Danganronpa 1.2 RELOAD – Recensione
Novembre 2010. Questa la data in cui in Giappone uscì, su Playstation Portable, il primo capitolo di Danganronpa. All’apparenza una visual novel come tante, Danganronpa guadagnò una folta schiera di fan grazie alla sua storia appassionante, ai colpi di scena incredibili, all’atmosfera mozzafiato e a personaggi interessanti e ai quali era difficile non affezionarsi. Grazie a questa inaspettata risposta del pubblico, Danganronpa non faticò a diventare una serie a se stante, ottenendo un anime e successivamente un sequel chiamato Danganronpa 2: Goodbye Despair, nel 2012 sempre su PSP.
Con il successo riconfermato di questo secondo titolo e con l’avvento di Playstation Vita, la saga proseguì con una collection migliorata, chiamata Danganronpa 1.2 RELOAD e comprendente entrambi i giochi (ma che qui da noi arrivarono su PS Vita come titoli venduti singolarmente e a prezzo pieno, in una mossa commerciale abbastanza discutibile) per poi sfociare nello spinoff Danganronpa: Ultra Despair Girls e trovare infine una conclusione definitiva della trama nell’anime Danganronpa 3. Il prossimo titolo della serie, Danganronpa V3, in arrivo durante l’anno su Playstation 4, sarà invece un totale reboot con nuovi personaggi e una nuova storia.
Nonostante su Playstation Vita noi occidentali non abbiamo potuto al tempo godere della collection con i primi due titoli, è stato deciso di far uscire a metà marzo 2017, questa collection su Playstation 4. La console ammiraglia di Sony è in procinto di ricevere il catalogo completo della serie grazie a Danganronpa 1.2 RELOAD e alla versione remastered di Ultra Despair Girls in arrivo durante l’anno, peccato per l’impossibilità di avere sulla stessa piattaforma anche l’anime che porta un finale alla serie.
Questa scuola è speranza o disperazione?
Per chi non avesse mai provato Danganronpa fino a questo momento, è d’obbligo un piccolo riassunto riguardante la trama. La Hope Peak Academy è una prestigiosa scuola d’élite, la cui “missione” è forgiare i ragazzi più talentuosi che esistono per fare in modo che diventino delle speranze per il futuro dell’umanità. In questa scuola è infatti possibile entrare solo tramite un invito ufficiale inviato dall’accademia stessa. Gli unici invitati sono quindi studenti che sono i massimi esponenti qualitativi nel loro campo, come per esempio la migliore programmatrice, o la migliore lottatrice di arti marziali.
Quando Maokoto Naegi, un giovane dalle capacità medie, viene invitato tramite lotteria come “Studente più fortunato”, accade qualcosa di veramente brutto. Entrato a scuola perde i sensi, e quando rinviene si ritrova senza vie di uscita, in una scuola totalmente bloccata dal mondo esterno, assieme ad altri 14 compagni. Il preside si rivela essere un orso di pezza robot, Monokuma, che costringe gli alunni a uccidersi l’un l’altro per ottenere il diritto di riacquisire la libertà.
Gli studenti, difatti, sono costretti a passare lì dentro il resto dei loro giorni a meno che uno di loro non uccida un loro compagno senza essere scoperto dagli altri. Nel caso di un omicidio seguirà un periodo di investigazioni per poi arrivare a un processo dove ogni studente potrà ragionare insieme agli altri sull’accaduto e decidere infine chi si pensa essere il colpevole. In caso di risposta esatta il colpevole verrà ucciso e gli altri continueranno la loro vita scolastica, mentre in caso di risposta sbagliata saranno uccisi tutti gli altri mentre il colpevole sarà libero di uscire da quell’inferno.
Senza spoilerare nulla degli incredibili colpi di scena che ci aspettano nel primo capitolo di Danganronpa, quando inizieremo il secondo gioco ci ritroveremo in una situazione molto simile alla prima, solo con nuovi personaggi bloccati su un’isola deserta invece che all’interno di una scuola. Sebbene il tutto sembri slegato dagli eventi di anni prima, però, scopriremo che fa tutto parte di un diabolico insieme.
Il colpevole sei tu
Il gameplay dei due giochi di Danganronpa è estremamente simile. Innanzitutto il cuore del gioco, come detto, è una lunga e appassionante visual novel: i personaggi parleranno, e parleranno, e parleranno per molto tempo. Ciò che diranno potrebbe essere il più delle volte inutile o troppo prolisso, ma in realtà ogni frase aggiunge vita ai personaggi, che appariranno sempre più reali e ci porteranno ad affezionarci a loro. Potremo spostarci liberamente per gli scenari dei due giochi usando una mappa tridimensionale con visuale in prima persona, questo ci porterà a raggiungere le varie ambientazioni rappresentate come fossero libri con figure di carta a pop-up e all’interno delle quali potremo esaminare gli oggetti importanti che potremo evidenziare premendo il tasto triangolo, feature estremamente utile durante le fasi investigative.
