Dead Island – Recensione Dead Island
Altro che morti: gli zombi, almeno nel mondo dei videogiochi, sono più vivi che mai: dal fenomeno Resident Evil, passando poi per i ben più recenti Dead Rising, Left 4 Dead, Red Dead Redemption e Borderlands (ci rifeiamo all’ultimo DLC), i non-morti hanno letteralmente invaso le console di tutto il mondo. Oggi, forti di questo successo, i morti viventi si presentano ai videogiocatori con un nuovo brand: Dead Island, sviluppato da Techland per Deep Silver, miscela componenti FPS, RPG, Survival Horror e Free Roaming, in un’esperienza ancora una volta a cavallo tra avventura e orrore, nell’ennesima lotta per la sopravvivenza tra umani e non-morti.
Benvenuti a Dead Island, dove rivedrete la vostra posizione sulle rilassanti vacanze al mare…
Mare o Montagna?
Se avete risposto mare, figurandovi nella mente assolate spiagge bianche e freschi bagni nelle acque cristalline di qualche isola tropicale, fareste meglio a ricredervi: il mondo di Dead Island, anche se paradisiaco, vi farà ben presto rivedere la vostra posizione anche sul migliore dei villaggi vacanze. Il gioco inizia con il risveglio del protagonista dopo una notte di bagordi in una suite nel lussuosissimo hotel di un’isola tropicale. Basteranno pochi passi per accorgersi che qualcosa non va e, dopo aver rischiato la vita un paio di volte nel giro di pochi secondi, faremo la conoscenza dei pochi sopravvissuti all’infezione che, durante la notte, ha trasformato la maggior parte degli ospiti in belve assetate di sangue.
Una trama forse un po’ semplice, che comunque svolge degnamente il suo ruolo di riempitivo per un titolo più improntato sull’azione e sull’esplorazione che sui colpi di scena nella narrazione. Proprio quest’ultimo punto, in effetti, potrebbe essere un campanello d’allarme per gli amanti delle storie più complesse e articolate: in Dead Island infatti, per quanto tutti i personaggi (giocanti e non) vantino una caratterizzazione di tutto rispetto, la trama risulta sempre un po’ piatta ed esageratamente semplice, anche se fedele ai cliché horror ai quali siamo abituati ad assistere fin dai film di Romero degli anni ottanta. La spinta all’esplorazione comunque non manca, dal momento che le quest (principali e secondarie) presenti sono moltissime, parecchie delle quali accettabili contemporaneamente: l’andare a zonzo per le spiagge, le strutture e le strade di Dead Island non sarà infatti mai un compito fine a sè stesso, dal momento che lungo la via ci imbatteremo sempre in qualche personaggio che ci richiederà di riportare oggetti, eliminare specifici nemici o portare in salvo altri umani in pericolo. Chi teme di trovarsi di fronte l’ennesimo Far Cry quindi, dove l’immensa area di gioco si traduceva spesso e volentieri in lunghi safari nel nulla per spostarsi da un luogo all’altro, può stare tranquillo: seppur proponendo lo stesso sistema di gioco, Dead Island promette meno noia negli spostamenti, proponendo più missioni e più azione.
