Dark Souls 2: Crown Of The Ivory King
La dura strada per la vittoria
Nonostante i successi di titoli come i vari Tenchu o Armored Core, i ragazzi della nipponica From Software vengono ricordati principalmente per aver riscritto i canoni del videoludo con Demon’s Souls, epico action-gdr del 2009, caratterizzato da meccaniche mature e atmosfere cupe e affascinanti. Negli anni successivi la casa di Tokyo migliorò notevolmente il suo marchio, grazie agli eccellenti titoli della serie Dark Souls, in grado di restaurare una vecchia scuola di hardcore-game che sembrava ormai estinta in un mercato videoludico pieno di titoli ormai facili e poveri di idee. Sin dal primo Dark Souls, la From Software si è inoltre distinta per la sua capacità di supportare il suo franchise con eccellenti DLC, che non hanno mai rappresentato una mera operazione commerciale, ma ne hanno esteso e approfondito la storia e le meccaniche.
Dopo un’estate scandita dall’uscita degli eccellenti primi due episodi della serie The Lost Crowns, la From Software conclude la saga con questo Crown Of The Ivory King, uscito in lieve ritardo rispetto alla data prevista e destinato a chiarire molti punti rimasti in sospeso, oltre a tentare di chiudere in modo degno una serie da sempre eccellente.
Storia di una tempesta
Questa volta, a livello narrativo, la From Software sembra aver abbandonato il classico meccanismo di svelare la storia a brevi, rari spezzoni e solo a patto di una paziente ricerca da parte dell’utente.
Dopo un inizio tra i più interessanti dell’intera saga, inizieremo la nostra ricerca in una terra scossa da tempeste di neve e ghiacci (dopo l’acqua del primo DLC e il fuoco del secondo) in cui, almeno all’inizio, persino la visibilità sarà scarsa, permettendo a insidie e nemici di nascondersi alla nostra vista e costringendoci ad adottare nuove strategie.
Costruita dal Re d’avorio per contrastare l’avanzata del caos, la terra di Eleum Loyce, dopo la scomparsa del sovrano (uno dei tre ai quali Re Vendrick concesse le corone della serie) si è trasformata in una terra ghiacciata e, precisiamo, tra le ambientazioni più interessanti dell’intera saga. Consegnando infine le tre corone al re pazzo (Vendrick), dovrebbe accadere “qualcosa di molto speciale” (parole del game director Yui Tanimura).
Lo scenario gelido non è fine a sé stesso, ma modifica radicalmente il gameplay, favorendo anche una seconda esplorazione: dopo un certo evento, infatti, molte zone (e anche nemici) prima congelate saranno accessibili, espandendo ulteriormente la già vasta esperienza ludica.
Come accennato, la storia stavolta viene spiegata in modo più approfondito, grazie anche alla presenza di un’enigmatica e inquietante voce fuori campo che ci intima più volte di desistere dalla nostra impresa, permettendo di chiudere la trilogia di DLC (e la trama principale) in modo abbastanza completo, anche se alcuni interrogativi rimangono.
Come muore un guerriero
La giocabilità di Ivory rimane ancora fedele ai canoni tracciati dall’intera saga. L’altissima difficoltà promessa (o minacciata) dagli sviluppatori non dovrebbe preoccupare gli utenti esperti e ormai dotati di personaggi decisamente forti. Per un veterano della saga saranno sufficienti 3 o 4 ore per venire a capo della ricerca della terza corona.
La novità più grande viene dall’ambientazione stessa: nevi e tempeste, come già accennato, ci costringeranno a un approccio molto più cauto e calcolato. Favorendo in questo modo anche l’esplorazione di una zona vasta, labirintica, ma generosa di oggetti interessanti e potenti.
La stessa esplorazione non sarà mirata solo al ritrovamento di armi e oggetti, ma permetterà anche di sbloccare situazioni e PNG in grado di facilitare le battaglie contro i boss.
I boss, appunto, vero fulcro dell’intero franchise, sono ancora ostici e interessanti, e stavolta non sono messi quasi in sequenza come nel precedente DLC, ma iniziano anch’essi a scarseggiare in originalità: il solito quadrupede gigante e un paio di umanoidi abbastanza classici. Ma anche se mancano di originalità nel design, le battaglie contro i boss stavolta richiedono un approccio a posteriori totalmente inedito e interessante. Qualcosa che finalmente risulta ben oltre il semplice attraversare la nebbia armati e accompagnati da gregari online.
Sul versante sonoro troviamo le classiche musiche della saga: tracce rare ma bene inserite nel contesto. A far da cornice alle musiche abbiamo gli ormai canonici effetti sonori realistici e funzionali.
Sempre curato il comparto online, ma stavolta evocare un altro utente sarà ancora più necessario per affrontare al meglio le battaglie contro i boss, che sembrano essere state impostate proprio per favorire la cooperazione online.
[signoff icon=”quote-circled”]La From Software si è sempre distinta per la sua capacità di creare ambientazioni mature, uniche, affascinanti, e anche in questo caso non ha deluso le aspettative. Le desolate lande gelide di Eleum Loyce, infatti, sono caratterizzate da scelte di design ottime, proponendo un mondo vasto (più dei precedenti DLC) e labirintico. Queste scelte si sono estese anche agli avversari: sempre ostici, crudeli, spesso inquietanti, ma che ormai iniziano a provocare una leggera sensazione di già visto, soprattutto nelle tecniche di attacco.[/signoff]