Dark Souls: Remastered – Recensione
Ogniqualvolta ci approcciamo a un lavoro di rimasterizzazione dobbiamo aver ben chiaro cosa stiamo per avere fra le mani. Essere soddisfatti o scontenti dal prodotto è molto spesso più legato alle nostre aspettative che al vero e proprio risultato finale. Va ovviamente considerato il nuovo livello qualitativo raggiunto dall’opera, ma con i videogame non più vecchi di una generazione difficilmente possiamo aspettarci cambiamenti sensibili. Dark Souls: Remastered rientra abbastanza in questo discorso, sebbene sia necessario fare qualche precisazione.
Narrare della nascita e del successo di Dark Souls, della sua natura di seguito spirituale di Demon’s Souls, di come abbia portato alla definizione “souls-like” o delle sue “evoluzioni” Bloodborne e Dark Souls III, risulterebbe abbastanza ridondante. Ciò che ci interessa è che Dark Souls: Remastered arriva su PC, PlayStation 4 e Xbox One con un discreto carico di differenze tecniche. Su PlayStation 4 e Xbox One, Dark Souls: Remastered gira a una risoluzione di 1080p e 60 frame per secondo. Su PlayStation 4 Pro e Xbox One X, l’opera di FromSoftware arriva a 4K upscalati. Per ottenere il 4K nativo, oltre che i 60 fps, dobbiamo buttarci sulla versione PC. Anche l’online ha ottenuto un upgrade: il numero di giocatori che si possono scontrare contemporaneamente è infatti aumento da quattro a sei, con la possibilità di impostare una password per il matchmaking. Inoltre, il gioco dispone ora di server dedicati.
Cercando di andare un po’ più in profondità, però, definiamo cosa è cambiato dal 2011, anno di rilascio della versione originale di Dark Souls: il sistema di illuminazione e vari effetti. I modelli poligonali e le texture sono perlopiù le stesse di sette anni fa, ma le luci sono sensibilmente cambiate. Si nota subito, inoltre, che il gioco è più saturo: quell’aspetto “nebbioso” della versione originale è scomparso. Più precisamente, sono completamente cambiati i fuochi e le anime: ora sono simili a quelli di Dark Souls III, più realistici e per questo vivi e credibili.
Queste differenze rendono Dark Souls: Remastered leggermente migliore, ma non in modo sorprendente. Semplicemente, questa versione sembrerà diversa ma più in orizzontale che in verticale: lo stesso però non si può dire del gameplay. Controller alla mano, ci ritroviamo a vivere la stessa esperienza di sette anni fa, o quasi. Tra le principali differenze ludiche abbiamo: la possibilità di usare più oggetti (come anime o umanità) contemporaneamente, la gestione dei Patti direttamente dal falò (potremo cambiare Patto, ma non donare oggetti), la mappatura dei controlli che indirettamente ci permette di eseguire il salto con L3 invece che con cerchio e la possibilità di modificare la grandezza dell’HUD (opzione molto gradita, a essere del tutto sinceri). Inoltre, è stato aggiunto un falò in prossimità di Vamos e il DLC Artorias of the Abyss è incluso (ma non sono stati aggiunti trofei dedicati). Tanti piccoli accorgimenti graditi, ma che non rivoluzionano il gioco in alcun modo.
Per il resto ritroveremo gli stessi nemici, gli stessi menù e tutto l’amato gameplay del primo Dark Souls. Se questa remastered dimostra qualcosa, è che il videogame ideato da Hideta Miyazaki è in grado di divertire ancora dopo sette anni. I 60 fps rendono l’esperienza veramente fluida e ci fanno domandare come fosse possibile affrontare La Città Infame in passato. Dark Souls: Remastered ci permetterà di (ri)vivere quel fantastico mix composto di scoperta, apprendimento e soddisfazione finale di cui l’opera si è sempre vantata.
Anche conoscendolo perfettamente, tutto funziona ancora oggi e non si ha la sensazione di giocare a una versione “minore” di Dark Souls 3. Dark Souls era ed è, molto semplicemente, diverso. Ha i propri ritmi, le proprie regole, e Dark Souls: Remastered è la perfetta occasione, per chi non ha mai vissuto l’opera originale, per scoprire un altro stile di gioco. Veterano o neofita, il divertimento è assicurato.
Se su questo possiamo facilmente essere tutti d’accordo, più complessa è la questione legata all’annoso problema: vale la cifra richiesta? Ha senso, se ho già esplorato la vecchia versione, comprare questa remaster?
La risposta è dentro di voi. Non è una frase a effetto ma, come non mai, tutto dipende da quello che state cercando e dove lo state cercando. Se su PC l’alta risoluzione e i 60 fps sembrano scontati (grazie a DSFix e alle mod), su console la storia è diversa. Il vero punto forte del pacchetto risulterà per molti essere l’online: questa nuova versione porterà alla nascita di una nuova community che vi permetterà di giocare ancora e ancora per molte ore come è avvenuto in passato.
Grazie alla presenza del DLC, tutti i giocatori avranno accesso ad un’arena per scontri di gruppo: un luogo ufficiale in cui trovare sempre qualcuno pronto alla battaglia aiuterà l’online a rimanere vitale. Purtroppo, non ci è stato possibile testare approfonditamente le funzionalità del multigiocatore a causa del limitato numero di giocatori pre-D1, quindi non possiamo esprimerci in merito alla stabilità delle matchmaking.
Dark Souls: Remastered è esattamente quel che sembra: una versione limata dell’originale gioco, un’occasione per rivivere la stessa esperienza senza particolari differenze. Se non ci si confonde tra “remake” e “remaster”, si avrà tra le mani un prodotto adeguato che non vuole, e quindi nemmeno prova, a essere qualcosa che non è. Avete voglia di esplorare la terra degli dei e ritenete giusto il prezzo? Allora comprate tranquillamente Dark Souls: Remastered: questi sette anni non gli hanno arrecato alcun danno, potete starne certi.
Pro
- Il solito Dark Souls, con piccoli accorgimenti
- Ancora divertente e funzionante
- 60 fps
Contro
- Il solito Dark Souls, con piccoli accorgimenti