Craft of Gods – Recensione Craft of Gods

Il publisher italiano Kalicanthus Entertainment localizza per noi l’ultimo lavoro di Cyberdemons, software house russa. Craft of Gods, questo è il nome, è dunque un MMORPG a canone mensile ambientato in un mondo fantasy plasmato sulle leggende della mitologia slava. Sarà un successo oppure un fallimento?
 


 


La mitologia slava per una variazione sul mondo fantasy

All’inizio era il buio, solo il buio… ed è così che comincia la storia nel mondo di Akvilion, plasmato dallo scontro tra i due dei, Svarog ed il Serpente Nero, rappresentanti rispettivamente il bene e il male. Questi dei, mentre bisticciavano, hanno avuto la bella idea di creare sei razze, tre ciascuno, che, guarda caso, guerreggeranno tra di loro proprio come i loro padri. Ed è qui dunque che entriamo in gioco noi, infatti saremo membri di una di queste compagini.

Queste razze sono tutto sommato ben caratterizzate, e si dividono in reame della luce e reame dell’oscurità. Per la prima fazione abbiamo gli Umani della luce, che evidentemente non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni; gli Hyperboreani, umani con dei canini piuttosto sviluppati seguaci del dio del fuoco, e per finire ci sono i Velet, umani dai tratti nordici seguaci del dio dell’acqua. Per quanto riguarda il male ci sono gli Umani dell’oscurità; gli impronunciabili Volkodlaki, uomini con denti e peluria da lupo, e i Dyagv, gli orchi di turno.

Gameplay

A prima vista questo gioco non sembrerebbe nulla di diverso dal classico MMORPG. Visuale dietro al protagonista, tante quest da fare e mostri da eliminare. Il level cap è fissato a cento, quindi di strada da fare ce n’è parecchia. Per invogliarci a compiere il nostro percorso, il gioco ci offre una serie di features tutto sommato ben fatte.

Innanzitutto va citata la grande quantità di skills disponibili, che si dividono in quattordici scuole, che vanno dal controllo degli elementi alla necromanzia, senza dimenticare l’abilità con l’arco e le armi melee. Tutto questo garantisce diverse combinazioni per la costruzione del nostro PG, infatti trovarne due uguali è difficile. Una volta raggiunto il level cap, conosceremo l’intero set di abilità di due scuole e metà set di un terzo percorso.
 

Le combinazioni possibili dunque sono interessanti. Ad esempio potremmo essere degli arcieri, che evocano alleati con il potere della demonologia e che rallentano gli avversari con il potere dell’acqua. A queste skills, inoltre, si aggiunge l’abilità razziale, diversa in base al popolo da noi scelto durante la creazione del PG. Un altro modo per potenziare il nostro avatar è quello dei talenti. Essi richiederanno un certo periodo di tempo per essere appresi, e man mano che il livello salirà più tempo sarà necessario per migliorarli; grazie ad essi possiamo aumentare la nostra energia, i nostri punti ferita, la resistenza ad un determinato danno, e quant’altro.

Una menzione speciale va fatta per le mount. Si può cavalcare davvero di tutto, dalle mucche ai più tradizionali cavalli. Se desideravate vedere un lupo mannaro attaccare a cavallo di un bovino, avete scelto il gioco giusto.

Crafting

Questo aspetto del gioco è davvero complesso. Innanzitutto dovremo scegliere due fra le otto professioni disponibili, successivamente sperare di trovare una ricetta. Però non pensate che dopo basti recuperare i materiali necessari e cliccare un tasto. Dobbiamo innanzitutto trovare il luogo speciale dove poter forgiare l’oggetto, e tener conto dell’ora e delle fasi lunari, perché anche questi elementi garantiscono il successo del craft.

Inoltre dobbiamo prestare attenzione anche al tempo: questo perché non è facile lavorare una pelle durante una bufera di neve. Insomma, per ottenere un oggetto decente dobbiamo fare attenzione a tutta una serie di fattori che rendono la creazione di oggetti un’attività decisamente complicata.

PvP

Il PvP in questo gioco è presente e tutto sommato ben sviluppato. Le gilde possono riunirsi in una casa acquistabile durante il gioco e possono dare vita ad aspri scontri tra le due fazioni. Chiaramente, un Umano della luce può unirsi ad una gilda del reame della luce, ma un Umano oscuro può unirsi ad una gilda del reame dell’oscurità. Questo perché c’è anche una componente realm vs realm (scontri tra fazioni, in sostanza) non indifferente, con la conquista di capitali ed edifici. I giocatori dei diversi schieramenti, inoltre, possono attaccare i nemici in giro per la mappa, anche se i nuovi giocatori inizialmente non possono subire un assalto da players più potenti.

Lato tecnico

Questo probabilmente è l’aspetto più debole del gioco. Siamo tutti d’accordo quando diciamo che la grafica non è importante in un gioco, ma anche l’occhio vuole la sua parte. La grafica di CoG sembra quella di un gioco in alpha; è tutto molto grezzo, poco rifinito. I modelli dei PG sono tutti uguali e un viso in particolare è semplicemente ridicolo; quando ci muoviamo sembriamo dei pezzi di legno, l’acqua e l’ambiente in generale sono di pessima fattura. Tutto sommato carini gli effetti delle skills. Il gioco ha una colonna sonora tutto sommato carina, ma dopo poco viene la tentazione di togliere la musica dalle opzioni.
 

Per chiudere

Questo sicuramente si tratta di un ottimo MMORPG, con delle idee interessanti, ma realizzate forse troppo in fretta; tutto è rimasto troppo grezzo, ricco di bug. Difatti basta fare un giro sui forum per rendersi conto che nelle discussioni generali ci sono decine di topic, ma per quanto riguarda le segnalazioni di bachi ne troviamo a centinaia. Va detto che chi non padroneggia l’inglese potrebbe rivolgersi a questo gioco solo per il fatto che è tradotto in italiano. Un’altra incognita è l’abbonamento mensile da nove euro. Solo il tempo ci dirà se la player base sarà sufficiente a garantire un futuro a Craft of Gods.

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