L’ambiente di gioco è molto vasto, e tutto esplorabile a piacimento
Un remo tra i denti
La caratteristica più curata e divertente di Dead Island è la possibilità di attingere – e potenziare a piacimento, come vedremo tra poco – da un arsenale offensivo vasto tanto in quantità quanto in qualità: all’inizio del gioco ci verrà chiesto di scegliere tra uno dei quattro personaggi disponibili, ognuno dei quali avrà una diversa abilità nell’utilizzo di una particolare tipologia di arma. Una volta in balia dei non-morti sulla spiaggia, sarà buona cosa fare di necessità virtù cercando di utilizzare al meglio ogni tipo di oggetto contundente senza essere troppo schizzinosi: i nostri fidi compagni di avventura saranno manici di scopa, remi rovinati, martelli, tubi di ferro e così via, fino ad arrivare naturalmente alle armi da fuoco e alle bombole del gas, in grado di fare piazza pulita di un buon numero di nemici in una volta sola. Per quanto riguarda la componente più strategica del gioco, segnaliamo l’accuratezza con la quale è stato progettato il sistema di level up del personaggio e la conseguente evoluzione delle armi: proseguendo nell’avventura il nostro alter ego virtuale salirà di livello, permettendoci di scegliere come distribuire i punti esperienza ottenuti per dotarlo di nuove abilità in combattimento. Girovagando per il mondo di gioco, inoltre, potremo raccogliere letteralmente un’infinità di oggetti che, sapientemente combinati utilizzando i tavoli da lavoro sparsi per l’isola, ci permetteranno di creare delle nuove armi per aumentare sensibilmente le nostre capacità di sopravvivenza. Sempre ai tavoli da lavoro, inoltre, sarà anche possibile potenziare e riparare le armi attualmente in uso. Sì, avete capito bene: riparare, perché queste si consumano e si rompono con l’uso, divenendo presto inutilizzabili. Al pari di quanto già visto in titoli come Bioshock o Borderlands, quindi, decidere saggiamente quali armi potenziare e quali trascurare sarà fondamentale per permetterci di proseguire al meglio accompagnandoci con l’armamentario più vicino al nostro stile di combattimento preferito.
Incredibile come un bel tubo di ferro potenziato faccia sentire meno la mancanza di una pistola…
A livello di gameplay, al giocatore è concesso di scegliere tra due tipologie di controlli: una più semplice, simile in tutto e per tutto a quella del più classico degli FPS, ed un’altra meno intuitiva ma assai più soddisfacente. Nella prima modalità ci basterà inquadrare il bersaglio nel mirino e premere il grilletto destro per portare a segno il nostro attacco, qualsiasi sia l’arma a disposizione; nella seconda modalità, invece, i tasti dorsali ci metteranno solamente in posizione di guardia, mentre i fendenti verranno comandati dallo lo stick analogico destro del joypad. Si tratta, nel secondo caso, di un sistema di controllo che, pur favorendo l’immersività e permettendo (con un po’ di allenamento) di colpire i nemici dove si vuole, risulta un po’ macchinoso e difficile da gestire, soprattutto considerando che la visuale in prima persona non aiuta certo ad avere il pieno controllo dell’azione quando si è sommersi da orde di zombie da ogni dove. Resta il fatto che gli sviluppatori di Techland hanno comunque inserito questa novità che, anche se solo per alcuni momenti di gioco meno concitati, potrà essere utilizzata per alleviare un po’ la noia che si cela dietro agli attacchi tutti uguali eseguiti con il sistema classico, che richiede solamente la meccanica pressione dello stesso tasto.
In multiplayer potrete collaborare con altri giocatori per superare i non-morti più ostinati
Prendiamoli a calci
Abbiamo già detto della possibilità di scegliere tra quattro personaggi, ognuno con specifiche caratteristiche. A prescindere dalla scelta effettuata, comunque, non cambieranno nè la trama nè le missioni da affrontare. Questo perché Dead Island è stato pensato per essere affrontato tanto in singolo quanto in compagnia, quasi senza soluzione di continuità: durante le nostre partite sarà infatti possibile fare comunella con altri giocatori dello stello livello di esperienza – vi è un particolare controllo che il gioco effettua automaticamente per evitare squilibri tra le abilità delle quadre create – per fare piazza pulita di non-morti in compagnia. Il sistema cooperativo di Dead Island, simile a quello di Left 4 Dead, aumenta esponenzialmente il divertimento, ricordando a tratti le situazioni dei film horror degli anni ottanta, in cui il solito gruppetto di protagonisti si ritrovava solo contro l’immancabile esercito di zombi. Unico neo, comunque relativamente trascurabile, la possibilità di giocare in cooperativa solo online (non è presente, in altre parole, lo split screen offline): non ci sentiamo di criticare più di tanto questa scelta, dal momento che i gioco risulta divertente tanto in singolo che in multiplayer.