Crash Bandicoot 4: It’s About Time – Recensione PS5
Crash Bandicoot 4: It’s About Time dopo essere sbarcato lo scorso anno su PlayStation 4 e Xbox One è arrivato anche su PlayStation 5, Xbox Series S e Xbox Series X il 13 marzo 2021. La nuova incarnazione del titolo Activision e Toys For Bob è una versione migliorata e ottimizzata della passata edizione, che punta tutto su 4K, 60fps e Audio 3D: da notare come la versione PlayStation 5 da noi provata presenti anche il feedback aptico. La nostra nuova recensione dedicata a Crash Bandicoot 4: It’s About Time si sofferma quindi sull’analisi della conversione PlayStation 5, che non ha del tutto deluso le attese.
La trama di Crash Bandicoot 4: It’s About Time riprende dalla conclusione di Crash Bandicoot 3 Warped, dove Neo Cortex. N. Trophy e Uka Uka si sono liberati dalla prigionia; per riuscirci il trio ha squarciato la dimensione, portando così al collasso l’intero universo. La nuova produzione Activision dà per scontato che il giocatore conosca bene la trilogia, tagliando fuori chi ancora non la conosce. L’amato marsupiale in questo nuovo capitolo deve recuperare le quattro maschere quantiche, chiudere gli squarci temporali e rispedire così i tre malvagi nella loro dimensione. Per completare la trama principale, composta da poco più di 40 livelli, occorrono circa 4/5. Il tempo da noi segnalato è puramente indicativo, visto che il completamento del gioco è fortemente influenzato dall’abilità del giocatore anche se la difficoltà della storyline non è mai punitiva, soprattutto grazie alla modalità di gioco Moderna.
Le modalità di gioco all’interno di Crash Bandicoot 4: It’s About Time sono infatti due: “Moderna” e “Retrò”. La modalità moderna elimina l’avatar di Crash e alleati in alto a destra in favore del checkpoint, mentre quella retrò è la modalità di gioco che tutti i giocatori della serie conoscono: tentativi limitati a seconda delle vite ottenute con i frutti wumpa, fino ad arrivare alla schermata di Game Over.
Oltre alla presenza delle due modalità di gioco, Crash Bandicoot 4 introduce dei checkpoint extra in caso di troppi fallimenti, facilitando in questo modo di molto l’avventura. La longevità del gioco non deve essere però misurata solo sui livelli principali, visto che il titolo offre anche numerosi livelli extra dedicati agli alleati del marsupiale, livelli bonus VHS, skin e gemme da collezionare – che chiedono al giocatore molta attenzione – e abilità. Dedicarsi al completamento del gioco al 100% può richiedere molta dedizione portando questo quarto capitolo ad essere tra i più longevi e abbondanti dell’intero genere platform dedicato a Crash. Ai completisti tra voi, a proposito, ricordiamo che sulle nostre pagine di Gamesource è presente la guida alle gemme.
L’ultimo capitolo di Crash Bandicoot non ha mai sfigurato su PlayStation 4 e su PlayStation 4 Pro, già dal suo lancio si è rivelato un buon titolo sotto l’aspetto contenutistico e sul fronte tecnico. Con l’arrivo su PlayStation 5 e Xbox Series X ci si aspettava un potenziamento legato al nuovo hardware, e ovviamente la software house così ha fatto: ha distribuito un titolo rifinito e leggermente potenziato. Inizialmente notare le differenze grafiche tra old gen e next gen non è però facile: a una prima occhiata, la prima differenza davvero notevole più che sul fronte grafico è sui tempi di caricamento, ridotto a circa 6 secondi per avviare un livello.
Crash Bandicoot 4: It’s About Time su PlayStation 5 riceve comunque il tanto atteso 4K e i 60fps stabili, mentre per le vecchie console (PS4 Pro esclusa) il titolo è ancorato ai 30fps. Su PlayStation 4 Pro il titolo tocca i 60 fps, ma non in modo stabile, mentre su PlayStation 5 è inchiodato ai 60 fps anche nelle situazioni concitate. La software house con l’arrivo di Crash Bandicoot su next gen ha rifinito ancor di più il fronte tecnico del titolo implementando la tecnologia Audio 3D, sfruttabile con le cuffie wireless Pulse 3D e prevedendo il feedback aptico, altra prerogativa PS5; quest’ultimo è comunque sfruttato in maniera troppo superficiale per essere realmente apprezzato.
Dopo aver visto in azione il potenziale del feedback con i titoli lancio PlayStation 5 Demon’s Souls, Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, Sackboy: Una grande avventura e Godfall, è lecito aspettarsi che tale feature venga ben implementata nelle produzioni PlayStation, Crash Bandicoot la sfrutta invece sommariamente, implementandola in modo approssimativo e recuperando – solo in parte – in determinate occasioni. Crash Bandicoot 4: It’s About Time è un buon platform, il rilancio della serie ora nelle mani di Activision e Toys for Bob può permettere a Crash di avere nuova vita, anche se sarebbe il caso di mettersi all’opera per abbandonare una formula ormai “vecchia” e abbracciare uno stile platform più moderno.
Crash Bandicoot 4: It’s About Time su PlayStation 5 esalta il colpo d’occhio complessivo con modelli nitidi ed effetti particellari marcati, il tutto affiancato da fondali spettacolari e da un’ottima fluidità di gioco grazie ai 60fps. Precisiamo però che il salto generazionale è davvero marginale, soprattutto per coloro che hanno giocato al titolo su PlayStation 4 Pro; per quanto riguarda l’implementazione del feedback aptico del DualSense, il titolo è incapace di fornire un’esperienza migliore rispetto alla classica vibrazione. La conversione su console next gen rimane insomma di buon livello, anche se le poche implementazioni non soddisfano pienamente.
Pro
- Audio 3D
- 4K e 60FPS stabili
Contro
- Feedback aptico implementato in modo superficiale
- Conversione next gen con miglioramenti poco percettibili