Crysis Remastered – Recensione
Crysis è finalmente tornato con la sua versione Remastered, ora disponibile anche su PlayStation 4, Xbox One e PC. Nel corso dello scorso mese abbiamo infatti già avuto modo di parlarvi della versione pubblicata prima su Nintendo Switch nella relativa recensione. Trattandosi però di una versione più contenuta in termini qualitativi (a causa delle limitazioni tecniche della console Nintendo rispetto alle altre), erano in molti ad aspettare questa pubblicazione per scoprire quanto Crytek sarebbe riuscita a ridare vita al primo Crysis.
Nel corso degli anni la serie è riuscita a riscuotere un considerevole successo nel pubblico, vedendo la pubblicazione di ben tre capitoli. Il primo, protagonista di questa Remastered, risale all’ormai lontano 2007, e in quegli anni ha sancito dei nuovi standard qualitativi (anche troppo alti per quel periodo). Crysis era infatti un titolo tecnicamente all’avanguardia al punto da divenire un punto di riferimento come benchmark tecnico, e restare tale anche per diversi anni a venire. Ci teniamo inoltre a precisare che questa versione non include l’espansione Warhead rilasciata nel 2008.
La Remastered di Crysis ci porterà così ancora una volta nell’isola di Lingshan mettendoci nei panni di Nomad (aka Jake Dunn), il quale, assieme al resto della squadra Raptor, è stato incaricato di indagare sulla presenza di milizia coreana sull’isola e salvare alcuni ostaggi. L’esercito straniero è, però, soltanto il minore dei mali che ci ritroveremo ad affrontare; il tutto scoprendo di essere all’interno di un qualcosa molto più grande di noi. Si tratta di una trama nel complesso molto accattivante, resa al meglio da un comparto tecnico rinnovato di cui vi parleremo successivamente.
Nei panni del super soldato
Il team Raptor è una squadra delle forze speciali americane costituita da cinque membri. La loro particolarità risiede nella dotazione: delle corazze, chiamate Nanotute, in grado di cambiare drasticamente le sorti di una battaglia. Queste tute sono infatti in grado di potenziare considerevolmente le capacità umane, dando forza e velocità sovrumane. Riusciremo così a correre e spiccare balzi in maniera decisamente fuori dal comune, ma anche sollevare e lanciare pesanti oggetti; il bello però non finisce qui.
Ciò che riesce a rendere così efficienti le Nanotute sono la modalità Corazza e quella Occultamento. Nel primo caso la tuta sarà in grado di indurirsi al punto da diventare a prova di proiettili, mentre nel secondo potremo diventare sostanzialmente invisibili (anche se potremmo comunque venire identificati nel caso in cui un nemico dovesse avvicinarsi troppo). Entrambe queste modalità, incluso il “super salto”, avranno un determinato consumo energetico, e saranno gestite da una batteria che andrà così a limitare le nostre capacità migliorate.
La tuta non sarà il nostro unico sistema di offesa in Crysis Remastered; avremo infatti diverse tipologie di armi che spazieranno dalle più semplici mitragliatrici, a fucili a pompa, lanciamissili e altre più “uniche”. Queste potranno poi essere modificate con diversi accessori in qualsiasi momento per adattarci a ogni situazione. Potremo così cambiare mirino, aggiungere un silenziatore, la torcia tattica o alcuni particolari innesti. Le possibilità offerte dalle armi e dalla Nanotuta vengono poi migliorate ulteriormente da una discreta distruttibilità ambientale.
Purtroppo però non è tutto oro quel che luccica: uno dei punti più deboli dell’intero titolo risiede infatti nello shooting. L’intero sistema di puntamento, sensibilità e assist alla mira risulta infatti poco responsivo, oltre a regalare un feedback non all’altezza di altri FPS. Il problema è probabilmente da ricercarsi proprio nella natura di Remastered di questo Crysis, in associazione al porting da PC a console. Parliamo infatti di un gioco nato ormai 13 anni fa, ed è pertanto normale avere una sensazione di gameplay un po’ “anziano” e più lento rispetto a quanto ci hanno abituato altri titoli del genere.
Tra qualità e Ray Tracing
Ciò che ha da subito riscosso successo nella prima versione di Crysis è l’impatto d’insieme del comparto tecnico, e questa Remastered non vuole essere da meno. Partiamo innanzitutto dicendo che su PlayStation 4 Pro il titolo presenta tre tipologie di preset grafici; abbiamo infatti una modalità incentrata sulle prestazioni, una sulla grafica e la modalità “Ray Tracing”. Avete capito bene, questo Crysis porta per la prima volta questa tecnologia sulle console dell’attuale generazione (con ovviamente alcune dovute limitazioni, come ad esempio la sua assenza nei riflessi dell’acqua).
Delle tre modalità grafiche, però, le uniche effettivamente giocabili sono quelle focalizzate sulle prestazioni e quella del Ray Tracing. Questo perché il frame rate di quella incentrata sulla qualità riesce difficilmente a mantenersi stabile a 30 fps, mentre negli altri due casi i cali sono più sporadici (anche se comunque presenti). La migliore in termini di compromessi qualità/prestazioni risulta così essere quella RT: abbiamo infatti un impatto d’insieme decisamente ottimo, soprattutto per quanto riguarda le ambientazioni.
Tra le nuove texture rimasterizzate abbiamo infatti alcuni alti e bassi, anche se comunque non si tratta di differenze abissali. Le migliori risultano, per l’appunto, quelle ambientali, mentre dall’altra parte troviamo quelle dei vari personaggi (in particolar modo nel caso di nemici e personaggi secondari). Rimanendo in tema “difetti tecnici” abbiamo unicamente riscontrato dei freeze temporanei durante i checkpoint (quindi difetti meno gravi della versione Switch). Nonostante tutto, il gioco nel suo insieme potrebbe visivamente non apparire come una versione rimasterizzata, ma piuttosto come un titolo creato per l’attuale generazione.
Ciononostante avremmo certamente apprezzato di più un remake di Crysis piuttosto di una Remastered; questo per andare a svecchiare non soltanto il gameplay, ma anche alcuni dettagli tecnici più profondi come animazioni e poligoni. Tale considerazione risulta valida anche per quanto riguarda il sonoro, e in particolar modo per il doppiaggio in lingua italiana (considerata l’evoluzione che il mercato videoludico ha conosciuto in questo campo). Comunque vogliamo sottolineare che alcuni di questi difetti sono attenuati sulla versione PC, a causa della risoluzione più alta che può essere raggiunta e della maggior stabilità delle prestazioni.
Crysis Remastered è un titolo di tutto rispetto, in grado di migliorare qualitativamente un gioco già di per sé all’avanguardia. Questo, purtroppo, con i difetti legati al riportare nel 2020 un FPS di 13 anni fa (con il gameplay di quasi due generazioni fa); un problema che sarebbe stato superato nel caso di un remake. La parte di maggior successo risulta dunque essere il comparto grafico, con l’aggiunta per la prima volta su console di questa generazione del Ray Tracing, nonostante la non eccellente stabilità del frame rate su console che speriamo possa essere superata (e migliorata) con un’eventuale versione migliorata per PlayStation 5 e Xbox Series X.
Pro
- Il modo migliore per rivivere il primo titolo ad aver reso celebre la serie più importante di Crytek
- Buona libertà d’azione e possibilità offerte
- Grafica di ottimo livello, con il miglior compromesso nella modalità “Ray-Tracing”
Contro
- Feedback dello shooting poco soddisfacente e responsivo
- Frame rate non troppo stabile, specialmente nella modalità che punta alla qualità grafica
- Sarebbe stato preferibile un remake