Tra le varie ricerche troveremo spesso delle monete nascoste chiamate Monocoins, che potremo utilizzare in una macchinetta per gashapon per ottenere dei regali da fare ai vari personaggi, così da aumentare la nostra amicizia con essi e farci raccontare le loro storie e i vari retroscena sulla loro vita. Fare ciò servirà anche a ottenere nuove skill utilizzabili durante i processi. Questi ultimi ottengono un gameplay più frenetico, pieno di minigiochi necessari a raggiungere determinate deduzioni sullo svolgimento del caso in corso, o a incalzare chi pensiamo possa essere il colpevole di turno. Di base, tra un minigioco e l’altro (di diversa natura tra il primo e il secondo gioco), i processi si svolgeranno con continui dibattiti tra i vari personaggi, che si metteranno a dare i loro pareri sulla situazione. Tra essi c’è ovviamente chi sta mentendo o sta sbagliando ragionamento, e il nostro scopo, come in Phoenix Wright, è riuscire a capire di chi si tratta e qual è la frase incoerente con tutto il resto.
Per puntare il dito e mostrare le contraddizioni in una determinata frase, dovremo selezionare la nostra prova sotto forma di proiettile, e “spararla” letteralmente in direzione delle frasi dei personaggi che si muovono sullo schermo. Tra le varie frasi si muovono anche i “rumor”, cioè frasi di sottofondo commentate dagli altri personaggi e che intralceranno la nostra mira: su Ps Vita potevamo usare il touch screen per liberarcene, mentre su PS4 la cosa si fa più complicata poiché, così come su PSP, dovremo mirare con lo stick verso i rumor e sparare per farli sparire e liberare così la visione alla giusta frase da colpire col nostro proiettile.
I remaster sono sopravvalutati
Danganronpa e Danganronpa 2 erano già tecnicamente molto arretrati al loro esordio su Playstation Vita, se consideriamo il fatto che in realtà erano giochi sviluppati su PSP. Quando abbiamo dovuto valutare il loro lato tecnico, al tempo delle vecchie recensioni, abbiamo nonostante tutto premiato gli artwork di buona qualità. Tuttavia, con l’arrivo su Playstation 4, se possiamo giustificare la grafica di base inalterata, non è assolutamente possibile ammettere il fatto che gli artwork e le varie immagini non siano state come minimo rilavorate per adattarsi all’HD.
La maggior parte del gioco è infatti visibile in solo SD, con immagini sgranate e spesso piene di blur, e le uniche fasi “guardabili” sono quelle in cui ci muoveremo in prima persona in tre dimensioni. Il comparto audio rimane identico in tutti i suoi pro, tra una colonna sonora eccezionale e buonissimi doppiaggi sia in inglese che in giapponese.
La longevità in questa collection è l’aspetto meno criticabile in assoluto, grazie ad avventure che porteranno via decine di ore, minigiochi vari, una storia extra, e una modalità che permette di fare amicizia con i propri compagni in maniera pacifica per sbloccare le loro storie.
Se dovessimo valutare i singoli capitoli di Danganronpa, meriterebbero una promozione a pieni voti. Sono storie appassionanti, ricche di incredibili colpi di scena, personaggi vivi e capaci di farci ridere e piangere, e all’occorrenza un umorismo non indifferente. Due capolavori, a patto che siate videogiocatori capaci di avere una pazienza incrollabile nel seguire una storia che non vi metterà in situazioni action come ormai siamo purtroppo tutti abituati. Tuttavia oggi siamo qui a valutare una collection che ha avuto molto poco di rilavorato. Con immagini in bassa definizione, a tutta questa distanza di tempo dalla loro release, non riusciamo a trovare una giustificazione valida. Se Danganronpa 1.2 RELOAD fosse uscito contemporaneamente alla loro release su Playstation Vita lo avremmo valutato forse con un 8, ma per come è la situazione in questo momento non ci sentiamo di andare oltre la sufficienza. Tuttavia non fatevi ingannare da questo voto forzato da cause tecniche e relative al tempo: se non avete mai giocato Danganronpa questa è una collection imperdibile.
Pro
- Due capolavori in uno
- Storie piene di colpi di scena
- Personaggi brillanti e pieni di vita
Contro
- Rimasterizzazione quasi nulla
- Fastidiose immagini in bassa definizione