Crusader Kings III – Recensione

Di certo Paradox Development Studio non è uno sviluppatore noto per le grandi innovazioni. Se un gioco funzione basta riproporlo con degli ovvi miglioramenti tecnici e meccanici. Questa è la filosofia e Crusader Kings III non fuoriesce dal solco tracciato in passato con Crusader Kings II.

Un gioco uscito in sordina verso la fine dell’estate, senza grandi proclami, senza grandissimi e fantasmagorici annunci, può entrare nell’élite dei tripla AAA (almeno per quanto riguarda il PC)? La risposta è una sola: sì.

Chi compra i giochi Paradox, poi, è un vero appassionato di storia e di strategia a tutto tondo. Come affermato nel tutorial di quest’ultima fatica dai ragazzi di Stoccolma, lo scopo non è necessariamente conquistare il mondo intero, anzi, lo scopo è riuscire a fondare un dominio che attraversi i secoli. La stabilità è la cosa più difficile da ottenere in Crusader Kings III e la qualità che più sarà premiata sarà la pazienza. Chi conosce bene questo franchise sa che la profondità dei giochi di Paradox sa essere, a volte, perfino disturbante. Decine di pannelli per decine di gestioni differenti rendono l’esperienza di gioco un vero e proprio “lavoro”. In questo caso c’è da dire però che Crusader Kings III è migliorato parecchio, riuscendo a regalare a giocatori di diversa fascia divertimento allo stato puro.

La semplificazione è solo apparente. I menù continueranno a essere profondi tanto quanto il giocatore desidera ma incidere su ogni parametro non sarà un atto d’obbligo. Per chi ancora non conoscesse tutta la lunghissima serie di videogiochi di questo sviluppatore diciamo che se si cerca un’esperienza di gioco strategico a tutto tondo la scelta non può che ricadere sui titoli Paradox.

Anche in questo caso potremo scegliere se essere dei Conti, dei Duchi o dei Re, tutto sta nello scegliere all’inizio il territorio che vogliamo controllare. La mappa di fazioni giocabili è vasta. Si va dalle coste del Portogallo fino ai confini della Cina e abbiamo molto apprezzato l’inserimento dell’Africa subsahariana. Le possibilità, dunque, risultano infinite e scoprirete regni che neanche sospettavate esistessero. La scelta del dominio con cui cominciare la partita è importante ma non troppo. Ci sono signori senza eredi, signori accerchiati dai nemici o piccolissimi potentati con alleati stratosferici. Quello che è davvero difficile riuscire a fare in Crusader Kings III è avere pazienza. Il comando della velocità di gioco è un fattore essenziale per vivere appieno l’esperienza ma può diventare una sorta di droga, e non di quelle buone.

Far scorrere troppo velocemente il tempo ci porterà alla disfatta più totale. Giorno dopo giorno sono tanti gli aspetti da curare all’interno del proprio dominio. Bisogna gestire i rapporti coi membri del Consiglio e coi vassalli, la diplomazia coi vicini, organizzare matrimoni per assicurarsi alleanze, mettere in campo complotti per assecondare i nostri fini e prendere le decisioni più disparate.

Già, le decisioni. Sono tante le situazioni in cui un regnante deve per forza dire la sua e sporcarsi le mani. La nostra persona sarà messa di fronte a dilemmi che avranno anche pesanti ripercussioni sul regno. Alzare le tasse di un vassallo, far smettere di litigare due nobili che siedono nel consiglio facendo in modo che nessuno dei due ci odi per questo, curarsi dal cancro… Difficile? Non molto. Quello a cui probabilmente i ragazzi di Paradox pensavano era a rendere divertente per davvero il loro gioco. E ci sono riusciti. Crusader Kings III abbandona un po’ la difficoltà estrema di alcuni altri titoli dello stesso sviluppatore per fare in modo che il giocatore possa effettivamente giocare con la Storia e col destino. Lo scoglio principale del neofita sarà la crescita del regno, non tanto a livello di territori occupati quanto semmai a livello di infrastrutture da costruire e ampliare all’interno dello stesso. Altro scoglio potrebbero essere le differenti organizzazioni di governo che le varie culture hanno. Giocare con una tribù mongola e un potentato spagnolo non è mai la stessa cosa.

Leggi di successioni, leggi di vassallaggio, usanze, fedi, fazioni. Tutti questi fattori andranno opportunamente tenuti in considerazione pena una rapida discesa del nostro dominio e la sconfitta totale. In generale, in questo Crusader Kings III è molto facile vincere, ma altrettanto facile perdere. Probabilmente ciò che c’era da fare era rendere il tutorial un po’ più approfondito soprattutto riguardo le tematiche da noi appena affrontate. Questo risulta essere, alla fin fine, un tutorial per i principianti delle opere di Paradox Interactive ma risulta abbastanza inutile ai veterani o a chi ha bisogno di rinfrescarsi la memoria.

Una perla dal peso infimo di 8 Gb. Quel che davvero ci dona Crusader Kings III è la possibilità di scrivere la nostra storia. Fate una prova: provate a tenere traccia su un foglio Word della storia del vostro regno. Vedrete che non si distanzierà poi molto dai libri di Storia che studiate (o studiavate) a scuola. Paradox dà definitivamente vita al medioevo, a un organismo che respira.

Unici punti a sfavore di un titolo così ben congeniato sono un sistema di eventi fortuiti che tende più verso la sfortuna che la fortuna e un prezzo di lancio forse un po’ altino per quella che è l’economia effettiva del gioco. Per il resto, tuttavia, Crusader Kings III è lo strategico che stavate aspettando.o