Dead or Alive 4 – Recensione Dead or Alive 4
Challenger
Nel Novembre 2001, quando Xbox di Microsoft fece la sua primissima apparizione sul mercato con i suoi colori che provavano ad emulare la nera console Sony, venne accompagnata nel suo esordio da un titolo appositamente confezionato dal Team Ninja di Tecmo, poi col tempo diventato una colonna portante del neonato sinstema: ovviamente parliamo di Dead Or Alive 3.
Molti restarono sbigottiti: in soli 8 mesi di sviluppo il Team Ninja era riuscito a creare quello che poteva essere indubbiamente considerato il miglior picchiaduro, forse il prodotto tecnicamente migliore su ogni sistema di gioco del periodo. Oggi, dopo ben quattro anni, il Team Ninja sforna il reale seguito di DoA 3 (dopo la parentesi di Dead or Alive Ultimate, un remake grafico di Doa2 col bonus del gioco online), appunto Dead or Alive 4, con l’intenzione di stupire ancora una volta e lanciare l’ennesima sfida al diretto avversario, Tekken. Riusciranno le avvenenti e letali protagoniste a colpire ancora nel segno?
Il gioco infinito…
Subito dopo il filmato introduttivo, vi troverete nel vastissimo menù principale, che propone molte modalità di gioco diverse. Se siete esperti giostratevi tra quelle che più vi aggradano, altrimenti il consiglio sarebbe di darsi momentaneamente alla modalità Training, dove potrete incominciare a prendere dimestichezza con qualche personaggio, cimentandovi in alcuni esercizi che vi permetteranno di conoscerne le tecniche di base e quelle avanzate. Una volta che avrete fatto vostra qualche tecnica, allora potrete lanciarvi nella mischia dello Story Mode, dove affronterete via via una serie di avversari, tra quelli offerti dal gioco, in ordine casuale salvo alcuni scontri obbligati che dipendono dal personaggio selezionato e che ne dipaneranno la storia. In concomitanza con questi incontri clou potrete assistere ad una scenetta di intermezzo davvero carina e suggestiva, realizzata col medesima grafica del gioco vero e proprio e che non per questo appare esteticamente disprezzabile: tutt’altro.
A seconda del personaggio scelto vi ritroverete a scontrarvi, come boss finale, o con un particolare personaggio oppure con Alpha-152, un clone di Kasumi, che farà sfoggio delle migliori tecniche di ogni personaggio del gioco, oltre a molte originali, e sarà veramente un osso duro da battere; Terminare lo Story Mode vi permetterà di assistere alla scenetta conclusiva in CG di ogni personaggio e vi porterà a sbloccare alcuni contenuti nascosti come costumi aggiuntivi, personaggi segreti e altro ancora. La vicenda sarà uniforme e chiara solo dopo aver affrontato lo Story Mode con Helena, character speciale sbloccabile dopo aver impersonato utti gli altri. Altri personaggi (godetevi lo Spartan direttametne da Halo) non saranno selezionabili nello Story Mode, ma solo in tipi di battaglie alternativi.
Non mancano infatti altre modalità inserite con lo scopo di non far scemare l’interesse: il Time Attack, nel quale dovrete cercare di terminare il gioco nel minor tempo possibile; il Survival, in cui dovrete cercare di battere il più alto numero di avversari con un’unica barra di energia, che verrà riempita solo parzialmente per ogni round vinto; Il Versus Mode, per affrontare gli amici; il Team Battle Mode, per organizzare gare a squadre; ed il Watch Mode, per osservare i personaggi governati dalla Cpu combattere. E’ proprio quest’ultima forse la più inutile, ma può essere utile per carpire nuove tecniche e combinazioni da provare ad imparare. Dunque le possibilità non mancano e il gioco promette un grande livello di rigiocabilità, assicurato da numerose modalità e numerosi contenuti sbloccabili; ma ciò che potrà renderlo veramente infinito è la modalità multiplayer online via Xbox Live, che può essere un ottimo incentivo sia a non abbandonare troppo presto il gioco sullo scaffale, sia ad allenarci durametne per evitare brutte figure "internazionali".
…e la tecnica finita
Dead or Alive 4, pur essendo molto bello graficamente, non lascia al primo approccio quel senso di sconvolgimento che aveva portato il suo prequel nel 2001: difatti potremo facilmente notare, tranne per quanto riguarda il tuning finale, che il nuovo capitolo si basa su kit di sviluppo non definitivi e che il motore grafico è analogo a quello utilizzato per Dead or Alive Ultimate, seppur questa volta in una versione decisamente potenziata, sotto svariati punti di vista, essendo comunque cambiata la potenza della console. In primis quelli che colpiscono sono gli stage nei quali si svolgeranno i vostri combattimenti: davvero impressionanti per la loro vastità e il dettaglio che comunque riescono a garantire, in ogni angolo del "ring" si vada a finire. Pensiamo ad esempio che sarà possibile, in qualsiasi stage, sia esso ad esempio il bancone ortofrutticolo, far sbattere il vostro avversario contro vari ostacoli (in questo caso i banchi della frutta) mandandolo a infrangere le cassette, con conseguente caduta a terra dei frammenti di legno e di tutta la frutta contenuta, con una fisica discretamente realizzata che ben riproduce i principi di inerzia. Se poi vi capiterà di essere scaraventati in spiaggia, cadrete attraverso un nugolo di palloncini colorati i quali, in seguito al vostro passaggio, prenderanno il volo verso il cielo mettendo in mostra, in ultima analisi, una dinamica e una realistica davvero molto convincenti; al contrario un dettaglio in negativo che non sfugge è l’assoluta assenza di increspature e gocce d’acqua quando il nostro personaggio cammina o cade in fiumi o pozzanghere.
