Cyberpunk 2077 – Recensione
Cyberpunk 2077 è finalmente sui nostri monitor. Lo sviluppo dell’ultima opera di CD Projekt RED è stato decisamente travagliato, tra continui rinvii e una release old gen tutt’altro che rosea, che proprio in queste ore sta facendo parlare di sé per la mancata ottimizzazione, e non solo.
In questa sede tuttavia, ci concentreremo sullo sviscerare i contenuti e la qualità di essi, al di là delle problematiche (che siamo certi andranno risolvendosi nei mesi futuri a colpi di poderose patch) concentrandoci su quanto visto in più di 100 ore di gioco su un solido PC gaming, pronti a raccontarvi la nostra roboante esperienza in quel di Night City.
C0s’è Cyberpunk? Innanzitutto una corrente letteraria tutta anni ’80, sottogenere della fantascienza, che ha visto proliferare nelle sue pagine autori del calibro di William Gibson, coniata dal visionario Bethke e presto rivisitata in chiave di gioco di ruolo cartaceo da Mike Pondsmith.
Ed è proprio tra le polverose pagine del regolamento della seconda edizione, Cyberpunk 2020, e nel Neuromante di Gibson, che chi vi scrive ha sognato per la prima volta mondi lontanissimi ma concreti, sporchi e attuali. Un mondo sconquassato dalle incredibili possibilità tecnologiche, ma piegato da un divario sociale verticalissimo, dove le grandi corporazioni si arricchiscono dall’alto dei loro grattacieli, svettando sul disordinato sprawl suburbano.
L’ottimo The Witcher 3 ci ha fatto immediatamente riporre grande fiducia nelle capacità narrative e di design dei ragazzi di CD Projekt RED e la scoperta di Keanu Reeves nei panni del Rocker Jhonny Silverhand ha alzato l’asticella dell’hype più del dovuto… molto più del dovuto. Ma andiamo con ordine.
Come ogni gioco di ruolo action che si rispetti, si parte dalla creazione del personaggio, dove saremo chiamati a personalizzare l’estetica del nostro avatar (attualmente non sarà possibile modificarne l’aspetto durante l’avventura, dunque ponderate bene le vostre scelte), quindi a distribuire dei punti creazione nelle varie specialità del nostro alter-ego virtuale. A differenza dal gioco di ruolo dal quale trae le sue origini, in Cyberpunk 2077 non dovremo scegliere una determinata classe come il Solitario, il Netrunner o il Rocker.
Potremo spendere i nostri punti creazione e avanzamento in una delle cinque categorie a nostro piacimento. Ogni categoria gode di varie specializzazioni sulle quali spendere un’altra tipologia di punti per personalizzare ulteriormente la build che preferiamo.
La prima delle cinque categorie è fisico. Se sceglieremo di investire qui i nostri punti permetteremo al nostro avatar di essere fisicamente più resistente, che comporta avere più punti ferita e poter correre/scattare più a lungo oltre che, naturalmente, poter contare su un destro letale. I talenti presenti sui vari rami di questa specializzazione sono concentrati sul combattimento corpo a corpo, la rigenerazione della salute e la fermezza durante le battaglie.
Investire in riflessi ci permetterà di incrementare il valore di elusione e colpi critici, con un ramo di talenti interamente volto ad aumentare la nostra letalità con fucili, pistole e lame. Una buona combo di fisico/riflessi è la ricetta perfetta per coloro che desiderano un’esperienza di gioco incentrata sul first person shooter, forti di proiettili letali e di una buona dose di salute e resistenza.
L’intelligenza è destinata agli aspiranti Netrunner: Hacker letali in grado di scannerizzare l’ambiente circostante, violarne i sistemi e friggere i nemici surriscaldando i loro chip. Un silenzioso Netrunner può essere ben più letale di un mastodontico aggressore armato fino ai denti, a patto di sfruttare con intelligenza l’ambiente circostante.
La freddezza è l’abilità relativa alle nostre operazioni stealth. Con i suoi talenti interamente incentrati sulla furtività e il sangue freddo è sia un’ottima statistica accoppiata con intelligenza che una validissima opzione stand alone coloro che prediligono il movimento tra le ombre.
La capacità tecnica è legata alla nostra competenza nelle avanguardistiche tecnologie di Night City. Potremo aprirci varchi altrimenti inaccessibili, creare da soli armi performanti e rendere le granate decisamente più letali di quanto già non siano.
Il bello di Cyberpunk 2077? Non saremo mai legati all’avanzamento di una specifica disciplina o stile di gioco, ma potremo utilizzare le nostre competenze in maniera flessibile verso l’ambiente di gioco, con una totale libertà decisionale e modulare. Sebbene questa visione proposta in 2077 sia in ampio contrasto con il gioco di ruolo originale, la possibilità di godere appieno di tutte le possibilità offerte da Night City in ogni momento è semplicemente fantastica.
