Devil May Cry HD Collection – Recensione
Spettacolare: questa è stata la parola chiave usata per descrivere Devil May Cry ai tempi del suo rilascio nell’ormai lontano 2001. In un’epoca in cui i giochi tridimensionali stavano ancora cercando una propria formula vincente, Hideki Kamiya tirò fuori dal cilindro un titolo che creava una formula tutta sua. Al giorno d’oggi però aver lo stesso impatto sul videogiocatore per un titolo come Devil May Cry HD Collection è più complesso soprattutto a causa delle opere successive del suo stesso “padre”.
Nonostante ciò Capcom ha deciso di riproporre l’originale trilogia delle avventure di Dante sull’attuale generazione tramite un edizione rimasterizzata, forse al fine di tastare il terreno per un possibile sequel, forse per completare il cerchio rendendo l’intera saga disponibile su console di attuale generazione e PC. Con un buon lavoro di rimasterizzazione è possibile ovviare ai problemi che comporta l’invecchiamento di un gioco, ma questo purtroppo non accade nella Devil May Cry HD Collection.
La raccolta delle avventure di Dante in versione Devil May Cry HD Collection è essenzialmente molto pigra. I 3 titoli sono riproposti in un ottimo 16:9 con risoluzione a 1080p, in versione quindi migliorata rispetto alla collection per Playstation 3 e Xbox 360, ma questi miglioramenti si limitano unicamente alle fasi di gioco. Tutto ciò che non è il livello di gioco in se è stato lasciato tale e quale ai titoli originali. Quindi si hanno video in CGI bassissima risoluzione, video in grafica di gioco con bande nere orizzontali e persino Menù in 4:3 con risoluzione da PlayStation 2. La presentazione dei livelli è sicuramente molto gradevole e può vantare un framerate granitico, ma la pigrizia dimostrata da Capcom in ogni altro settore rende difficile giustificare il prezzo di questa edizione rinnovata.
Alcuni di questi aspetti non rimasterizzati risultano anzi anche evidentemente peggiori rispetto alle controparti Playstation 2, a causa di immagini deformate in alcuni video e un effetto di aliasing che rovina i colori. Quest’ultimo non si riflette solo sulle cut-scenes ma anche su un paio di missioni del terzo capitolo della saga. Ovviamente, come già il comportamento di Capcom sul lato tecnico faceva intuire, non sono presenti migliorie di alcun tipo nei 3 giochi. Nessuno dei piccoli difetti – alcuni anche facilmente rimediabili – che i giochi si portano dietro è stato risolto o compensato da qualche piccola modifica. L’unica nota positiva da questo punto di vista è la presenza della Special Edition di Devil May Cry 3, che quindi porta con se dei ribilanciamenti dell’infernale difficoltà del terzo capitolo della serie. Essendo una remaster e non un remake nessuno chiedeva a Capcom l’impossibile, nessuno chiedeva alla compagnia di rendere Devil May Cry 2 un capolavoro, ma qualche piccola aggiunta per rendere i titoli più godibili a più di 15 anni di distanza sarebbe stata sicuramente gradita.
Fortunatamente il bilancio finora estremamente negativo, si schiarisce quando si riesce a parlare dell’impatto che i titoli possono avere sui giocatori dopo 2 generazioni. Lasciando da parte il secondo titolo di cui vi parleremo più avanti, Devil May Cry 1 e Devil May Cry 3 rimangono godibili anche nel 2018, persino dopo aver giocato i titoli Platinum Games. Il primo gioco si porta appresso qualche acciacco, come ad esempio un paio di boss-fight scomode da combattere, oppure delle inquadrature fisse non sempre perfette, ma rimane un action ottimo. I comandi son ancora freschi, le combo rimangono spettacolari e soddisfacenti da fare. Nota di merito anche all’atmosfera che anche dopo 4 capitoli più un reboot, rimane la migliore del franchise.
Ciò che però ci ha più stupiti è stata la riscoperta di Devil May Cry 3. Dopo il lancio, avvenuto meno di un mese fa di Bayonetta 2 è difficile per qualsiasi titolo action potersi mettere in luce nel caso si vada a confrontare i due giochi. Questo però non vale per Dante’s Awakening. Grazie alla Special Edition, che sistema l’esagerato squilibrio di difficoltà del titolo, si potrà giocare una perla che rimane tale anche a più di 10 anni dal suo rilascio. Le combo sono fluide, spettacolari e variegate; i nemici sono pochi come varietà, ma ben bilanciati per fornire una sfida mai banale; un ottima colonna sonora; una storia tanto semplice quanto epica e il tutto accompagnato da alcuni dei migliori boss che il genere possa vantare.
Peccato quindi che i video in CGI, che ritraggono battaglie con coreografie spettacolari, risultino brutti da vedere a causa di Capcom che non si è preoccupata di rimasterizzare anche le cut-scenes.
L’unico titolo rimasto in sospeso è Devil May Cry 2: la pecora nera della serie. In alcune occasioni rivalutare alcuni titoli del passato grazie ai remastered è possibile, questo perchè magari non erano adatti al periodo in cui sono usciti: Metal Gear Solid 2 e Zelda Wind Waker ne son degli esempi lampanti. Questa rivalutazione in positivo però non si adatta alla seconda avventura di Dante. Il titolo è molto più lento e banale del precedente, le combo sono state notevolmente ridotte, così come le armi che condividono anche gran parte del proprio moveset.
Se nel 2003 si poteva perlomeno apprezzare l’enorme miglioramento grafico del titolo, nel 2018 e con una remaster scarsa non è più possibile farlo. La Devil May Cry HD Collection finisce quindi per penalizzare soprattutto questo capitolo, che non solo continua a essere il peggiore della serie, ma perde il suo principale punto di forza a causa dell’invecchiamento del gioco. A tutto questo si aggiunge una localizzazione parziale del gioco, che sarà metà inglese e metà italiano.
La manovra commerciale di Capcom è discutibile sotto tanti punti di vista, e il suo lavoro su questa collection non si può reputare sufficiente. Nonostante ciò la Devil May Cry HD Collection raggiunge la sufficienza grazie all’incredibile qualità del primo e del terzo capitolo che tutt’ora sono all’altezza dei migliori titoli del panorama action. Differente il discorso per Devil May Cry 2 che continua a non convincere. Per chiunque volesse scoprire o rigiocare la serie, la collection risulta adatta, ma non ottima come sarebbe potuta essere con un lavoro di remastered più completo.
Pro
- Il ritorno di due action tutt'ora di alta classe
- Scene di gioco più pulite
- Framerate rocceo
Contro
- Video e menù non rimasterizzati
- Alcuni elementi peggiori rispetto agli originali
- Il primo Devil May Cry mostrà qualche acciacco per l'età
- Devil May Cry 2 non convince tutt'ora