Destiny: I Signori del Ferro – Recensione
Passano gli anni, ma Destiny è sempre Destiny. Sarà il gunplay magistralmente confezionato da Bungie, saranno le atmosfere e lo stile sci-fi, sarà l’infinito loop di quest/potenziamento/loot, sarà il suo focus sulla community, ma riprendere in mano il titolo Activision, anche dopo qualche mese di assenza, è sempre un piacere. Ci ha provato The Division, ci hanno provato altri titoli come Battleborn, ma lo shared world shooter di Bungie ha ancora quel quid che, a distanza di due anni dal lancio, lo rende sempre attuale. Anzi, forse ora ancora più che in passato.
Ritorno al Passato
I Signori del Ferro è quella che possiamo tranquillamente definire l’ultima espansione di Destiny, un “contentino” per il ritardo del vero e proprio sequel, atteso in origine nel 2016 e ora rimandato all’anno venturo. A livello prettamente contenutistico questo nuovo DLC, escluso dal Season Pass, si colloca a metà strada tra le prime due Espansioni ed Il Re dei Corrotti: più missioni, novità, una maggiore attenzione alla trama ed al lore rispetto a L’Oscurità dal Profondo e Il Casato dei Lupi, meno varietà rispetto alla precedente avventura. I Signori del Ferro rappresenta anche la prima espansione che abbandona ufficialmente i giocatori della passata generazione, salutando le versioni PS3 e Xbox 360 ed invogliando ad importare i propri dati sulle rispettive nuove (ormai mica tanto) console.
La trama vede questa volta i Guardiani di tutto il pianeta pronti a contrastare una nuova minaccia proveniente dai Diavoli Tecnosimbionti, un parolone altisonante per giustificare la presenza di elementi del Casato dei Diavoli potenziati da misteriose e pericolose nanotecnologie. A fianco a Lord Saladin, il custode di tutto ciò che ruota attorno ai Signori del Ferro (Stendardo di Ferro incluso), i giocatori andranno nuovamente a esplorare la Terra, ora ricoperta da una coltre di neve, prima di accedere alla nuova area liberamente esplorabile, le Terre Infette, e la nuova area Social, il Picco di Felwinter. Il tornare lì dove tutto è iniziato, ripercorrendo gli stessi corridoi, ritrovando armi passate e quasi dimenticate ora rese ben più potenti, rappresenta sia un piacevole autocitazionismo per chi è cresciuto in compagnia dell’opera Bungie in questi due anni, sia il principale problema di Destiny a 24 mesi dal lancio: la penuria di vere novità ed un costante senso di riciclo, in un titolo che fa comunque della ripetitività – positiva dal punto di vista dell’engagement giornaliero/settimanale del giocatore – del gameplay un suo punto focale. Il Destiny di oggi è ben diverso dalla versione originale: le quest – anche grazie al rinnovato sistema che le gestisce – sono tantissime, così come gli eventi pubblici sparsi nei livelli o i vari vendors/gilde/attività da livellare; gli Assalti sono diventati ormai un bel numero, così come le Incursioni (da sempre il massimo dell’aspirazione per un vero appassionato dell’opera Bungie); le varietà di equipaggiamento sono incalcolabili, così come le possibilità di personalizzazione. E nonostante tutto sembra sempre mancare qualcosa, specialmente nella varietà di nemici e ambientazioni. Che un team con un talento come quello di Bungie – con il budget di Activision e a due anni di distanza – continui a riproporre gli stessi tipi di nemici, anche se minimamente rivisiti, è francamente spiazzante.
Novità e mancanze
Nonostante tutto, come dicevamo in apertura I Signori del Ferro rappresenta solo una soluzione temporanea per dare il via al terzo anno di Destiny in attesa del vero sequel, ed è quindi auspicabile che il grosso del team sia al lavoro sul prossimo capitolo della nuova IP più di successo della generazione. Nel complesso questa nuova espansione fa il suo dovere, senza però brillare particolarmente: aggiunge contenuti utili e indispensabili per i veri appassionati, allungando il ciclo vitale del titolo fin dove è umanamente possibile. Le nuove missioni sono parecchie e accompagnate da una trama più corposa del solito; le nuove armi e armature garantiscono un livello di potenza inarrivabile per gli equip precedenti; le nuove meccaniche introdotte nelle sezioni di esplorazione sono interessanti e lo stesso dicasi per le nuove mappe del Crogiolo e per la modalità Supremazia, anche se quest’ultima non rappresenta di certo una innovazione per il genere. Peccato però per l’assenza di una nuova sotto-classe e di vere e proprie nuove modalità di gioco, fattori che avevano giocato decisamente a favore de Il Re dei Corrotti facendone una Espansione con la e maiuscola.
Dal punto di vista tecnico il rinunciare alle versioni old gen ha fatto sicuramente del bene a Bungie, che si è potuta concentrare sull’aggiungere effetti speciali e migliorare la qualità dell’immagine, anche se sinceramente ci aspettavamo di vedere qualcosa di ancora più sorprendente: dopo due anni il motore grafico inizia a mostrare i suoi limiti, specialmente di fronte all’agguerritissima concorrenza. La colonna sonora invece è classic Bungie: di altissimo livello.
Verso l’anno IV
Conviene lanciarsi ne I Signori del Ferro? Se siete di quelli che hanno maxato qualsiasi equipaggiamento e conoscono a memoria La Caduta di un Re, ovviamente rappresenta un acquisto imprescindibile a distanza di 12 mesi dall’ultimo DLC. Se invece vi sentite saturi con Destiny, specialmente dopo Il Re dei Corrotti, forse questa è l’occasione buona per prendersi una pausa e risparmiare 30€ in attesa del sequel. Discorso diverso per chi ha abbandonato il titolo Bungie all’inizio o non ha mai avuto la possibilità di provarlo: il pacchetto completo (incluso nella Destiny Collection) vale l’esborso complessivo, perché all’interno troverete un ibrido di FPS ed RPG profondo e accattivante, da gustare specialmente in compagnia di amici. Le aspettative per Destiny 2 sono ora ancora più alte che in precedenza, e il tempo extra di sviluppo servirà sicuramente a Bungie per creare un prodotto decisamente più completo dell’originale. I Signori del Ferro, pur non essendo la miglior espansione possibile e rappresentando di fatto un passo indietro rispetto a Il Re dei Corrotti, aiuterà di certo a riempire il tempo che rimane.
Pro
- Contenuti pronti per l’Anno III
- Trama più sostanziosa e curata
- Autocitazione…
Contro
- …o riciclo?
- Meno novità rispetto a Il Re dei Corrotti
- Niente versioni old gen con pochi tangibili benefici