Crysis – Recensione Crysis
Una lacrima lontana porta ad una crisi
Tre anni fa, quando il genere sparatutto veniva caratterizzato dall’emergere della serie Half Life e il secondo capitolo della serie spopolava sul mercato, la Crytek Studios tentò una concorrenza che fu spietata: Far Cry, titolo che sicuramente la maggior parte degli appassionati del genere ricorderà, fu il primo mancato capolavoro della software house tedesca, che, a distanza di tre anni, porta sul mercato un nuovo sparatutto che non solo farà da seguito, non in termini di storia ma più in senso spirituale, a Far Cry, ma che si troverà a dover battere una forte concorrenza nello sparatutto in prima persona. Dopo aver visto i successi di Halo 3, Bioshock, Mass Effect, Gears of War e quanti più ce ne siano del genere, prepariamoci ad assistere al gioco più atteso dell’anno, che sarà pronto, senza indugiare, a salire sui primi posti del podio del mercato videoludico: per chi non l’avesse capito si parla di Crysis, l’ultimo lavoraccio della Crytek, che stavolta non vuole capolavori mancati.
L’alleanza d’oltre oceano contro l’universo
Il nostro pianeta, quello che amiamo e che odiamo con grande mutabilità, la Terra, quel pianeta visto sempre in visione futuristica: negli anni 60 si pensava ad una terra futuristica del 2000 accompagnata da una parallela vita sulla Luna, anni dopo si è pensato ad un 3000 vissuto da robot e con macchine volanti, e ora, dinanzi ad una nuova realtà videoludica, troviamo il nostro pianeta nel 2019. Con tantissimi millenni di distacco un altro asteoride viene ad intaccare il pianeta terrestre, pronto a distruggere nuovamente una vita umana, ma non dal punto vitale, bensì morale. Il governo nordcoreano, spinto dalla tracotanza che rende l’uomo specie a sè stante, isola in fretta la zona nella quale è caduto l’asteroide, un arcipelago tra la Cina e le Filippine, per impadronirsi dei segreti di questo, ma non è tutto facile: la tracotanza spinge l’uomo ovunque e non solo i coreani sono possessori di una tale facoltà. Gli Stati Uniti d’America rispondono all’isolamento della Corea inviando in ricognizione una squadra speciale della Delta Force, con l’ordine di far rapporto al Pentagono su quanto accade nell’arcipelago: a capo della spedizione della Delta Force avremo Jake Dunn. Ma come si suol dire tra i due combattenti il terzo gode, e mentre la Corea e gli USA studiano e lottano per avere i segreti del corpo venuto dallo spazio aperto, l’asteroide si apre lasciando fuggire un’astronave aliena che ergendosi nel cielo della Terra congela gran parte della zona circostante cambiandone anche le condizioni climatiche: l’invasione della Terra da parte degli alieni è solo all’inizio. Le due nazioni saranno costrette ad unirsi in un’ultima alleanza, e voi sarete pronti ad iniziare questa guerra nel momento peggiore della situazione, guidando la resistenza nella base aliena, per distruggere il tutto dal nucleo della situazione.
Non ci saranno macchine che volano ma…
Ovviamente non sarebbe facile per un umano qualunque battere questa intera invasione aliena, ed è per questo che Dunn dovrà usare le nuove tecnologie sviluppate negli USA: la Nano Muscle Suit che indosserà è infatti un prodigio tecnologico in grado di amplificare fino all’estremo le capacità fisiche del protagonista, aprendo un mondo di possibilità e scelte, un qualcosa che forse potrebbe riportare la mente al Master Chief di Halo, che riusciva a superare le leggi umani grazie alla sua composizione fisica alterata. La tuta si presenta composta da un serie di fasci di fibre che garantisce il ristoro progressivo della salute permettendo di evitare la raccolta di medikit e con la possibilità di mutare la propria struttura, così da garantire quattro abilità speciali: forza, velocità e resistenza ai proiettili a dir poco disumane, in aggiunta all’occultamento ottico: usando quindi la rotellina del mouse entreremo nel menù dove, precisando la peculiarità che maggiormente c’aggrada in quel momento, è possibile scattare a velocità mostruose per aggirare un gruppo troppo nutrito di avversari, oppure irrobustirsi così da subire meno danni e quindi utilizzare la super forza per compiere uno spettacolare balzo verso il nemico, sollevarlo da terra a mani nude e scagliarlo lontano o quant’altro pensaite sia utile. Un altro modo interessante di utilizzare i cambiamenti possibili della vostra tuta sarà l’invisibilità. Come noterete infatti nei primi capitoli della storia, questa si rivela molto interessante ed utile, con l’unica difficoltà che al primo colpo di pistola o urto questa scomparirà: quindi attenzione e fate in fretta se volete usarla per avvantaggiare la vostra situazione, altrimenti sarà solo un danno.
L’arsenale a disposizione spazia dai fucili, pistole, granate fino ai lanciamissili, e tutto ciò che potete immaginare avrebbe un soldato del 2019.La cosa interessante è che le armi col passare del tempo e con l’avanzare del gioco potranno essere cambiate, modificate, rese più potenti, potenziate con mirini, proiettili caratteristici e quant’altro pensiate possa servire alla vostra nobile causa.
