Crazy Machines 3 – Recensione
Crazy Machines è una serie che si propone come proseguimento spirituale della serie “The Incredible Machines” nata negli anni 90 su Commodore 64 dalla mente del game designer Kevin Ryan , e proliferata nella stessa decade in numerose incarnazioni rilasciate su PC Windows e Mac. Proprio come nel classico Sierra, in questa terza incarnazione di Crazy Machines vi troverete alle prese con elaborati macchinari completamente privi di utilità se non quella, nel novanta percento dei casi, di spostare un determinato oggetto A verso un punto B.
Innestando travi di legno, ruote, palle da basket, tessere del domino, ma anche razzi, raggi laser e chi più ne ha più ne metta, darete vita a imponenti meccanismi degni del miglior Willy il Coyote, per ottenere il minimo risultato con il massimo dello sforzo, non senza una buona dose di divertimento e folle ingegno.
L’impostazione è quella di un classico rompi campo trial and error nel quale vi vengono sottoposti una serie di bizzarri macchinari sul quale intervenire per raggiungere lo scopo prefissato. Operando sugli oggetti messi a vostra disposizione all’inizio di ogni livello dovrete trovare il modo di far funzionare correttamente il folle marchingegno per portare a termine la schermata e passare alla successiva.
Il tutto in un crescendo di difficoltà che vi costringerà sovente a ripetuti tentativi tesi a mettere costantemente in discussione la vostra abilità di problem solving, stimolandovi a processi di adeguamento cognitivo alla ricerca della soluzione più adatta ai complicati e folli enigmi proposti.
Come si richiederebbe a un titolo basato sui complessi e inutili macchinari di Rube Goldberg, Crazy Machines 3 introduce un motore fisico estremamente raffinato, che rende assolutamente soddisfacente raggiungere la soluzione dei puzzle: tanto raffinato che se fossi un giovane e intraprendente insegnante di materie scientifiche non esiterei a utilizzare il gioco per tentare di appassionare qualche disinteressato studente ai principi fondamentali della disciplina di Newton e Galileo.
So per certo che con me avrebbe funzionato decisamente meglio delle esperienze di laboratorio durante le quali tutte le attenzioni erano rivolte al modellino anatomico snodabile cui far assumere pose oscene per infastidire le ragazze.
Anche per quanto riguarda il comparto grafico i ragazzi di FAKT Software hanno svolto un ottimo lavoro, con una resa 3D che risulta molto piacevole preferendo al fotorealismo una direzione artistica che ci ha ricordato a tratti alcuni capolavori Pixar, e che si sposa perfettamente con la natura scanzonata e cartoonesca del titolo.
Il vero punto di forza di Crazy Machines 3 comunque, risiede nella possibilità di costruire da zero le vostre macchine, elaborando e modificando oggetti di varia natura per la progettazione della più inutile delle macchine complesse, che potrete successivamente condividere con i colleghi ingegneri del superfluo di tutto il mondo attraverso la piattaforma Steam Workshop.
Per chi è cresciuto con i classici Sierra The Incredibile Machines o con i precedenti capitoli della serie di Crazy Machines, Crazy Machines 3 è sicuramente un acquisto obbligato, summa e culmine di tutta l’esperienza che questo così particolare tipo di gameplay ha raccolto in questi 30 anni. Se non vi siete invece mai approcciati a giochi di questo tipo, ma non disdegnate interessanti rompicapo con un pizzico di ironia e siete stati almeno una volta incantati dai video Pitagora Suichi su YouTube, allora non faticherete comunque ad apprezzare le qualità di questo eccentrico titolo.
Pro
- Motore fisico di ottimo livello
- Modalità editor e possibilità di condivisione delle proprie creazioni attraverso il Workshop
- Davvero carino da vedere
Contro
- Curva di difficoltà a tratti altalenante