Dark Devotion – Recensione PlayStation 4

Recensito su PlayStation 4

Dark Devotion, dopo essere uscito una prima volta su PC la scorsa primavera, sbarca finalmente anche sulle nostre console casalinghe, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch.

Dark Devotion, sviluppato dai francesi di Hibernian Workshop e distribuito da The Arcade Crew, è un titolo che va a collocarsi in un sotto genere abbastanza di tendenza in questi ultimi anni: il soulslike/metroidvania in 2 dimensioni, impreziosito da grafica in pixel art di alta fattura.

Una nicchia già solidamente occupata da giochi molto ben piazzati quali Salt & Sanctuary, il recente Blasphemous e il più metroidvanieggiante Bloodstained: Ritual of the Night. Insomma, un panorama bello affollato nel quale cercare di emergere non risulta, a conti fatti, affatto semplice.

A livello di trama, Dark Devotion non si discosta moltissimo dai soliti plot che facilmente si incontrano bazzicando il genere: il nostro eroe (o meglio, eroina) deve cercare di ottenere la redenzione fuggendo da un luogo da incubo, popolato di orripilanti creature pronte a farci, spesso in senso squisitamente letterale, la pelle.

Anche l’aspetto grafico in pixel art ricalca abbastanza fedelmente lo schema solito, proponendoci ambientazioni e avversari dallo spiccato aspetto gotico orrorifico, con una molto vaga ispirazione all’immaginario cristiano, decisamente molto meno marcate rispetto a quelle proposte dal già citato Blasphemous.

Dark Devotion

In generale, per quanto riguarda Dark Devotion, questo tipo di caratterizzazione funziona alla grande, finendo per proporci avversari (soprattutto i mobili più grossi e gli immancabili boss) carismatici e di sicuro impatto.

Il gioco presenta anche delle meccaniche piuttosto inusuali visto il genere. Come in ogni soulslike che si rispetti, anche in Dark Devotion moriremo malissimo per un numero allucinante di volte, soltanto che, questa volta, a ogni nostra dipartita e successiva resurrezione otterremo un bonus ma… perderemo tutto il nostro equipaggiamento!

Si, avete letto bene. Ogni qualvolta che la nostra giovane templare verrà straziata brutalmente da qualche Orrore senza nome, a suo successivo risveglio si ritroverà senza tutto l’equipaggiamento e i consumabili raccolti fino a quel momento. Per contro (e per non rendere la progressione davvero impossibile) gli Dei le conferiranno un aiuto sotto forma di bonus casuale, grazie al quale si potrà tentare con un minimo di speranza di recuperare quanto perduto.

Dark Devotion

Detta così, sembra che la situazione sia davvero bruttissima in caso di dipartita. Fortunatamente, almeno per alcune armi, soprattutto quelle droppate dai boss, sarà possibile recuperarle direttamente dal fabbro presente nell’hub centrale, mentre per le altre dovremo tornare nello stesso identico punto della mappa dove le abbiamo trovate la prima volta. I consumabili invece appaiono nelle casse e nei cadaveri in modo assolutamente casuale, costringendoci così a una nuova cerca di oggetti utili.

Come già detto, anche le benedizioni che riceveremo saranno totalmente casuali (le vie degli Dei sono imperscrutabili…) ma saranno molto più consistenti in base a quanta Devozione abbiamo accumulato prima della nostra ultima dipartita. La Devozione, si accresce progredendo ed esplorando quindi, infine, più andremo avanti dopo ogni resurrezione e più la benedizione ricevuta in seguito sarà “importante”.

Tutto questo rende Dark Devotion una piacevole digressione da quanto già visto in precedenza, pregio però in parte vanificato da un sistema di controllo impreciso e a tratti farraginoso. L’intento era sicuramente uno dei migliori, cercando di introdurre un sistema di combattimento veloce e il più completo possibile, forse un pochino più tecnico rispetto a quanto visto nei più o meno illustri giochi concorrenti.

Dark Devotion

Peccato però che a conti fatti ci troviamo di fronte, perlomeno su Playstation 4, a una mappatura dei comandi scomoda ed estremamente poco intuitiva, che ci causerà davvero un sacco di morti “stupide” aumentando così il senso di frustrazione.

Se a questo difetto, sicuramente non da poco, aggiungiamo anche un sonoro assolutamente dimenticabile, una grafica che per quanto ispirata ed evocativa, non si avvicina neanche alla concorrenza in quanto, protagonista in testa, risulta davvero poco definita, il giudizio del gioco rischia di cadere vertiginosamente verso la semplice mediocrità.

A dare il colpo di grazia, aggiungiamo anche la mancata localizzazione in italiano, problema di poco conto per chi mastica la lingua di Albione, ma che va a inficiare l’esperienza di chi invece non lo parla, in quanto tutta la lore del gioco va estrapolata, in puro stile soulslike, da dialoghi e descrizioni dello scenario.

Dark Devotion


In definitiva, Dark Devotion è l’ennesima occasione mancata. Una bella atmosfera e alcune idee originali ci sono, ma sono tristemente rovinate da difetti e imprecisioni abbastanza critici, relegando il titolo a una mera sufficienza.

6.5

Pro

  • Ambientazione affascinante
  • Meccaniche originali

Contro

  • Controlli poco pratici
  • Grafica spesso confusa e poco definita
  • Comparto audio dimenticabile
Vai alla scheda di Dark Devotion
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