Crow Country RECENSIONE | Un horror ispirato ai grandi classici degli anni ’90
Mentre raccoglievo il materiale necessario alla stesura della mia “Crow Country RECENSIONE”, non ho potuto fare a meno di notare quanto il genere survival horror si sia appiattito negli ultimi anni. La continua ricerca dello “spavento”, il cosiddetto jumpscare, è diventato ormai il punto fondamentale che accomuna le opere più recenti all’interno del genere, portando anche a produzioni banali e senza un briciolo di originalità.
Quante volte ti è capitato di dire “Ecco, adesso salta fuori qualcosa da quella botola!”. Personalmente, troppe! Dopo anni di spaventi, alcuni al limite dell’infarto, sono diventato immune, o quasi, a questo fenomeno. Ed ecco spiegato la mia sensazione di sull’appiattimento del genere che ormai difficilmente ti regala momenti memorabili.
Ma io dico, che fine hanno fatto quei survival horror dove girovagavi per la mappa alla ricerca di una stupida chiave colorata? Oppure risolvevi un enigma da solo, senza guide, ed eri soddisfatto di te stesso per esserci arrivato da solo? Tutto questo sembra essere scomparso negli anni, almeno nelle produzioni AAA. Fortunatamente, il panorama indie, la nuova frontiera del gaming, continua a regalarci perle nascoste tutte da scoprire.
Tra questi rientra anche Crow Country che, personalmente, reputo uno dei migliori indie usciti a oggi di questo 2024. Il titolo di SFB Games è fortemente ispirato a mostri sacri quali Resident Evil e Silent Hill (di cui si è tornato a parlare grazie al recente remake del secondo capitolo), e ne riprende ambientazioni, atmosfere e gameplay, riuscendo comunque a crearsi una propria identità. Se hai nostalgia di quelle serate davanti la TV a tubo catodico, ti invito a metterti comodo e a proseguire la lettura della mia “Crow Country RECENSIONE”!
Welcome to Crow Country
Benvenuti a Raccon… cioè, volevo dire a Crow Country, un parco di divertimenti ormai abbandonato da due anni a seguito della misteriosa scomparsa del suo fondatore, Edward Crow. Siamo nel 1990 e l’agente speciale Mara Foster, la protagonista della nostra avventura, è stata incaricata di scoprire il mistero che si cela dietro il parco di divertimenti a tema corvi e di ritrovare i componenti della famiglia Crow.
Da lì a poco ci ritroveremo coinvolti nel mistero che avvolge Crow Country. Guideremo l’agente Foster in un labirinto di attrazioni decadenti e arrugginite, dove ogni angolo nasconde un segreto, una storia da raccontare attraverso dei diari disseminati per tutto il parco di divertimenti lasciati anni prima dai dipendenti della struttura.
Esplorare è un aspetto fondamentale a cui dovrai prestare molta attenzione per l’intera durata del gioco. Anche oggetti all’apparenza insignificanti potrebbero rivelarsi la chiave per risolvere un enigma o per accedere a una nuova zona ancora da esplorare.
Crow Country è pieno zeppo di enigmi complessi che ti metteranno alla prova, costringendoti a pensare fuori dagli schemi e a leggere attentamente ogni singolo pezzo di carta che troverai. I puzzle non sono lasciati al caso, ma si intrecciano in maniera sublime con la narrazione del gioco e la sua ambientazione.
Non è mia intenzione anticiparti nulla sugli enigmi, a mio avviso il fulcro del titolo, molto più della trama e del gameplay stesso. La loro presenza è ciò che rende Crow Country un ottimo survival horror e, data anche la sua scarsa durata e rigiocabilità – parliamo di circa 6-7 ore di gioco in totale – non mi sembra opportuno rivelarti più del dovuto su questo aspetto del gioco.
Posso comunque dirti che gli enigmi sono ingegnosi e che richiedono una certa logica per risolverli. Per rendere meno frustante le sessioni di gioco, gli sviluppatori hanno pensato bene di mettere in diversi punti della mappa le classiche “Fortune Telling Machine” da luna park che anziché leggerci il futuro, ci forniranno indizi su dove andare e che oggetto cercare.
Ehi, ma si spara anche in Crow Country?
Ebbene si, si spara anche in Crow Country. Contro cosa? Beh, non è proprio facile dare una descrizione dettagliata sulle mostruosità che incontrerai lungo il tuo cammino, ma su una cosa possiamo essere certi: sono ostili. Lasciarli girare per la mappa non è consigliato dato che, avanzando nella storia, il loro numero aumenterà, diventando ancora più pericolosi.
L’approccio migliore sarebbe quello di eliminarli subito, senza esitazione, ma ci troviamo pur sempre in un survival horror, giusto? Le risorse sono contate e per eliminare i mostri occorrono un bel po’ di munizioni. L’alternativa è solamente una: scappare.
Se invece il tuo intento è quello di affrontarli, ti avverto fin da subito che il gunplay risulta alquanto goffo nei movimenti, risultando difficile prendere la mira in alcuni frangenti. D’altronde, come ho ripetuto più volte, il gunplay non è l’esperienza principale del gioco e lo si nota anche dalla quasi totale assenza di una vera e propria difficoltà.
Anzi, gli sviluppatori hanno deciso anche di inserire all’interno di Crow Country una modalità chiamata Exploration Mode dove i nemici non ci attaccheranno e potremo esplorare liberamente il parco giochi. Ovviamente è presente anche una modalità più difficile per chi cerca un’esperienza più immersiva, ma nulla di particolarmente esagerato.
Un’estetica retrò in stile CRT
La grafica di Crow Country è sicuramente uno dei suoi elementi più distintivi che salta subito all’occhio fin dal primo avvio. Il gioco è realizzato con sprite in bassa risoluzione che strizza l’occhio ai più nostalgici, in particolare agli amanti di titoli come Resident Evil e Silent Hill.
L’effetto da TV a tubo catodico (CRT) è riproposto in maniera magistrale dallo studio. Nonostante la sua semplicità, la grafica di Crow Country è molto efficace nel creare un’atmosfera immersiva, utilizzando anche una palette di colori scuri che vanno a creare un senso di mistero e suspense.
Invece, per i modelli dei personaggi e dei nemici, si è optato più per uno stile minimal, facendoli sembrare quasi dei pezzi di pongo con braccia e gambe. Da questo punto di vista mi aspettavo un design più “horror” per i nemici che non spaventano per nulla onestamente.
Crow Country RECENSIONE | Un ritorno al passato
Crow Country è la rappresentazione di come si può rimanere attuali pur ripescando formule dal passato. Se hai già provato i titoli citati nella recensione come Resident Evil, a livello puramente di gameplay e visivo, non troverai nulla che non hai già visto.
Eppure, nonostante tutto, riesce a catturarti fin da subito nella sua semplicità. Crow Country offre un’esperienza survival horror a tuttotondo che strizza l’occhio alle vecchie glorie del passato. Impossibile non innamorarsene!
Crow Country è già disponibile sul mercato su console PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC via Steam.
Una perla nascosta per gli amanti del survival horror tradizionale
Pro
- Enigmi ingegnosi e divertenti da risolvere
- Storia intrigante con alcuni risvolti interessanti
- Graficamente si lascia apprezzare
- Ottimo sonoro
Contro
- Non particolarmente "horror"
- Mancanza di una vera difficoltà nei combattimenti