Darksiders II Deathinitive Edition
Darksiders II Deathinitive Edition è la versione riveduta e corretta, anche se solo a livello grafico, del secondo e unico sequel di un franchise molto interessante che ha visto la luce nella scorsa generazione di console. Sviluppato da Vigil Games e distribuito dalla defunta THQ, la saga di Darksiders è stata rilevata da Nordic Games che ha deciso di affidare il “restauro” di questo secondo capitolo al team Gunfire Games. Ne varrà la pena o siamo di fronte alla solita mossa commerciale per spremere un franchise? Andiamo a scoprirlo insieme.
Un po’ di storia
Consapevoli che non tutti abbiano giocato le vicende di Guerra e Morte è necessario fare un passo indietro per spiegare il contesto in cui si muovono le vicende di Darksiders II Deathinitive Edition. In Darksiders: Wrath of War vestiamo i panni di Guerra, uno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse evocato sulla Terra in seguito alla rottura dei sigilli del Caos che scatenano l’Apocalisse e la fine del genere umano. Una volta giunto sul pianeta scopre, però, non solo che i suoi tre fratelli non sono presenti ma che, in realtà, i sigilli non sono stati infranti. Sconfitto in battaglia, Guerra sarà soccorso, processato e ingiustamente accusato dall’Arso Consiglio di aver scatenato una prematura Apocalisse e condannato quindi a morte. Arrivati a questo punto entra in scena Morte che certo dell’innocenza del fratello cercherà di trovare un modo per scagionare Guerra e provare dunque la sua integrità. Per far ciò si dirige alla volta di Padre Corvo, custode dei segreti, al fine di dimostrare la verità e trovare un modo per ripristinare l’umanità devastata.
Possiamo fermarci qui perché, oltre a voler evitare spoiler, la trama di Darksiders II Deathinitve Edition è uno degli elementi interessanti del franchise e merita senz’altro di essere approfondita personalmente. Dunque, nonostante si parli di sequel, la nostra azione si svolge parallelamente alle vicende di Guerra presentando però ambienti molto differenti dal primo capitolo.
Non il solito action game
Darksiders II Deathinitive Edition a prima vista ricorda titoli quali God of War, Dante’s Inferno ecc. e il suo gameplay dimostra delle peculiarità che sembrano accostarlo al genere action con importanti influenze da gioco di ruolo. Nella nostra avventura nei panni di Guerra andremo quindi ad affrontare orde di nemici, meno ricorrenti rispetto al predecessore, ma anche tutta una serie di enigmi di Zeldiana memoria che avvicinano il titolo Vigil Games più ai panorami Nintendo che non a quelli Sony. Nonostante queste possibili influenze il già citato elemento GDR gioca una componente importante che diversifica questo prodotto sia dagli action che dai titoli della serie The Legend of Zelda facendo di Darksiders II un prodotto che si avvicina a un hack ‘n’ slash ibrido.
Riguardo all’elemento strettamente action vanteremo un’arma principale (ovviamente la falce) e un’arma secondaria (pesante o veloce) entrambe sostituibili tramite acquisti o tesori recuperati da nemici o forzieri. In aggiunta alle nostre armi bianche l’equipaggiamento presenta altre componenti utilizzabili sia in combattimento che per la risoluzione degli enigmi (come la pistola Redenzione). Mentre a livello difensivo potremo personalizzare a piacimento la nostra corazza sostituendo i vari pezzi del nostro outfit (armatura, spallacci, guanti, stivali e talismani) in modo da sfruttare le varie potenzialità di nuovi e più potenti oggetti.Un aspetto molto interessante che arricchisce l’esperienza di gioco di Darksiders II Deathinite Edition sono le armi possedute, esse potranno evolversi tramite il sacrificio di altri equipaggiamenti del nostro inventario diventando, così, uniche e più potenti a ogni livello. Riguardo all’esplorazione potremo, invece, fare affidamento su Disperazione destriero di Morte evocabile negli spazi aperti e su Polvere un corvo in grado di indicarci la corretta via da seguire, utile soprattutto nei dungeon.
