Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back – Recensione Crash Bandicoot 2: Il ritorno di Cortex
Il ritorno… di Crash
Se ora Crash Bandicoot viene considerato un’icona videoludica, una specie di piccolo mito dei platform, è anche vero che nel 1997 era ancora solo un ottimo personaggio. Un anno prima, infatti, aveva spopolato l’originale Crash Bandicoot su PSX, ottenendo un successo inaspettato e meritato, e accaparrandosi un enorme fetta di fans. Eppure il folle marsupiale di casa Naughty Dog aveva ancora molta strada da fare per essere ricordato come icona videoludica e mascotte della grigia PSX, ed ecco che un anno dopo fa la sua comparsa sugli scaffali Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back (il ritorno di Cortex), non solo versione potenziata del precedente, ma un seguito capace, come vedremo, di ampliare il discorso lasciato in sospeso con il primo Crash.
Nemici o alleati?
Crash Bandicoot 2 riprende esattamente da dove il predecessore si era interrotto. Scaraventato giù dal suo castello, il malvagio dottor Cortex atterra fortunosamente in una buia caverna. Proprio qui, per puro caso, scopre l’esistenza di un enorme cristallo, capace di convogliare un ingente mole di energia. Tornato sulla sua nuova base spaziale, ed aiutato dal nuovo assistente N.Gin, eccolo fare un’altra sorprendente scoperta: esistono altri 25 cristalli più piccoli. Il genio del male decide di ingaggiare il nostro eroe, Crash, poiché un imminente allineamento planetario mette a rischio l’intero equilibrio terrestre.
Per salvare la terra, Crash dovrà mettere da parte l’astio che nutre verso il diabolico dottore e trovare tutti i 25 cristalli… ma non da solo. Crash possiede infatti una sorellina, tale Coco, che lo aiuterà a distanza connettendosi con lui tramite il suo computer portatile.
Anche in questo secondo episodio, dunque, la trama sarà un pretesto più che un elemento fondante, anche se questa volta pare comunque più curata, presentando anche qualche, se pur scontato, colpo di scena.
Teletrasportiamoci
Appena passato il primo livello introduttivo, ossia quello dove il nostro compito sarà recuperare le batterie del PC di Coco, saremo rapiti da Cortex e portati in una strana stanza circolare, la Warp Room. Verremo a sapere che esistono altre stanze come questa, ben cinque, ognuna delle quali contenente cinque portali che ci porteranno in altrettanti livelli. In ogni livello, nostro compito sarà quello di scovare un cristallo, così da averne in totale venticinque, uno per livello (senza contare i livelli segreti che porteranno il numero degli ambienti visitabili a 27). Oltre ai cristalli, comunque, saranno presenti anche delle gemme, di numero variabile in ogni livello, per un totale di quarantadue. Portati a termine tutti i livelli di una stanza, ecco che potremo salire alla prossima ubicazione grazie ad un elevatore centrale, che ci porterà da un Boss ogni volta che ci sposteremo per la prima volta in una nuova stanza. La Warp Room dunque, presenta una sostanziale novità nel gameplay del gioco, abbandonando le vetuste isolette del primo episodio, ed abbracciando così uno schema più ampio e un po’ meno lineare: saremo noi a scegliere in che ordine affrontare i cinque livelli di una determinata Warp Room, cosa che invece era impossibile nel primo Crash, dove la strada ci obbligava ad affrontare un livello dopo l’altro.
Un attonito Crash nella prima Warp Room
Altra novità rispetto al primo episodio saranno le mosse a disposizione del nostro folle marsupiale. Oltre alla possibilità di trottolare e saltare, Crash disporrà di un nuovo campionario di mosse. Ecco dunque che ci si potrà accovacciare per passare in luoghi molto bassi, cosa che ci permetterà inoltre, durante una corsa, di scivolare verso un obiettivo (utilissimo per certe tipologie di nemici, battibili solo con un colpo basso). Tra le altre cose potremo atterrare con una sonora panciata dopo un salto, oppure effettuare un salto più alto accovacciandoci. Con queste nuove mosse a nostra disposizione, gli sviluppatori hanno aumentato la varietà delle scatole e del design dei vari livelli.
Questa volta le scatole che incontreremo nelle varie zone sono di ben quattordici tipologie diverse. Oltre alle classiche scatole contenenti qualche mela, a quelle delle vite sino a quelle rimbalzanti, quelle contenenti il nostro fido Aku Aku (la maschera dello stregone aborigeno che ci proteggerà con il suo potere) e quelle TNT, in questo secondo Crash Bandicoot saranno presenti anche le casse di Nitroglicerina (che esplodono ad un minimo tocco), le casse verdi con una !, che ci permetteranno di far esplodere tutte le Nitro in un quadro, le casse rimbalzanti in metallo, dunque indistruttibili, le casse in metallo senza alcuna utilità (con la possibilità che possano cadere in testa), e le casse di metallo nere chiuse con un lucchetto, apribili solo con una spanciata.
