Quando venne annunciato, nel 2011, il titolo sarebbe dovuto essere un esclusiva Xbox 360 giocabile solamente attraverso la periferica Kinect, ma successivamente se ne persero le tracce fino al suo approdo sul palcoscenico di Microsoft in occasione dell’E3 del 2013, in cui venne presentato come titolo di lancio di Xbox One disponibile solamente in formato digitale.
Conosciuto originariamente come Project Draco, Crimson Dragon nasceva come seguito spirituale della celebre saga Panzer Dragoon, nata nel lontano 1995 e poi interrotta con l’ultimo e bellissimo capitolo Orta, forse quello che più è rimasto impresso nel cuore dei giocatori. La notizia, quindi, che a svilupparlo sarebbe stato lo stesso team di sviluppo (Grounding Inc) guidato dal suo creatore, Yukio Futatsugi, lasciava ben sperare riguardo la qualità del titolo e ad un ritorno a quell’atipico shooter su binari in cui si controllavano dei veri e propri dragoni. Sarà stato così?
Trama
Gli eventi di Crimson Dragon si svolgono su Draco, un pianeta colonizzato dagli umani ma che nel tempo ha perso tutti i contatti con la Terra, lasciando gli abitanti costretti a convivere con l’ambiente selvaggio e ostile dominato dalle creature che lo popolano. Oltretutto, i coloni adesso si trovano a dover combattere una terribile malattia che li ha colpiti, chiamata Scaglia Cremisi, e gli unici a poterli salvare sono i cavalieri del drago, delle persone immuni al virus e dotati di una particolare abilità che gli permette di parlare con i draghi.
L’obiettivo dei cavalieri è di trovare ed eliminare un possente drago chiamato Fantasma Bianco, il quale pare sia la fonte della piaga che ha colpito l’umanità su Draco.
La trama non è sicuramente il punto forte del titolo, nonostante siano lodevoli gli sforzi di inserirne una con risvolti, tralaltro, anche interessanti sul finale, ma la narrazione e la totale assenza di cut scene non riescono a coinvolgere il giocatore.
Gameplay
Come i precedenti Panzer Dragon, anche Crimson Dragon ripropone uno shooter su binari in cui controlleremo un drago lungo una serie di livelli, in cui le uniche azioni che il giocatore potrà compiere saranno legate ai movimenti della creatura e del mirino con cui fare fuoco sui nemici.
Lungo il corso di ciascun livello vi verrà chiesto di completare in maniera ciclica, monotona e ripetitiva, diversi obiettivi, che variano dallo schivare il maggior numero di colpi, uccidere tutti i nemici che vi assalgono, raccogliere gli oggetti o uccidere il boss di turno. A secondo delle vostre performance, per ogni obiettivo completato otterrete una valutazione che inciderà sul voto finale della missione e che determinerà il quantitativo di oggetti, esperienza e crediti che vi spettano e che andranno poi gestiti nel Giaciglio dei Draghi, ovvero una sorta di sala di controllo che fà da hub del gioco. Da qui infatti è possibile acquistare o vendere oggetti (anche con moneta reale), selezionare le missioni, consultare l’enciclopedia e, soprattutto, gestire il proprio arsenale di draghi. Pur potendo controllare un drago alla volta, infatti, prima di ogni missione è possibile scegliere quale drago utilizzare tra quelli a disposizione. All’inizio ne avremo solo due, ma salendo di livello sarà possibile acquistarne di altri nell’apposito negozio.
Ogni drago ha diverse caratteristiche che lo distinguono, non solo in termini di statistiche, ma anche per tipo di elemento (fuoco, ghiaccio, tuono, luce e oscurità) e tipo di attacchi. Nutrendoli con determinati oggetti e facendoli combattere spesso, sarà possibile farli salire di livello, potenziarli temporaneamente, apprendere nuovi tipi di attacco, e addirittura farli evolvere, per un massimo di due volte.
È possibile “ingaggiare” anche un secondo drago (tra la vostra lista amici o quelli casuali disponibili) che combatta al vostro fianco durante i livelli e che vi permetterà di accedere ad una mossa combinata, ideale per arrecare gravi danni ai boss.
Tecnica
Ciò che sicuramente pecca di più in Crimson Dragon è la realizzazione tecnica dal quale si evince che il passaggio da Xbox 360 a Xbox One ha avuto sicuramente qualche intoppo. Tolta la risoluzione e qualche effettistica, il titolo è chiaramente ancora legato alla generazione passata, segno che non sono stati compiuti grandissimi lavori sotto il profilo tecnico.
Qualche livello è compensato indubbiamente dalla direzione artistica delle ambientazioni e dal design di alcuni boss, ma sono casi così sporadici che non giustificano la moltitudine di livelli spogli e di nemici assolutamente anonimi che il gioco propone a ripetizione lungo tutta l’avventura.
Anche il Kinect è stato tristemente accantonato e limitato al semplice uso vocale per navigare il menu o dare due semplici comandi (avanti e indietro) quando si gioca in compagnia di un altro drago. Un approccio alla Child of Eden avrebbe probabilmente dato una maggiore enfasi al gioco, anche a fronte di un sistema di controllo che non da grandi soddisfazioni per via di una certa lentezza nel gestire il mirino o, addirittura, per via di una pessima gestione della telecamera (soprattutto nelle fasi di “volo libero”) che non permettono di avere un quadro della situazione creando solo confusione e rischiando spesso di morire per via di colpi provenienti da punti ciechi.
In definitiva
Se avete amato la serie Panzer Dragon ci spiace deludervi, ma Crimson Dragon si è rivelato un enorme delusione, dettata probabilmente dallo scarso budget e dall’improvviso passaggio da Xbox 360 a Xbox One. La ripetitività dei livelli, i controlli e lo scarso comparto tecnico minano fin troppo l’esperienza di gioco nonostante il gioco proponga delle idee interessanti come la gestione e lo sviluppo dei draghi. Non credo che vedremo un sequel visto lo scarso successo di vendite e di critica, ma in caso contrario speriamo che Microsoft investa parecchio e riporti in auge lo spirito che aveva reso celebre una serie come Panzer Dragon.