Detective Pikachu – Recensione

Recensito su 3DS

I Pokemon sono indubbiamente un fenomeno tra i più importanti nel mondo dei videogiochi, con un territorio ben marcato e consolidato. Nel panorama videoludico è assolutamente impensabile un momento in cui i giochi dei mostri tascabili smetteranno di uscire: il loro successo era strepitoso ai loro albori nel 1996 e lo è tuttora al raggiungimento della loro settima generazione con Pokemon Sole e Luna. La loro enorme popolarità ha spronato Nintendo, Gamefreak e The Pokemon Company a rilasciare, nel corso degli anni, svariati spin-off estremamente diversi l’uno dall’altro: i Pocket Monsters si sono cimentati nei flipper, in avventure su isole piene di minigiochi, in puzzle game e persino nei picchiaduro con il recente Pokken Tournament.

Non c’è da stupirsi, dunque, se l’ultimo titolo uscito è un’avventura investigativa simil-Ace Attorney nella quale vestiremo i panni di un Pikachu molto diverso da quello a cui siamo sempre stati abituati.

Detective Pikachu

Un Pikachu molto particolare

Quando si pensa a Pikachu, la prima cosa che viene in mente è senz’altro il dolce topino elettrico che abbiamo sempre visto nell’anime e sulle pubblicità, con quel suo “Pikaa~” acuto e stridulo, il suo carattere peperino, e la sua relazione di profonda amicizia con Satoshi/Ash. Mettendo mano a Detective Pikachu, però, ci troveremo di fronte un protagonista ben diverso dalla caratterizzazione sopracitata. Detective Pikachu si presenta come l’incarnazione dell’incoerenza, con quel faccino e quelle fattezze che sprizzano dolcezza da ogni poro, ma un carattere cinico, da uomo vissuto e sbrigativo, e con una voce da uomo di mezza età. Il solo contrasto che ne deriva è esilarante, al punto da conquistare immediatamente il cuore e la curiosità di ogni giocatore che non vedrà l’ora di osservare il topino reagire in maniere assurde ad ogni situazione e dialogo.

La storia del gioco si basa su un incipit piuttosto semplice: il protagonista è un giovane ragazzo di nome Tim Goodman, che arriva a Rhyme City per cercare suo padre, scomparso due mesi prima in maniera misteriosa. Lì incontra Detective Pikachu, scoprendo di essere l’unico a riuscire a capire le sue parole per motivi ignoti. I due colgono al volo l’occasione che gli si presenta di fronte: Pikachu è in grado di parlare con gli altri Pokemon mentre Tim può parlare con gli esseri umani in quanto tramite del topo, in questa maniera la coppia può investigare sui più svariati casi sfruttando indizi dati loro sia da umani che da mostri tascabili. Si forma in questa maniera un duo di investigatori assurdo ma dalla massima efficienza, pronto a ritrovare il padre di Tim e allo stesso tempo risolvere i casi più disparati.

Detective Pikachu

Ace Attorney Pikachu

Il gameplay di Detective Pikachu è estremamente semplice e lineare: nel corso dei casi, con un sistema punta e clicca generico di ogni titolo di avventura grafica, dovremo parlare con tutti i personaggi incontrati nelle varie schermate e cercare indizi nascosti sugli sfondi. Ogni capitolo della storia prevede questo lavoro molto facile e ripetitivo di ricerca, che avrà come risultato l’automatico proseguimento della storia tramite dialoghi tra i protagonisti e cutscene (le quali, per spezzare il ritmo, sfideranno il giocatore con alcuni quick-time events). Una volta che Tim e Pikachu avranno ottenuto tutti gli indizi necessari, il giocatore sarà tenuto a compiere un lavoro di deduzione che culminerà con la risoluzione dell’investigazione.

Inutile usare giri di parole: Detective Pikachu è tarato per un pubblico molto giovane, e in quanto tale il gioco ha una difficoltà praticamente inesistente. Non è raro finire per provare più volte una sensazione di frustrazione a causa di investigazioni da noi utenti già comprese del tutto durante le prime battute dei capitoli, ma durante le quali saremo costretti per questioni registiche e di trama a svolgere inutili passaggi prima di poter risolvere il caso all’interno del gioco. Nonostante ciò la storia risulta divertente e appassionante, i personaggi funzionano alla perfezione, e questo spin-off dona alla saga di Pokemon quella ventata d’aria fresca (mista a quel What If sempre tanto amato) di cui aveva bisogno da tempo, al punto che speriamo dal profondo del cuore che questa non sia l’unica apparizione di Detective Pikachu: questo topo elettrico brontolone si merita un suo futuro, possibilmente con un titolo più maturo e impegnativo o addirittura con un anime a esso dedicato.

I capitoli da completare sono in tutto 9, ognuno di essi completabile in un tempo variabile tra i 30 minuti e le due ore. In tutto il gioco ci porterà via circa 10 ore, che non sono così poche per essere un titolo non-RPG.

Detective Pikachu


Detective Pikachu è uno spin-off di Pokemon che butta all’aria tutte le ambientazioni conosciute finora e ci mette alla guida di un improbabile Pikachu rozzo, brontolone e dai modi ben poco ortodossi. Il nuovo personaggio è a dir poco fantastico e divertentissimo, e non fatica a caricarsi dell’intero fardello del gioco tutto da solo, diventando subito uno dei personaggi meglio riusciti dell’intera lore dai suoi albori e lasciandoci sperare in futuri giochi e cartoni animati. Il titolo in sé è relativamente breve, estremamente semplice e a tratti ripetitivo, nonostante ciò appassionerà i più piccoli, divertirà i più grandi, e offre una delle migliori grafiche mai viste dalla serie fino a questo momento, con ottimi modelli poligonali, animazioni, e un doppiaggio certosino, impreziosito da sottotitoli in italiano piuttosto fedeli. Detective Pikachu vince più come personaggio che come gioco, e non vediamo l’ora di rivederlo all’opera.

8

Pro

  • Il personaggio di Detective Pikachu è straordinario
  • Storia interessante e soprattutto presente
  • I Pokemon hanno un mondo e una vita tutti da scoprire all'infuori delle lotte

Contro

  • Semplicissimo
  • A volte ripetitivo
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