L’ultimo tocco di personalizzazione che saremo chiamati a dare al nostro Cyber alter ego riguarda le sue origini. Potremo scegliere tra ragazzo di strada, nomade e corporativo. Questa scelta iniziale non si limita a caratterizzare le prime battute di gioco, ma andrà a incidere profondamente sulle nostre opzioni di dialogo, fornendo spunti sempre interessanti e presenti per tutta la durata dell’avventura. Personaggio pronto? Ci tuffiamo nella City.
Dopo aver svolto la breve quest introduttiva saremo fin da subito liberi di immergerci nell’open world proposto da CD Projekt RED. Starà a noi scegliere se seguire la storyline principale o tuffarci nella miriade di sub quest proposte. E la città… è viva. Night City è un groviglio di storie, di vite e di avventure che ci avvolge interamente, sempre pronta a proporci un nuovo scorcio di ambientazione, un sorso di pericolo e un boccone di veleno.
Raramente abbiamo assistito allo spettacolo di una città così piena di contenuti, e definirli “semplici” contenuti è assolutamente riduttivo: ogni scorcio, marciapiede o angolo di strada è caratterizzato in maniera strabiliante dal punto di vista contenutistico, con l’esornativo che si fonde con il suggestivo in un perfetto connubio artistico. È un’esperienza suggestiva che vale la pena di essere vissuta in prima persona, fino a fondersi con lo spirito maledetto della città.
Naturalmente questo a patto di possedere una macchina performante, in grado di restituire innanzitutto un feedback visivo che non rischi di rompere la magia dell’immersività nel mondo di gioco. Sono in agguato una moltitudine di bug non indifferenti, come texture caricate in ritardo, compenetrazioni di ogni tipo e un framerate ballerino. Per questo motivo, sarà di vitale importanza perdere qualche minuto con le impostazione grafiche, al fine di rendere le performance di gioco coerenti con la build del proprio PC.
In questa sede cercheremo di fare meno spoiler possibile, tanto da non raccontarvi neanche in che modo vi incontrerete (e scontrerete) con Johnny Silverhand, comprimario d’eccellenza dell’avventura. Cercheremo invece di restituire l’esperienza viscerale che si prova ad immergersi nelle storie narrate nei vicoli, nei grattacieli e negli sperduti antri della città.
Siamo di fronte ad un capolavoro narrativo, dove la titanica mole di scrittura, spalmata organicamente tra missioni principali, secondarie ed eventi, non perde mai un colpo. I dialoghi sono ineccepibili e le storie narrate irte di una profonda componente etica, tanto da lasciare in più occasioni il giocatore sgomento o spiazzato. I ragazzi di CD Projekt Red hanno scelto di spingere sull’acceleratore, senza risparmiare nessuna tematica.
Paranoia, religione, etica, morale, transumanesimo ed identità sono solo alcune tematiche che Cyberpunk 2077 affronta, lasciando sempre al giocatore un ampissimo spazio di manovra circa le decisioni importanti da prendere. V, il nostro alter ego, sebbene influenzato dal nostro decision making, è un personaggio vivo, con un carattere e un’identità ben definite e quasi mai avremo la sensazione di aver calato un avatar virtuale e senza personalità in un mondo vivo. Faremo parte della storia, ci sentiremo parte della storia e ogni nostra decisione sarà fondamentale.
La mappa della città (che comprende anche le zone limitrofe) è molto vasta e densa. Per muoverci da una zona molto distante dall’altra avremo due opzioni: guidare un mezzo o ricorrere al fast travel. Purtroppo il versante guida ci ha lasciato tutt’altro che entusiasti, con veicoli scivolosi non in grado di offrire un’esperienza né arcade né simulativa. Se a questo aggiungiamo una scarsissima credibilità relativa ai danni dei veicoli e ai danni ambientali, ci ritroviamo davanti a uno dei comparti più deboli proposti da Cyberpunk 2077. Il fast travel, invece, svolge la sua funzione in maniera anonima: semplicemente teletrasportandoci da un punto all’altro della city senza troppi fronzoli.
Una volta accettata una missione, saremo assorbiti nel cuore dell’azione. Qui potremo contare su un arsenale piuttosto vasto, che comprende bocche da fuoco più che variegate tra loro, hacking efficienti, uno spazio ricco di spunti ambientali con cui interagire, innesti cybernetici peculiari e una buona dose di lame e oggetti contundenti.
Il feeling delle sparatorie è ottimo, squisitamente arcade con un drop di fuoco delle armi variegato e personale. Hackerare il mondo circostante a nostro vantaggio, mentre ci tuffiamo da un riparo all’altro e vomitiamo raffiche di piombo sui nemici è estremamente soddisfacente. La parametria legata ai danni è funzionale e poco invasiva, ottimamente contestualizzata e propositiva verso gli upgrade del nostro arsenale.
Non si può dire lo stesso del feeling del corpo a corpo: legnoso, anonimo e poco approfondito. Questo aspetto avrebbe enormemente beneficiato di un’attenzione aggiuntiva da parte degli sviluppatori, che allo stato delle cose si limita ad eseguire il suo compito senza lode alcuna. Se invece decideremo di muoverci silenziosamente tra le ombre ed eliminare uno a uno i nemici prendendoli alle spalle, evidenzieremo la più grande carenza di Cyberpunk 2077.