Messaggio dal futuro
12 ore è il tempo che ci dona la casa tedesca per completare questo capolavoro dello sparatutto, e come ogni volta a fare da controparte alla poco longeva modalità in single player avremo un multiplayer che ci porterà nei più grandi meandri dell’innovazione portato avanti dalla Crytek. Con 32 utenti potremo usare il multiplayer in diverse modalità. che spaziano dalla più banale, death match, nel quale ci sarà il solito "uccidi il nemico", fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo prestabilito. Ma la vera innovazione la troviamo nella nuova modalità che ci propina la software house tedesca: parliamo del power struggle. Questa interessante modalità si presenta quasi come una seconda campagna in single player, che dividerà i giocatori in due squadre, una per gli USA e una per la Corea, che si sfideranno in un massimo di 16 giocatori per ognuna in un’interessante battaglia alla conquista della base avversaria. La cosa non si banalizzerà troppo facilmente visto che ci saranno ben cinque mappe disponibili e che con 16 giocatori disponibili si riesce a creare una bella atmosfera di guerra che vi potrebbe tenere occupati anche per più di un’ora su una singola mappa: quindi grande inserimento, più che altro indovinato, da parte della Crytek, che sviluppa proprio quella parte del gioco che si prospetta futuro del mondo videoludico, appunto il multiplayer. Presenti in questa modalità anche la possibilità di conquistare punti che vi porteranno a potenziare le armi, rendendole, come nella campagna in single player, più potenti a seconda di quanto vi interessa. Presenti anche vari punti di rinascita che facilitano la situazione altrimenti troppo gravosa, data la grandezza della mappa che vi porterebbe a camminare per molto tempo prima di poter recuperare il punto che vi ha visti dipartire.
Che sia Cina o Filippine, le acque son sempre azzurrine
Parliamo di giocabilità eccelsa, guidata da un buon multiplayer, ma non dobbiamo assolutamente dimenticarci della grafica, ne tantomeno del sonoro. Per quanto riguarda la prima, dobbiamo iniziare col sottolineare un probabile neo, ma molto evitabile: essendo il gioco sviluppato per una DirectX10 e quindi per un computer che supporta Vista, nel momento in cui vi sarà la trasposizione a XP noteremo delle cadute di stile da parte del comparto grafico che dovrà adattarsi ad una DirectX di un livello inferiore, la 9 appunto. Oltre a questo neo, legato puramente ad un problema tecnico del computer sul quale viene giocato Crysis, dobbiamo esaltare il gioco di luci presente nel gioco, che sia nell’alternarsi del giorno e della notte, o che sia caratterizzato da esplosioni, fino a caratteristiche atmosferiche dalla pioggia fino alla nebbia che potrebbe coprire la vostra vista: tutto enormemente dettagliato e preciso nei minimi particolari. Parlando poi degli avversari che il nostro caro statunitense si troverà ad affrontare, troviamo dei coreani, seguiti ovviamente dagli alieni in un secondo momento, con dei modelli curati sin nei minimi dettagli, con animazioni fluide e credibili, oltre che dotate di un’ottima varietà, e accompagnate da una mimica facciale perfetta che rende benissimo le emozioni che traspariranno senza difficoltà, dalla determinazione alla rabbia fino alla paura, in base al contesto. Tanto di cappello anche all’intelligenza artificiale, che permetterà al nostro eroe di trovarsi in difficoltà non poche volte dinanzi alle strategie ben mosse dei nemici, sopratutto se parliamo dei Coreani.
Con fruscii di piante, animali che daranno ancora più stile alla scena, il sonoro farà da ciliegina sulla torta: accompagnato anche dai passi che faremo nel nostro viaggio, caratteristici quando andremo a calpestare qualcosa, terra battuta, frasche o quant’altro, manca solo di una colonna sonora onnipresente, che però nel suo limitato lavoro fa quel che le concerne. Per quanto riguarda il doppiaggio italiano non c’è nulla da recriminare. Gli unici cali li possiamo denotare solo nella recitazione, senza dover criticare degli ottimi dialoghi ben sviluppati dalla casa sviluppatrice.
L’unico asteroide che non vi uccide
Purtroppo Crysis è un gioco che ben pochi potranno permettersi data l’enorme richiesta processuale che richiederà al vostro computer, ed essendo un’esclusiva per questa console non ci sarà una sicura seconda via che possa aggirare l’ostacolo, maggiormente aumentato dalla caduta di stile con un passaggio a DirectX9 per la mancanza di Vista. Per quanto riguarda il resto però, una volta partito e testato ci troveremo dinanzi ad un vero capolavoro, che si parli di giocabilità o di tecnica, ricordandoci che anche la trama non è assolutamente da buttare, anzi, pur essendo una solita invasione di alieni a caratterizzare il tutto, c’è da dire che si sviluppa in maniera interessante mettendo a confronto anche due mondi attuali proiettati nel futuro, quali USA e Corea. Riprendendo i canoni di quel Far Cry che era stato capolavoro mancato solo per la presenza di un ben noto Half Life 2, la Crytek porta in auge il suo gioiellino dello sparatutto piazzandolo nell’Olimpo del genere al fianco dei colossi che hanno caratterizzato le altre console o lo stesso computer, senza dover per forza fare nomi. Con un multiplayer interessantissimo e maestoso, le 12 ore non si vedono nemmeno e non sarà un problema troppo gravoso finirlo subito.