Clive Barker’s Jericho – Recensione Clive Barker’s Jericho
Cosa accade se una mente artistica e geniale come quella di Clive Barker giunge ancora una volta nel mondo videoludico? Beh, le doti da scrittore Horror si riconfermano, portandoci dinnanzi un titolo di alto spessore, con una trama e un coinvolgimento emotivo fuori dai consueti schemi; stiamo parlando di Jericho. Il seguente prodotto, che nulla ha a che fare con la serie televisiva omonima, rientra in quella categoria FPS a sfondo horror, da qualche anno molto apprezzata dall’universo dei videogiocatori. Ma c’è qualcosa che distingue Jericho dal resto di questi videogames? Analizziamo quindi nel dettaglio questo enigmatico titolo, dove capiremo che a volte il comparto tecnico può passare in secondo piano rispetto l’articolata trama e atmosfera creata dal titolo in questione.
Il Team Jericho al completo.
Team con membri dotati di poteri paranormali: Jericho
Un sogno ci guida all’inizio dell’avventura. Un bambino, con occhi persi nel vuoto, raccapricciante al solo sguardo, ci accompagna in uno spazio aperto, in un deserto dove la prima impressione che ci giunge è di desolazione, tristezza, caos. Ci svegliamo nei panni di Devin Ross, capitano della squadra Jericho, team composto da persone dotate di poteri paranormali. Verremo inviati dal nostro dipartimento occulto in un luogo dove il male è stato risvegliato, il luogo che ci era comparso nel sogno citato in precedenza. Il nostro obbiettivo è fermare Arnold Leach, vecchio membro della suddetta squadra, che ha risvegliato il Primogenito per la quinta volta nella storia umana.
Infatti quest’ultimo altri non è che il figlio di Dio, un essere generato similmente ad Esso, con poteri totalmente uguali, ma una malvagità smisurata. Per questo il Primogenito venne rinchiuso in una dimensione alternativa, imprigionato per non recare danno all’umanità. Ma come ben si sa, il male riesce sempre a rialzarsi; la creatura sfruttando le debolezze umane riesce appunto per quattro volte a sfuggire dalla dimensione in cui è imprigionata, creando panico e caos nel mondo, evocando creature malvagie e terrificanti. Il portale è stato nuovamente aperto, questa volta, come già detto, da Arnold Leach. Arrivati dunque nel luogo dove avrà inizio la nostra ricerca dell’ex membro e dove si condurrà una cruenta lotta contro orde di mostri sofferenti, senza alcuna pietà e sentimento, talmente raccapriccianti da far rabbrividire. Viaggeremo così, attraverso epoche storiche differenti, e atmosfere accompagnate da una trama, che lascerà il segno in noi videogiocatori.
Lo scudo di quella creatura poco amichevole non sarà facile da abbattere.
Dolore, sofferenza, malinconia…Caos
Jericho, dal punto di vista grafico si presenta come un buon titolo, capace di trasmetterci forti emozioni e precisi stati d’animo. I colori che dominano sono tetri, caratterizzati da un perpetuo grigio malinconico. Il tutto è frammentato dal rosso, il rosso sanguigno della carne lacerata che ricopre il terreno, le rocce, le strutture. Ci troveremo ad attraversare fiumi di sangue, castelli medievali, arene romane, lande desolate composte da rovine di antichi monumenti e cadaveri che vanno a formare il purulento terreno che andremo a calpestare, il tutto riprodotto con un’adeguata resa visiva, capace di immergere il videogiocatore al punto tale da sentirsi davvero partecipe e vivo durante l’intero svolgersi della trama. La resa delle texture non è ottimale, colpendo soprattutto i contorni di alcuni modelli, ma rientrano comunque nella media, senza rovinare il fascino del paesaggio che ci circonda. Nonostante i passaggi storici, ad alcuni le location potranno risultare ripetitive, ma se ci si lascia trasportare dalla trama ben strutturata ed articolata, si riesce a dimenticare tutto ciò, continuando il terrificante viaggio che è stato intrapreso.
Il gameplay è strutturato sul gioco di squadra, usando adeguatamente ogni singolo componente del team, sfruttando appieno le singole capacità di ognuno di essi. Lo scopo principale sarà quello di avanzare facendosi spazio tra orde di mostri, ma la possibilità di impersonare liberamente uno dei membri della squadra, renderà più accattivante il prodotto.
Il gigante dinnanzi a noi, oltre ad essere terribilmente brutto, sarà un avversario davvero tosto.
Perché non considerare Jericho davvero un capolavoro?
Malgrado alcune imprecisioni grafiche, il doppiaggio italiano rovina l’intero prodotto. Se il doppiaggio di Half-Life 2 vi è sembrato al limite del ridicolo, vi farà rimpiangere di giocare a Jericho. Dopo un video introduttivo, tradotto in modo decente, l’interezza dei dialoghi spazierà tra il misero e il paradossale per la qualità con cui sono realizzati. Davvero un lavoro mediocre, che farà innervosire chiunque provi ad intraprendere la carriera nella nostra lingua madre. Alcune frasi che dovrebbero essere drammatiche risultano ridicole, e la voglia di giocare a Jericho passerà ben presto. Per godere appieno del titolo dovremo quindi cimentarci nella campagna in inglese. Sarà purtroppo un problema per coloro che non sono appieno capaci di comprendere la lingua anglosassone. Per il resto il comparto audio risulta buono e nella norma, senza riscontrare grossi problemi, ma in un gioco che punta tutto sull’emozione, l’immedesimazione e la trama, un doppiaggio di questo tipo risulta veramente tragico.
Le atmosfere di Jericho sono davvero inquietanti. Cosa ci aspetterà al termine del corridoio?
Conclusione
Clive Barker’s Jericho risulta dunque un titolo con una trama stupefacente, con scenari e fasi di gioco fortemente immersive. Probabilmente, a causa della forte componente religiosa e storica, Jericho attirerà a se una certa fascia di utenti, ma ne allontanerà un’altra, che potrebbe disapprovare certi riferimenti non apprezzandoli appieno. Dunque questo prodotto, incentrato principalmente sull’azione diretta, ma accompagnata da un’atmosfera unica, risulta un prodotto ottimale per pochi, mentre per altri può apparire come l’ennesimo FPS, dove saremo chiamati ad uccidere orde di mostri senza soluzione di continuità.