DarkMaus – Recensione
Ratti giganti, spietati e assetati di sangue, non siamo in una discarica, bensì nelle distese di DarkMaus. Il GDR di cui vi parleremo oggi è un must have per tutti coloro che hanno amato la saga dei Souls (specialmente il primo capitolo). Daniel Wright ha sviluppato, senza troppe pretese e con umiltà, un piccolo capolavoro, che prende si a piene mani dalla saga del maestro Miyazaki, ma mantiene comunque una sua identità ben definita.
Una bella fogna
Una volta avviato DarkMaus verrete subito avvolti da un’aura di malinconia, cupezza e sopratutto confusione. Il titolo non presenta infatti alcun filmato, dialogo o qualsivoglia spiegazione iniziale, ma vi butterà immediatamente nel bel mezzo dell’azione. Bensì il titolo presenti, andando avanti, una lore abbastanza profonda e ben realizzata, la storia principale è molto debole. Ci ritroveremo a impersonare un ratto muto e senza carattere di sorta, che, in seguito alla corruzione del mondo di Hazath, vagherà alla ricerca del motivo di questo disastro, fine. La trama principale è però l’unico elemento che ci sentiremmo di definire mal realizzato del titolo, in quanto quest’ultimo eccelle in praticamente tutti gli altri.
Complementare alla storia principale, ma totalmente su un altro livello di qualità, è la lore del titolo. Per quanto la storia ambientale non sia ai livelli di, per esempio, Dark Souls, si attesta comunque su livelli altissimi. Le descrizioni degli oggetti, i dialoghi con gli NPC e i piccoli indizi sparsi nel mondo di gioco, saranno i vostri elementi per sviscerare la lore di DarkMaus.
Soffermandoci sugli NPC, ci sentiamo di dare una nota di merito a Daniel Wright, per l’eccelsa caratterizzazione che è riuscito a donargli. A schermo appariranno delle semplici silhouette, molto spesso anche uguali ma di colore differente, ma ai vostri occhi appariranno estremamente diversi e variegati, poiché ognuno di loro vanta un carattere e una storia ben definita e misteriosa.
Per quanto lo sviluppatore abbia attuato delle scelte stilistiche molto particolari nella realizzazione della grafica del titolo, che lo rendono estremamente minimale, DarkMaus riesce a essere anche estremamente immersivo. Sin dai primi minuti di gioco, vi sorprenderete di vedere quanto le poche forme messe sul piatto da Daniel Wright riescano a comunicare più di un milione di poligoni. Avventurandovi nell’arido deserto la telecamera si alzerà e la musica si farà più bassa, a sottolineare la grandezza e dispersività del luogo, la sabbia si alzerà offuscando la vostra visuale e produrrà un rumore diverso sotto le zampe del ratto. Grazie all’utilizzo perfetto di particolari suoni ed effetti visivi, l’ambiente intorno a voi non sarà mai confuso e capirete sempre alla perfezione che luoghi state esplorando.
Bone Souls
Parlando di azione, ci ritroviamo davanti a un action RPG che praticamente copia al 100% quello che già si è visto in Dark Souls. Una volta arrivati faccia a faccia con i nemici avrete totale libertà di movimento, potendo però bloccare la visuale su un avversario in particolare. Le vostre opzioni saranno principalmente tre: Attaccare (con attacco leggero o pesante), schivare o parare. Sbloccherete altre opzioni in combattimento, ottenendo delle abilità tramite l’avanzamento di livello, come per esempio: un attacco in scatto o un attacco radiale. La precisione dei comandi (tranne con qualche attacco in scatto) e l’intelligenza artificiale dei nemici, rendono i combattimenti di DarkMaus sorprendentemente entusiasmanti e divertenti. L’unica pecca l’abbiamo trovata non tanto nel sistema di combattimento in sé, ma più nelle armi stesse, troppo simili e con pochi moveset totali.
Il vostro equipaggiamento sarà formato da oggetti attivi, che troverete nella croce in basso, e oggetti passivi, come armature,talismani ecc. Potrete equipaggiare due armi nella mano destra (intercambiabili utilizzando il d-pad) e uno scudo nella sinistra. Stessa storia per gli oggetti consumabili, situati nella parte superiore e inferiore della croce e intercambiabili premendo i tasti assegnati.
Ovviamente come in ogni GDR che si rispetti, anche in questo titolo è presente un sistema, seppur molto semplice e banale, di avanzamento di livello. Uccidendo i nemici otterrete delle ossa, utilizzabili per aumentare delle statistiche specifiche (HP, Danno, Stamina ecc). Come ogni souls like che si rispetti, alla morte lascerete una bella chiazza di sangue contenente i vostri “punti esperienza”, da andare a raccogliere e che scomparirà in caso di un ulteriore decesso.
[signoff]Imitare un titolo famoso come Dark Souls e mantenere comunque una propria identità non è facile, ma Wright col suo DarkMaus ci è riuscito. Il titolo prende a piene mani dall”opera di Hidetaka Miyazaki, ma senza mai perdere la sua impronta caratteristica. Difficile, entusiasmante e immersivo, DarkMaus non può mancare nelle librerie steam di tutti gli amanti degli action RPG. [/signoff]