Con l’aumento della tipologia di casse aumentano anche i vari tipi di livelli, molti dei quali seguiranno un particolare tema. Ai classici livelli nella giungla, ai quali il primo Crash ci aveva abituato, si uniranno livelli nel ghiaccio artico, in una base spaziale, nelle fogne, in un letto del fiume e molti altri, che si ripeteranno in maniera ordinata tra le varie Warp Room in un crescente aumento di difficoltà. Ci ritroveremo, dunque, a sfuggire da massi rotolanti, a tuffarci sottoterra per sfuggire a sciami di api assassine, a cavalcare il simpatico orsetto Polar tra i ghiacci artici (come il cinghiale presente nel primo episodio) e a indossare un curioso Jet Pack in assenza di gravità. Il tutto, comunque, verrà reso più arduo da una vasta gamma di nemici, ognuno dei quali richiede una certa mossa per essere battuto, da trappole quasi sempre diverse per ogni livello, oppure progressivamente più complesse, e dalla difficoltà sempre crescente nel recuperare tutte le gemme di un livello (molte delle quali nascoste in qualche passaggio segreto). Per ottenere le gemme, infatti, dovremo distruggere tutte le casse di un livello, molte delle quali presenti nel sottolivello bonus di ogni quadro. Inutile dire che l’impresa si rivelerà molto meno facile di quanto possa sembrare. Vi sono anche altre gemme, di svariati colori, reperibili solo in parti segrete dei vari livelli.
Chiudendo il discorso sul gameplay, questo Crash Bandicoot 2 è allo stesso tempo una versione potenziata e ampliata del predecessore ed un piccolo passo avanti per quanto riguarda la varietà del gameplay. Certo, c’è da tener conto che l’impostazione base è quella del primo episodio Bandicoot, ma questa viene impreziosita da una serie di nuove idee ben gestite e mai noiose. Uniche pecche, forse, le ripetizioni di una solita tipologia di livello, che potrebbe stancare, ma un difetto veniale ripagato da una esperienza di gioco molto profonda.
Chissà che freddo!
Le bellezze della Warp Room
Parlando del comparto tecnico, ci si accorge che il motore grafico è preso pari pari dal primo episodio, anche se modificato e potenziato per l’occasione e arricchito da una nuova serie di texture. Poligoni mai spigolosi, ambienti curati, texture sempre ben calibrate ed effetti speciali abbastanza coreografici sono quanto di meglio si potesse sperare per tenere in piedi un gameplay tanto efficiente. In fondo stiamo parlando di un titolo di più di dieci anni fa che, nonostante il peso degli anni, si mostra ancora splendente dal punto di vista visivo. Anche i vari caricamenti tra una sessione e l’altra non si faranno sentire più di tanto, anzi. Parlando del motore fisico, inutile dire che un Platform necessità di un’ottima calibrazione del fattore gravità e altre piccole accuratezze fisiche, qui naturalmente su alti livelli, soprattutto per quanto riguarda le pattinate sul ghiaccio nei livelli artici ed i salti tra piattaforme.
A dar man forte alla grafica del titolo ecco che si intrometterà anche lo stile. Se i buffi personaggi e i folli ambienti di Crash Bandicoot vi avevano entusiasmato, ecco che con questo secondo capitolo non rimarrete delusi. Un Crash più fuori di testa che mai si destreggerà tra luoghi affascinanti e ben disegnati, pronto a combattere contro boss colorati e mai banali (Komodo Bros, Tiny Tiger, Neo Gin e così via) e a farsi aiutare da alleati improvvisati davvero buffi (come non citare il tenero orsetto Polar?). Da ricordare anche il cambiamento nel Game Over. Se nel primo episodio alla nostra morte appariva una schermata nera con Crash che cadeva al suolo, in questo secondo episodio ci sarà un animazione divertentissima per ogni tipo di morte differente. Se si cadrà nell’acqua gelida, ecco che Crash sarà ibernato in un cubetto di ghiaccio, se si prenderà una Nitro, l’anima del nostro marsupiale volerà in aria con tanto di flauto e così via.
Se il comparto grafico e fisico del gioco si attiene su alti livelli, ecco che anche il sonoro non sfigurerà di certo. Per molti, infatti, l’OST di Crash Bandicoot 2 si attesta come la migliore di tutta la saga, migliore del terzo episodio e, strano a dirlo, anche del primo. Ci ritroveremo immersi in musichette trascinanti, capaci di sottolineare in maniera egregia ogni momento di gioco e non solo, visto che molte delle tracce musicali finiranno per entrare in testa e ci ritroveremo, così, a canticchiarle senza nemmeno accorgercene. Da questo punto di vista, dunque, ecco che il lavoro svolto dagli sviluppatori risulterà più che egregio.
Sareste malvagi anche voi con una testata nucleare inesplosa in testa!
In conclusione
Se con il primo Crash la Naughty Dog aveva fatto 30, ecco anche il 31 assicurato con questo secondo capitolo. Capace di cavalcare il successo del predecessore, aumentandone gli spunti creativi e le potenzialità, Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back si pone tra i migliori episodi della saga (che, senza farlo apposta, rimangono i primi tre), persino ancor più divertente del primo in molti frangenti. Certo, c’è da riconoscere il merito dell’idea iniziale, tutta farina del sacco del primo Crash, eppure anche questo secondo capitolo ha i suoi meriti. Dopo questo episodio, e quindi con Crash Bandicoot 3, le avventure del marsupiale trottolante seguiranno lo schema lanciato proprio da questo Cortex Strikes Back.
Per concludere, se siete amanti dei plaftorm, ecco che allora non potete perdervi assolutamente questo secondo capitolo Bandicoot, soprattutto se, per svariati motivi, non siete mai riusciti a giocarlo. Basterà chiudere un occhio davanti alla grafica un po’ datata, ed ecco che vi si spalancherà un mondo fatto di Warp Room, di orsetti corridori e casse TNT.