Death Squared – Recensione

Gli indie in parte nascono per colmare il desiderio dei giocatori di avere titoli che premino il gameplay e i contenuti a sfavore della pura ostentazione della qualità video e dei 60 FPS stabili. Questo non vuol dire che il puro aspetto estetico venga completamente tralasciato, ma può passare in secondo piano rispetto ad un gameplay ragionato e avvincente. I ragazzi di SMG Studio hanno ben capito le esigenze del gamer tipo e si sono concentrati sul filone indie, portando su Nintendo Switch e Playstation 4 il loro puzzle game Death Squared, già consacrato dalla folla che lo ha provato su Steam.

Questo titolo offre una sfida costante, avvincente, con dinamiche intelligenti e ben sfruttate, senza tralasciare la modalità multiplayer in grado di svoltare le vostre serate con gli amici.

Death Squared


Il cubo della morte

Il gameplay di questo puzzle game è essenziale, pratico ed estremamente intuitivo, al punto di non aver quasi bisogno di un tutorial. Su un piano tridimensionale fisso, con una visuale isometrica votata al vedo e non vedo, dovremo muovere i nostri cubi da un punto di partenza al traguardo senza cadere nel vuoto o incappare nelle trappole poste lungo il percorso.

Death Squared

Per quanto questa premessa sia semplice a un primo sguardo, le cose si complicano enormemente al primo tentativo. Tanto per cominciare, nella campagna in single player avrete da controllare due cubi, uno blu e uno arancione. Neanche a farlo apposta sono esattamente i colori dei vostri Joycon, ma naturalmente questi sono invertiti: il Joycon blu di destra comanda il cubo arancione di sinistra e il cubo blu di destra è sotto il controllo del Joycon arancione di destra.

Ora, a meno che non vi siate procurati una seconda coppia di Joycon colorati inversamente, questo vi procurerà non pochi fastidi, sopratutto in virtù del fatto che a colore uguale corrisponde comunque posizione invertita.

Death Squared


Coordinazione al cubo

Ogni schema è soggetto a leggi di gravità ferree: se vi sporgerete di poco oltre il bordo, il cubo non avrà problemi, ma bastano pochi millimetri per precipitare nel vuoto cosmico e morire. Lungo il percorso sono inoltre presenti pulsanti, laser, elevatori e blocchi trasparenti, che hanno effetto solo sul colore inverso e spuntoni a scomparsa: ognuno di questi elementi è direttamente o inversamente collegato a un cubo, il che significa che muoversi alla leggera senza riflettere porta solo a morte certa.

Studiare il percorso e le mosse da fare è imperativo per portare a casa il risultato; purtroppo però, i dev di SMG Studio non hanno previsto una telecamera mobile la quale avrebbe di certo aiutato: non sappiamo se sia una scelta voluta per aumentare la frustrazione del giocatore, ma di sicuro è qualcosa di cui si sente la mancanza.

Death Squared

La coordinazione è tutto, quindi. In Death Squared vi capiterà spesso di dover muovere entrambi i cubi allo stesso tempo e in direzioni diverse: prendere la mano con questa tipologia di movimento è un’operazione che avviene lentamente ma che alla lunga dota il giocatore di una coordinazione che, se mantenuta nel tempo, sviluppa di certo una qualità in più.

Certo, arrivare a ottenere questa dote è un’operazione a dir poco frustrante: tutto in questo gioco sembra studiato per farvi impazzire. La fisica, il movimento, i colori, i percorsi sono una costante e continua prova con noi stessi, con le nostre abilità e con la nostra coordinazione mano-occhio: anche chi ama le difficoltà si ritroverà a invocare qualche santo dopo essere morto un centinaio di volte in soli dieci schemi.


Il multiplayer casalingo

Death Squared offre il multiplayer per due o quattro giocatori in contemporanea: nel primo caso basta staccare e sdoppiare i Joycon nella modalità storia, mentre per il gioco a quattro sarà necessaria sincronizzare altri due controller. Questa è la vera anima di Death Squared. Il comparto multiplayer è qualcosa di divertente oltre ogni misura: se coordinare i vostri movimenti è sicuramente un’operazione ardua, coordinarvi con altri giocatori è una vera e propria impresa.

Death Squared

Il divertimento è assicurato, naturalmente a patto di prendere Death Squared per quello che è: un gioco volto a farvi uscire di testa. È innegabile il coinvolgimento di tutti nella partita ed è fuori discussione che possiate concludere uno schema senza risate e prese in giro: se volete dare uno spunto interessante a una serata con gli amici questo è il titolo che state cercando.

Death Squared


Il comparto tecnico

Qui purtroppo non ci sono spunti interessanti: come detto prima gli studi che progettano titoli indie spesso si concentrano sui contenuti e sul gameplay in prevalenza, o almeno così è avvenuto con Death Squared. Per quanto la grafica sia fluida e pulita e i colori vivaci e adatti al contesto, non ci sono elementi degni di nota. I fondali sono tutti uguali e creano alla lunga un senso di déjà-vu che può portare a stufarsi in fretta.

Per quanto si tratti sostanzialmente di un puzzle game con robot come protagonisti, qualche animazione in più o qualche schema diverso avrebbe giovato all’aspetto puramente grafico. Purtroppo anche le pitture di guerra dei cubi in multiplayer fanno sorridere ma niente di più.

Death Squared

L’audio è sostanzialmente piatto e privo di spessore emotivo. Qualche spunto, qualche suono in grado di farvi sobbalzare e una lieve e costante musica è tutto quello che troverete: appena sufficiente a non fare arrabbiare il gamer medio.


Death Squared è un titolo molto interessante sotto diversi punti di vista: un gameplay divertente anche se a tratti frustrante è il fulcro che domina l’intera esperienza videoludica. Il piacere del successo dopo una serie di respawn è sempre una gratificazione interiore importante per il giocatore, e questa sensazione, cosi come le risate, è esponenzialmente esaltata da un comparto multiplayer unico. Qualche pecca sotto l’aspetto grafico e sonoro non riesce di certo a svalutare un titolo davvero molto divertente. 

7.7

Pro

  • Avvincente e appassionante
  • Fisica estremamente curata
  • Multiplayer spassoso

Contro

  • A tratti frustrante
  • Esteticamente sempre uguale
  • Telecamera fissa
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