Dead Rising 3 – Recensione PC

Il rapporto tra Capcom e il mondo dei giocatori PC è sempre di amore e odio. Da un lato, le va riconosciuto di essere l’azienda nipponica che, più di tutte, si sforza di portare i suoi giochi su PC, riconoscendone il valore di mercato. Dall’altro, ogni volta che rilascia un titolo su Windows bisogna pregare che funzioni come dovrebbe. Questa volta, è il turno di Dead Rising 3. Sarà andata bene?

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La saga di Dead Rising nasce nel 2006, periodo in cui ancora la zombie-mania non dilagava come oggi. Le caratteristica che più di tutte ne decretò il successo era la sua vastità – misurabile non solo come grandezza della mappa, ma anche il numero di cose da fare e oggetti con cui si poteva interagire. Il giocatore poteva infatti prendere quasi ogni oggetto che trovava in giro e usarlo come arma, ed essendo ambientato in un centro commerciale (in omaggio a George A. Romero) la varietà era veramente esagerata. Non solo: non tradendo le sua origini giapponesi, lo stile e lo humor di Capcom hanno caratterizzato il gioco con un’atmosfera molto ironica, soprattutto verso i cliché di genere occidentali. Queste caratteristiche sono rimaste immutate anche col seguito, che, anzi, ha addirittura amplificato la quantità e qualità di contenuti.

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Arriviamo quindi a Dead Rising 3, uno dei titoli di lancio di Xbox One: il gioco è ambientato dieci anni dopo gli eventi del secondo capitolo, e questa volta si indossano i panni di Nick Ramos, un meccanico di origini messicane che deve fuggire dalla città contaminata di Los Perdidos, insieme ai suoi sfortunati compagni di sventura. Come nei precedenti giochi, l’avventura si divide attraverso più giorni, nei quali il protagonista può seguire (o ignorare) le missioni principali così come le secondarie che si presentano, le quali hanno tutte una scadenza di tempo. La mappa di gioco è veramente vasta, più dei predecessori, così come il numero di oggetti: una vastità di collezionabili, decine di armi combinabili (e persino veicoli), un sacco di missioni, tanti sopravvissuti da cercare, e, soprattutto, una quantità di zombie a schermo che non si era mai vista nei predecessori, per via dei limiti tecnici delle console. I veicoli, in particolare, sono uno degli elementi più curati di questo episodio: non sono solo più numerosi (e combinabili, come abbiamo detto), ma anche realistici, infatti ognuno reagisce diversamente all’impatto con le masse di non morti, e questi si aggrappano al veicolo cercando di entrare, non rendendoli più armi di distruzione di massa invincibili come in passato.

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D’altro canto, per quanto il primo impatto col gioco sia veramente notevole, e sebbene uccidere zombie sia più divertente che mai, rispetto ai suoi predecessori perde stile. Trama e personaggio non hanno minimamente lo stesso fascino dei vecchi protagonisti, e il gameplay è stato eccessivamente semplificato: la difficoltà della modalità standard è bassissima, ogni oggetto viene collocato automaticamente nei rifugi (rendendone di fatto inutile la ricerca), si può combinare armi e salvare quando si desidera, le riviste di potenziamento non occupano più spazio nell’inventario e sono selezionabili a piacimento, i sopravvissuti non vanno più accompagnati ai rifugi, e tanti altri dettagli che i fan della saga noteranno e non apprezzeranno.

Per qualsiasi informazione aggiuntiva sull’esperienza di gioco con Dead Rising 3, vi invitiamo a leggere la recensione dell’originale versione Xbox One, pressoché identica in termini di contenuti a quella per PC, al centro di questo articolo e di cui analizziamo ora le differenze.

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Storicamente, i vantaggi principali di giocare la versione PC di un gioco arrivata postuma alle console sono due: maggiori contenuti e maggiore grafica. Sul primo punto, Dead Rising 3 per PC include già tutti i DLC rilasciati su console, eccezion fatta per Super Ultra Dead Rising 3 Arcade Remix Hyper Edition EX Plus Alpha (si, si chiama davvero così), probabilmente per via del fatto che è uscito da poco tempo e che è davvero grosso. A proposito di grandezza, sappiate che se il vostro hard disk è pieno dovrete decisamente fare spazio, dato che il gioco occupa la bellezza di 33 GB. Sulla grafica si apprezzano i motivi per avere questa versione: al gioco è stato integrato un menù pieno di ogni opzione possibile per poter rendere performante il gioco su hardware anche non troppo recenti, così come per farlo apparire meglio di come non lo vedrete mai su console. Purtroppo, i vantaggi finiscono qua, per dare inizio una sfilza di gravi problemi.

Primo: il framerate massimo è fissato a 30 frame-per-secondo. Bisogna modificare manualmente il file .ini del gioco per poter ovviare al problema, e, anche se è un operazione semplice, è davvero snervante che siano gli utenti a dover risolvere problemi di questo genere.

Secondo: molti utenti segnalano l’impossibilità di superare la schermata di caricamento introduttiva, specialmente sui laptop – quasi nessuno pare infatti in grado di farlo partire su PC portatili.

Terzo: il gioco crasha spesso e volentieri senza alcun motivo, e sono state segnalate diverse incompatibilità hardware che hanno portato all’impossibilità di giocare per più di qualche decina di minuti senza incappare in un blocco. Inoltre, cosa particolarmente grave, questi crash spesso resettano i salvataggi, costringendo a dove ricominciare da capo (pur, stranamente, mantenendo i progressi del personaggio).

Quarto: la modalità cooperativa al momento pare non funzionare con la maggioranza degli utenti.

Dulcis in fundo, il classico problema di ogni gioco Capcom: munitevi di gamepad, perché tastiera e mouse sono oltremodo scomodi.

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