusioni
In conclusione, i ragazzi di NebulaJoy , con Devil May Cry: Peak of Combat, hanno creato un gioco che può intrattenere a lungo, se consideriamo degli alti e bassi tecnici e una componente Gatcha a tratti invasiva, ma se siete tipi da non voler arrivare al top delle classifiche mondiali provate a dare una possibilità a questo titolo.
Il suo combat system semplificato e i comandi funzionali, rendono l’esperienza fruibile sia per gli esperti che per i neofiti. Peccato per un comparto tecnico non brillantissimo e le meccaniche di esplorazione e puzzle inesistenti che potevano aggiungere quel qualcosa in più a una produzione inizialmente ambiziosa.
Tolti gli elementi Gacha é un discreto Devil May Cry
Pro
- Combat system limitato ma funzionale
- Ricco di contenuto
Contro
- Tecnicamente migliorabile
- Sviluppo delle statistiche dei personaggi lento
- Adattamento in italiano pessimo