Decay: The Mare
Nella scena videoludica moderna, ormai dominata in gran parte da hardware di ultima generazione, budget degni di produzioni cinematografiche, alta risoluzione e risorse un tempo impensabili, l’eredità delle avventure punta e clicca viene oggi raccolta da piccole produzioni indie.
Spesso frutto di pochi appassionati, eredi di quei romantici sviluppatori solitari che nell’epoca d’oro degli anni ’80 e ’90 si rinchiudevano in una stanza per programmare in BASIC, questi titoli risultano spesso superiori, per trama, atmosfere e meccaniche, a produzioni ben più famose.
Sviluppato dalla Shining Gate Software e distribuito da Daedalic Entertainment, questo Decay: The Mare è uno di questi felici esempi, un gradito ritorno alle origini del punta e clicca in prima persona, anche se l’inizio non fu dei più promettenti.
Rilasciato inizialmente su Marketplace in versione Xbox 360, il titolo venne accolto tiepidamente e abbandonato dopo i primi due episodi, a causa dello scarso feeling tra la tipologia del prodotto e la piattaforma ospitante, poco adatta a ospitare avventure vecchio stile.
Approdato su Steam, piattaforma videoludica che si è ormai affermata come un punto di riferimento per gli amanti delle avventure (e non solo), Decay: The Mare è ora disponibile in tutti e tre gli episodi.
Tra enigmi e follia
Il modo migliore di far emergere una piccola produzione videoludica indipendente, che per forza di cose non può contare su un maestoso comparto tecnico, è quello di sviluppare una storia interessante, e da questo punto di vista il titolo di Shining Gate mostra uno dei suoi lati migliori.
Il nostro protagonista, Sam Eldrich, dopo una vita costellata di disordini e di problemi di alcool e droga, decide di disintossicarsi presso il centro « Reaching Dreams », una struttura di recupero da dipendenze e disturbi mentali.
Famoso per l’utilizzo delle tecniche mediche e tecnologiche più avanzate, l’istituto si rivela ben presto un incubo per Sam il quale, dopo una prima notte già costellata di incubi, abbandona la sua stanza e inizia a vagare per l’istituto, venendo a conoscenza di altre presenze rinchiuse come lui, fino a ricostruire l’intero quadro della storia dell’istituto, divisa in tre capitoli.
Per evitare spoiler, che andrebbero a rovinare quello che è il lato migliore del titolo, ci limiteremo a dire che la trama dovrà essere ricostruita mettendone insieme i suoi numerosi elementi, sparsi tra indizi, ritagli di giornale, dialoghi e persino incubi. Una trama che alterna abilmente una perenne, sottile angoscia a veri e propri salti sulla sedia.
Pochi comandi, molta atmosfera
L’interfaccia di Decay: The Mare pesca a piene mani dalle avventure in soggettiva degli anni ’80 e ’90, che avevano i loro esempi in Myst e 7th Guest. Dopo un breve tutorial, che ci insegnerà i pochi comandi disponibili, inizieremo subito la nostra avventura tra enigmi e indagini.
L’interfaccia è ridotta al minimo, con un cursore che permette la navigazione e la gestione di un semplice inventario per usare/combinare i vari oggetti, e un menù a comparsa per gestire i salvataggi e i documenti raccolti durante l’avventura, spesso essenziali per risolvere gli enigmi. Enigmi presenti in buon numero e persino abbastanza stimolanti, anche se forse troppo facili per chi è abituato a questo genere di produzioni.
Lo spostamento avviene tramite schermate fisse, con quattro frecce direzionali ai lati dello schermo. Un sistema piuttosto arcaico se confrontato con altri titoli dello stesso genere, ma che sembra ancora funzionare bene. L’unico lato negativo si ha nelle transizioni tra le porte, talvolta disorientanti: capita infatti di attraversare una porta per poi ritrovarsela davanti nell’inquadratura successiva.
Nonostante a relativa facilità, dovuta all’impossibilità morire nel corso dell’avventura (funzione che sembra ereditata dalla scuola LucasArts) e alla possibilità di salvare in ogni momento, la tensione riesce a mantenersi costante e a tenere vivo l’interesse dell’utente, senza far mancare qualche momento da infarto.
A confermare l’accessibilità del titolo troviamo anche un sistema di aiuto, attivabile tramite un punto interrogativo in basso a destra, che indica persino i punti in cui bisogna cliccare per muoversi, salvo poi concedere solo un vago indizio una volta giunti nella zona dell’enigma. Un sistema, quindi, di ottimo aiuto per gli avventurieri alle prime armi, senza per questo risultare invasivo o troppo permissivo.
Data la relativa limitatezza dello scenario, gli enigmi consistono spesso nel fare avanti e indietro tra le poche locazioni, nel tentativo di capire come usare l’oggetto trovato nella stanza A per risolvere l’enigma nella sala B. Ma nonostante l’apparenza semplicità del meccanismo, gli enigmi si rivelano talvolta interessanti.
Angoscia in prima persona
La scena indie, tranne rare eccezioni, non ha mai fatto sfoggio di un comparto tecnico avveniristico, data la sua natura spesso elitaria e amatoriale. Decay: The Mare non fa eccezione, preferendo dedicarsi più alla storia e alle atmosfere piuttosto che a poligoni e texture, facendo tuttavia uso di una realizzazione tecnica dignitosa (specialmente, come vedremo, sul versante sonoro).
La visuale, come dicevamo, consiste in schermate fisse stile Myst, con qualche raro elemento animato, la stessa transazione tra le inquadrature avviene in modo statico, con uno sfoggio grafico per nulla epico, quindi, ma abbastanza pulito e funzionale.
Ma a fronte di una realizzazione grafica abbastanza anonima, Decay: The Mare la vince sulle atmosfere e sul design generale. Non sono rare le inquadrature disturbanti, rafforzate dalla presenza di numerosi elementi angoscianti nel design generale delle ambientazioni, con punte di autentico intuito horror.
Rimane netta la sensazione, piuttosto rara in questi tempi, che gli sviluppatori, non potendo affidarsi a motori grafici troppo complessi, abbiano affidato i loro sforzi e la loro passione a un approfondito studio delle meccaniche horror, al punto che persino un semplice quadro su una parete potrebbe risultare angosciante.
A rafforzare uno stile generale che privilegia le atmosfere disturbanti, troviamo un comparto sonoro valido: tra musiche orchestrali decisamente adatte e ben realizzate, accompagnate da effetti sonori puliti e piuttosto d’atmosfera.
[signoff icon=”quote-circled”]Decay: The Mare è un titolo che, pur senza pretendere di competere con colossi di ben altro calibro (e budget), riesce comunque a ritagliarsi uno spazio suo. Poco adatto al mercato delle console, come l’esperimento del Marketplace ha dimostrato, trova ora un’ottima collocazione nella piattaforma Steam, aiutato anche da un prezzo decisamente abbordabile. L’interfaccia ridotta al minimo permette di concentrarsi unicamente sull’atmosfera e sugli enigmi, ma nello stesso tempo risulta troppo grezza per veterani abituati a titoli di ben altra portata. In definitiva, in un mercato videoludico ormai saturo di prodotti che molto promettono ma poco mantengono, il titolo della Shining Gate Software emerge come un prodotto ben curato e d’atmosfera, minato solo in parte dalla relativa semplicità degli enigmi e dalla scarsa longevità, ma che sa regalare la sua dose di angoscia e divertimento. A patto di essere appassionati di questo genere di produzioni. [/signoff]