Nonostante gli anni che si portano dietro, i videogiochi in pixel-art restano un importante genere nel mondo videoludico attuale e, con l’arrivo di Cladun Returns: This is Sengoku sviluppato dai Nippon Ichi Software, gli amanti di questo immortale stile di gioco non resteranno certamente delusi. Scegliendo come ambientazione le grandi battaglie feudali del Giappone i Nippon hanno voluto ricreare molte delle tradizionali tematiche degli Action RPG in 2D, senza però rinunciare a nuove e più moderne feature come il multiplayer online. Il giusto mix di retrò e modernità come vi racconteremo in questa recensione di Cladun Returns: This is Sengoku per PlayStation 4.

Primi Passi

Come già anticipato, il titolo si ambienta dopo le battaglie feudali giapponesi. Dopo una prima sezione di introduzione alla storia ecco che si passa alla creazione del nostro alter-ego in pixel: l’editor è tutt’altro che scarno e ci consentirà di abbinare differenti tipologie di personaggi, ovviamente entro i limiti dati da un sistema in 2D abbastanza arcaico. Come per ogni JRPG che si rispetti si passerà poi alla classe, dove ytoveremo una scelta piuttosto ricca e variegata, seppur molto classica. Per la nostra prova abbiamo scelto il Samurai, un classico guerriero della terra giapponese, ma sarà interessante provare anche altri stili di gioco come il mago, il sacerdote o il maestro di spade.

L’inizio è la fine

Primo colpo di scena: in Cladun Returns: This is Sengoku siamo già morti. La storia parte proprio dalla nostra apparente morte e dallo scoprire di essere in una sorta di “Paradiso” detto Arcanus Cella, che altro non è se non l’hub principale di gioco. Una singolare scelta di ambientazione che risulta essere originale e parecchio intrigante. L’Arcanus è molto curato e ricco di vita – per modo di dire, visto che siamo tutti morti! – con la possibilità di parlare con altre persone e sbloccare via via che si avanza il buon numero di negozi, armerie e molto altro. Esplorare l’Arcanus Cella è tutt’altro che noioso, grazie anche al viaggio rapido che ci permetterà in pochissimo tempo di andare da un punto all’altro della mappa. Altro punto a favore, i caricamenti: questi sono veramente molto ridotti non facendoci pesare per niente lo spostarsi tramite il fast travel.

Ma l’azione vera e propria inizia quando veniamo a sapere come ritornare sulla Terra, rigenerarando il ciclo di reincarnazione che pare essersi bloccato. Per farlo il nostro protagonista dovrà aiutare altre anime morte che senza pace vagano nell’Arcanus Cella con la colpa di aver lasciato sulla Terra alcune opere incompiute. Per potersi reincarnare il nostro protagonista dovrà esaudire le richieste delle anime e esplorare vari livelli di gioco, fino all’uccisione di un boss che consentirà a queste di tornare nel mondo dei mortali. Ma in questa avventura non saremo soli, o almeno lo saremo solo apparentemente. Entra infatti in gioco una delle funzioni più importante del titolo, ossia il Magic Circle cioè un sistema di vassalli che è possibile creare e inserire in questa sorta di schema magico, per darci sostegno durante le battaglie. Come viene descritto nel gioco, si tratta di uno scudo invisibile che aumenta la nostra vita e altri parametri come la resistenza, la forza e così via.

Il Magic Circle risulta essere fondamentale per il proseguo dell’avventura, e saranno molte le ore che passerete a curarlo con estrema attenzione visto che saranno disponibili molti schemi diversi da personalizzare con gli artefatti, dei bonus che possono essere acquistati o ritrovati nei vari dungeon di gioco. Un Cerchio Magico efficace vi permetterà di proseguire senza intoppi nei livelli, oppure al contrario vi si ritorcerà contro se non ben ragionato.

Un gameplay classico, invecchiato bene?

Andando con più dettaglio e profondità nel gameplay di Cladun Returns possiamo affermare che si tratta a tutti gli effetti di un RPG in 2D classico, con l’utilizzo di diverse armi, avversari con punti deboli, pattern ripetuti da studiare con cura, e livelli non troppo estesi ma densi di segreti e tesori. I dungeon soffrono di una ripetitività di fondo abbastanza spiccata, che però non incide troppo sul proseguo dell’avventura, mentre una leggera critica possiamo farla sull’utilizzo dell’arco che riesce ad essere sempre troppo efficace e colpisce gli avversari addirittura dietro alcuni scorci di parete. Nulla che comunque non possa essere risolto con patch o piccoli fix dal team di sviluppo.

I nemici possiedono tutti una barra della vita e un livello, funzione molto utile per capire se attaccare o no un determinato avversario. In Cladun Returns non siamo obbligati ad uccidere tutti i nemici per proseguire, ma alcuni dungeon sono superabili solamente correndo a gambe levate e raggiungendo il simbolo di fine livello. In altri invece sarà obbligatorio uccidere alcuni nemici chiave, che ci consentiranno di uscire dal dungeon. Leggero disappunto per le boss-fight, non troppo originali e decisamente poco approfondite. Un peccato anche per la localizzazione non italiana, ma essendo un titolo indie è una mancanza più che comprensibile.

Cladun Returns: This is Sengoku è un gradevole tuffo nel passato in questa torrida estate, con alcune interessanti feature come il Magic Circle. L’avventura per tornare in vita è molto lunga e tortuosa, ma tralasciando alcuni difetti del gameplay e delle ambientazioni, lo consigliamo a tutti i fan del genere per passare qualche ora fra terribili dungeon e una Hub di gioco fuori di testa. Un interessante action in 2D che non eccelle, ma diverte.