L’IA dei nemici è assolutamente sottotono rispetto agli altri comparti del titolo. Ne potremo saggiare la mancanza di impatto durante le sparatorie, dove i nostri avversari si limiteranno a mantenere la posizione e fare fuoco (la nostra esperienza è basata sulla modalità: difficile), non tenteranno mai e poi mai movimenti intelligenti come l’accerchiamento. Semplicemente se ne staranno lì a fare fuoco. Anzi, di tanto in tanto tenteranno di cambiare copertura esponendosi inutilmente.
Questo aspetto è accentuato enormemente dalle dinamiche stealth, dove gli avversari saranno quasi ciechi come talpe e non ci noteranno mai a meno di entrare (e restare per qualche secondo) nel loro campo visivo. Durante la nostra prova non abbiamo quasi mai aumentato le nostre competenze del ramo furtività, semplicemente perché non è mai stato necessario. Una IA più aggressiva avrebbe sicuramente reso molto più interessante l’approccio agli scontri, che nella maggior parte dei casi divertono e nulla più.
Discorso decisamente differente per le Boss Fight, estremamente caratterizzate da personaggi interessanti, iconici e ricchi di meccaniche uniche. Ci teniamo davvero a non fare spoiler di alcun tipo, soprattutto perché la maggior parte degli scontri più importanti è legato alla storia principale, ma… wow. Il carisma di un Ninja con lame a innesto cybernetico, tuta stealth e una minacciosa bocca di fuoco farebbe la gioia di chiunque. Soprattutto se il combattimento è spalmato in diverse fasi entusiasmanti. L’esperienza di gioco è sempre estremamente guidata, con indicatori sulla minimappa a volte eccessivi, ma crediamo fortemente che queste scelte siano state adottate per rendere il titolo appetibile da un pubblico più eterogeneo possibile.
Il comparto audio è un polo di eccellenza di casa CD Projekt, a partire dall’immensità proposta dalla radio, per tuonare durante l’esperienza auditiva restituita dagli scontri. Il chiasso della città non sarà mai un mero riempitivo, ma godrà sempre di una nota immersiva di prima classe. Inoltre, le capacità attoriali del cast sono incredibili, i dialoghi recitati splendidamente, nessun personaggio secondario è trattato come tale, la cura e l’amore per quest’arte è certosina ed evidente in ogni singolo scambio di battute. E poi c’è Keanu Reeves, un perfetto comprimario per un’avventura destinata a lasciare il segno.
Cyberpunk 2077 ci ha stupiti: ci siamo più volte persi nel suo groviglio di storie e tracciare un confine netto tra personaggi principali e secondari è semplicemente impossibile. Night City è viva, i suoi abitanti sono vivi, i suoi temi sono profondi, disturbanti, eccessivi. La città non ha peli sulla lingua, non risparmia nessuno e vi metterà in ginocchio ancora, ancora e ancora. Nessuna scelta può essere presa a cuor leggero e verrete travolti all’infinito dalle complesse macchinazioni delle corporazioni, dalla scellerata brutalità della strada, dal poco valore che verrà attribuito alla vita e dall’incessante malinconia del passato di Johnny. Cyberpunk è attuale, come il suo genere dovrebbe essere. Parla a noi, di noi, del nostro mondo ed è impossibile rimanere indifferenti.
Pro
- Night City è viva
- Scrittura eccelsa
- Tematiche sempre interessanti
- Comparto audio degno di nota
- Recitazione ineccepibile (lingua originale)
- Divertentissimo
Contro
- IA deficitaria
- Corpo a corpo poco approfondito
- Sistema di guida sottotono
Due parole per i poveri user di console base le vogliamo dire? Il titolo è uscito per esigenze squisitamente finanziarie, perchè gli stessi investitori che ora fanno finta di scandalizzarsi con il team di sviluppo (e viceversa) hanno reso obbligatoria una deadline di metà dicembre (per ovvi introiti natalizi) che non poteva in alcun modo essere rispettata tecnicamente. CDPR avrebbe dovuto seguire il modello Rockstar di RDR2 (all’inverso), pubblicando prima la versione PC , poi next-gen e infine (forse) ps4 e xbox One. E’ scandaloso vantarsi dei risultati finanziari dei preorder, per poi correre ai ripari con promesse di rimborso che sono tutte da confermare e quantificare. Una opera mastodontica che si avvia a gettare le basi di una enorme class action tipica del mercato consumer USA. Peccato davvero.
Ciao Valerio, della release travagliata e dei problemi sulla Old Gen ne ho brevemente accennato proprio all’inizio della recensione, dove ho anche specificato che mi sarei soffermato sulla recensione della versione PC.
Il gioco è una bomba e mi spiace per coloro che non possiedono una macchina idonea per goderne quanto prima.
Potremo stare ore a parlare di dinamiche di mercato malate, di crunch e di finestre di lancio, ma non credo che questa sia la sede più opportuna.
Keep on gaming!