Peccato che i personaggi, seppur molto belli e dettagliati, ed evidentemente costruiti da zero secondo i nuovi standard, non siano al 100% all’altezza della spettacolarità degli sfondi. Fortunatamente il dettaglio è davvero maniacale, per l’alto numero di poligoni con cui tutto è stato creato, e la fluidità è ancorata ad un altissimo livello di frame al secondo, come da tanto tempo ormai ci abituano i creatori di Dead or Alive.
Davvero pregevoli anche le animazioni dei lottatori, che non solo il Team Ninja ha modernizzato, ma che ha anche consolidato, per quanto riguarda quelle amate nei capitoli precedenti. Davvero un peccato notare come non si siano concretizzati gli sforzi dei programmatori in una gestione davvero precisa delle collisioni: spesso e volentieri vedrete compenetrare tra loro i poligoni che compongono le superfici dei lottatori e, in alcuni frangenti, anche di alcuni elementi degli scenari. I capelli sono stati realizzati in maniera abbastanza realistica, soprattutto per quanto riguarda i personaggi con lunghe chiome, anche se sporadicamente li vedrete assumere forme non proprio naturali e piuttosto squadrate. Anche capelli e drappi di vestiti ondeggianti, poi, sono afflitti dai problemi di compenetrazione sopracitati, non proprio belli da vedere, soprattutto in mezzo a questa accattivante realizzazione che meriterebbe un voto alto: d’altronde la perfezione non si raggiunge mai.
Fin dai primi incontri i fan della serie si renderanno facilmente conto di come la giocabilità di questo quarto capitolo sia stata notevolmente affinata rispetto ai precedenti episodi. Alcune particolari combo di determinati personaggi, che infliggevano danni particolarmente ingenti, sono state ridimensionate, equilibrando in questo modo la potenza dei characters. Per evitare situazioni di vantaggio sproporzionato tra i vari personaggi, le counter sono più difficili che mai, visto che vanno eseguite con un tempismo ancora più stringente rispetto a quanto fossimo abituati: quindi ora sì che, per alcuni già a livello Normal, si inizia a vedere un qualcosa di veramente difficile, in barba all’eccessiva semplicità dei vecchi tempi: dopo un pò di pratica, il divertimento giungerà a gradi davvero elevatissimi.
Oltre alla già citata armoniosità delle animazioni, i comandi rispondono con una precisione encomiabile con l’eccezione forse dell’uso della levetta analogica sinistra usata per alcuni movimenti. Inoltre un difetto non corretto di questo gioco risiede nel lungo tempo di ripresa di un lottatore che abbia accusato un colpo, il che espone il fianco a nuove dolorise botte.
Come da tradizione del Team Ninja, la presentazione del gioco è accompagnata da una canzone degli Aerosmith (per la precisione si tratta di “Eat the Rich”) che dona, fin dai primi istanti, il giusto ritmo e cadenza all’azione di gioco. Oltre a questo ottimo brano, anche le melodie che accompagnano i vari stage sono tutte molto ben studiate e si amalgamano in modo adeguato con le ambientazioni nelle quali vi ritroverete a combattere; e non sono da meno gli effetti, a partire dai suoni che scaturiscono dall’impattare dei colpi a bersaglio, le scosse elettriche ricevute colpendo il muro o il pavimento dell’arena; dallo scricchiolio delle ossa, cosa molto frequente in un picchiaduro che si rispetti, fino ad arrivare ai suoni ambientali, siano essi i versi primordiali dei dinosauri nello stage preistorico oppure i rumori delle vetrate infrante in uno stage con qualche malcapitata casupola.
Vivo o Morto
Dead or Alive 4 rappresenta quello che tutti i fan della serie di Dead or Alive hanno sempre immaginato e o sognato: un gioco tecnicamente ai massimi livelli, finalmente con un sostanzioso numero di personaggi rispetto ai precedenti (se ne contano 22), una miriade di modalità di gioco diverse, offline e online, che vi terranno impegnati per molto tempo, cercando di scoprire tutti i segreti nascosti in questo titolo. La buonissima modalità online lo rende poi praticamente eterno, visto che difficilmente vi stancherete di pestarvi su Xbox Live con tutti i vostri amici e chiunque altro vi capiti tra le mani in questo infinito mondo Microsoft. Tecnicamente siamo lontani da quello che questa console può veramente permettere di confezionare, soprattutto ad un team di perfezionisti come quello guidato da Itagaki, il boss del Ninja, ma rimane pur sempre un buon lavoro e possiamo senz’altro dire che ci troviamo dinanzi ad un ottimo titolo, senza dubbio tra i migliori nel suo genere su console, che ci terrà a lungo e piacevolmente impegnati, nell’attesa che il Team Ninja torni nuovamente a farci sognare con un nuovo, ulteriore capitolo.