I mondi esplorabili sono quattro più quello introduttivo e presentano tutti aree aperte esplorabili che ricollegano vari punti d’interesse contenenti grandi dungeon e strutture. Oltre a seguire la quest principale avremo moltissime sottoquest da poter completare, oltre alla ricerca dei forzieri nascosti in grado di offrirci tesori sotto forma di denaro, oggetti consumabili ed equipaggiamento. I dungeon o comunque le strutture in cui muoveremo il nostro personaggio sono molto ben curate e dovranno essere affrontate non solo con la forza bruta ma anche tramite l’agilità di Morte che gli permette di compiere balzi, correre sui muri e attivare interruttori e leve in modo da poter raggiungere la destinazione successiva. Oltre a questi classici elementi abbiamo tutta una serie di enigmi e aree che si potranno esplorare solo grazie all’utilizzo di particolari abilità ed equipaggiamenti (anche qui un leggero deja vu per i fan della saga di The Legend of Zelda si farà sentire).
I combattimenti si presentano frenetici e semplici contro i nemici inferiori mentre durante le boss fight aumenterà notevolmente il grado di spettacolarità, soprattutto contro nemici mastodontici, e il livello di difficoltà che ci porterà a dover capire la strategia giusta per riuscire ad avere la meglio sul nostro avversario. Le fasi di scontro con i nemici sono arricchite, inoltre, dalla presenza delle abilità peculari di Morte, Araldo e Negromante, che presentano una sorta di albero dei potenziamenti dove sbloccare, tramite punti che vengono acquisiti con la crescita del proprio livello, varie skill. Avremo dunque tutta una serie di classiche abilità “madri”, configurabili in quattro combinazioni di tasti rapidi per l’utilizzo, con relativi potenziamenti peculiari. L’utilizzo di queste abilità è possibile tramite il consumo di una barra di energia, definita Collera, che può essere ricaricata tramite pozioni, così come quella vitale, o semplicemente combattendo all’arma bianca e realizzando quante più combo possibili. Durante la nostra avventura incontreremo vari personaggi da cui potremo imparare nuovi elementi della trama, nuove mosse e acquistare oggetti. In aggiunta alla già citata ricerca di tesori nascosti e alle sottoquest, grazie alla presenza di tutti i DLC di Darksiders II, la longevità della Deathinitive Edition risulta molto buona con oltre venti ore di gioco (trenta ore è il tempo stimato dall’editore).
Morte in HD
Se a livello di gameplay non ci sono differenze rispetto all’originale Darksiders II del 2012, a parte il pubblicizzato miglioramento su bilanciamento del gioco e distribuzione del bottino, è sotto l’aspetto grafico che questa Deathinitive Edition mostra i muscoli, anche se non pienamente. Abbiamo i 1080p ma il framerate resta sui 30fps a dispetto degli ideali 60fps e presenta diversi cali soprattutto nelle mischie più frenetiche mentre il lavoro di pulizia e riammodernamento delle textures, pur risultando di buona fattura, non sembra essere stato eseguito con la stessa cura per tutti gli elementi del gioco: non capiterà di rado di notare modelli davvero belli e altri molto meno rifiniti quasi fossero stati tralasciati. Un altro aspetto che non convince sono i difetti già riscontrabili in origine, come la telecamera ballerina durante esplorazione e combattimenti, che non sono stati risolti in aggiunta a qualche occasionale collisione poligonale. L’aspetto visivo del titolo in generale risulta comunque gradevole e sulla linea di molti altri remaster hd odierni ma Darksiders II presenta dalla sua un apprezzabile doppiagio italiano, davvero ben curato, contornato da una OST eccezionale ed effetti sonori di ottima fattura. In aggiunta a ciò avremo buone cut scenes realizzate col motore grafico e altre animate con uno stile molto interessante. La maggior parte di questi elementi riguardano naturalmente Darksiders II ed esulano da questa sua rivistazione HD ma decretano in ogni caso l’appetibilità del titolo per chi non l’avesse mai provato.
[signoff predefined=”Signoff 1″ icon=”signoff”]I dubbi sul tentativo di spremere un franchise con questo remaster HD sembrano essere leciti soprattutto per la scelta di presentare solo un titolo e non entrambi i capitoli in una collection HD. Darksiders II Deathinitive Edition vive di rendita grazie all’originale e risulta sicuramente un ottimo titolo per chi non ha mai avuto la possibilità di giocarlo in passato mentre sarà una delusione assicurata per coloro che sperano di trovarsi di fronte a un incentivo per rivivere le avventure di Morte. La presenza di tutti i DLC giova sì alla longevità ma non introduce niente di nuovo a un titolo che già in origine presentava tante ore di gioco e un solido gameplay. Anche l’aspetto fondamentale di questo remaster hd, ovvero il restyling grafico, nonostante risulti un lavoro di buona fattura non è privo di imperfezioni e sviste che lo pongono a metà tra la sufficienza e l’ottimo.[/signoff]