Déraciné – Recensione
Déraciné è un gioco per pochi. Sebbene lustrato da una malinconica aria che non guasta, la produzione di FromSoftware non riesce nel già in partenza quasi impossibile intento di rappresentare per PlayStation VR quello che Demon’s Souls aveva simboleggiato per PlayStation 3.
Potrebbe sembrare un’opera davvero originale, quasi pregna di un’epicità rara, neanche fosse Shadow of Memories, invece la produzione generata dalla software house capitanata da Hidetaka Miyazaki è poco più di un esperienza in realtà virtuale che, pur non rappresentando il punto più basso mai raggiunto dal medium, non riesce neanche ad ergersi oltre la striminzita sufficienza.
La storia narrata, in bilico tra atmosfere trasognate e oscuri incubi, non ha la forza necessaria a catturare il giocatore, perennemente chiamato a seguire un percorso che corre su binari prestabiliti, proiettandosi qua e là a colpi di PlayStation Move neanche fosse Carla Fracci.
Non è possibile, infatti, provare a lasciarsi andare assieme a Déraciné con Dual Shock 4, occorrerà forzatamente imbracciare due motion controller brandizzati Sony per poter effettuare qualsivoglia azione. Concedere la possibilità di esplorare liberamente l’ambiente avrebbe sicuramente mitigato quella sensazione di costrizione che mina l’intera prosopopea narrata. Un vero peccato, considerando le potenzialità del VR.
E non pensiate che il sistema di tracking sia così accondiscendente: sovente le linee tracciate muovendo le braccia non vengono convertite pedissequamente a video, risultando in frammenti ludici dall’elevato retrogusto amaro. Il dover analizzare le scene da svariate angolazioni, agendo sul Move come si fosse una scimmia in preda a devianti convulsioni solo per essere un centimetro più vicino al punto da indagare rispetto all’inquadratura precedente poter ricavare l’indizio utile a proseguire nella digital creatura, fa maledire il giorno in cui si è nati antropomorfi.
Tutto è lento, statico, terribilmente compassato, e anche gli enigmi proposti non brillano per qualità lorda.
Gli sbadigli abbondano nel corso della (breve) avventura di FromSoftware, con il giocatore poco incentivato ad esplorare l’ambiente pure a causa di una certa mancanza di hot spot coi quali interagire. Si rischia di perdere lunghissimi minuti a scandagliare il fondale solo per trovare l’oggetto giusto da usare al momento giusto. Spesso si ha la sensazione di vagare a caso, smuovendo qualche suppellettile occasionale per far reagire le ectoplasmatiche presenze umane infestanti Déraciné.
Anche a livello tecnico, Déraciné non convince appieno, limitandosi a svolgere il compitino senza entusiasmare troppo. Come detto, né i fondali, né i modelli dei personaggi riescono ad entusiasmare per dettagli e qualità lorda complessiva, aspetti comunque assolutamente comprensibili date le limitazioni hardware cui il team di sviluppo ha dovuto sottostare. A chiusura di una recensione non proprio lusinghiera e a parziale arricchimento dell’esperienza intervengono i dialoghi parlati presenti all’interno del gioco, interamente doppiati in lingua italiana e mediamente soddisfacenti.
Difficile aggiungere altro ad un gioco partito da basi interessanti, minato tuttavia da tutta una serie di difetti ed imperfezioni in grado di renderlo, di fatto, una delusione. Flemmatico, poco emozionante, frustrante nei controlli e tecnicamente deboluccio, Déraciné è il classico punta e clicca che, se fosse uscito nel 1995, sarebbe già sembrato vecchio.
Pro
- Qualche buona idea...
Contro
- ... in mezzo a tanta noia
- Tecnicamente così così
- Giocabilità discutibile