Chrono Trigger – Recensione Chrono Trigger DS
Un tocco di genio dal passato
Uno dei motivi per cui Chrono Trigger fu considerato un capolavoro fu il gameplay. In particolare il sistema di gestione dei personaggi ed il sistema di combattimento riuscirono ad ereditare alla perfezione i successi ottenuti dall’allora Squaresoft con la saga di Final Fantasy ed a migliorarli aggiungendo novità mai viste prima in nessun altro jRPG.
Per quanto riguarda il sistema di combattimento, Chrono Trigger è piuttosto simile a Final Fantasy VI, l’ultimo capitolo della saga ad essere uscito su Super NES. In entrambi i titoli il giocatore viene messo alla guida di un party di tre persone durante le battaglie ed i personaggi possono apprendere le magie tramite appositi punti ottenuti durante lo scontro assieme all’esperienza. Torna anche il già collaudato sistema ATB, ossia Active Turn Battle, uno dei capisaldi degli jRPG Squaresoft; invece di agire rispettando i classici turni, sia i personaggi che i loro nemici dovranno aspettare. La principale novità del gioco consiste nella possibilità di poter eseguire attacchi doppi e tripli; le battaglie, specialmente quelle contro i vari boss, vengono totalmente rivoluzionate dalla possibilità di poter far muovere singolarmente i personaggi o decidere se farli scagliare in coppia o in gruppo contro l’avversario. Gli attacchi multipli sono molto più potenti di quelli portati in singolo, ma richiedono il turno di due o tre personaggi; spesso il giocatore si troverà a decidere se eseguire un potente attacco in coppia o limitarsi ad un attacco standard ed utilizzare il turno di uno dei personaggi per curarsi o usare un oggetto.
Per quanto riguarda l’innovazione maggiore che ci si aspettava, ovvero l’implementazione col Touch Screen dobbiamo sottolineare che Chrono Trigger non è stato affatto concepito per funzionare tramite questa nuova tecnologia e, giocandoci, la cosa appare piuttosto evidente. Sebbene esista la possibilità di poter far muovere, interagire e combattere il nostro party interamente tramite l’utilizzo del pennino, probabilmente nessuno la sfrutterà mai, visto che i pulsanti, a causa del modo stesso in cui è impostato il gioco, sono infinitamente più comodi. Tuttavia è possibile sfruttare entrambi i sistemi di controllo contemporaneamente: ad esempio per entrare immediatamente nel menù può essere comodo usare un tocco di pennino invece di scorrere con le frecce direzionali.
Infine si segnala l’aggiunta, seppur minima, di due dungeon, il Lost Sanctum e il Dimensional Vortex: purtroppo niente di particolarmente avvincente dato che vi costringeranno a delle quest che si limitano al parlare con qualcuno e poi portare l’esito della discussione a qualcun altro.
In the end, the future refused to change
Chrono Trigger è un gioco superlativo e, a più di 10 anni di distanza dalla sua uscita, resta un’esperienza memorabile sotto ogni punto di vista. Sebbene possa essere un ottimo acquisto per i neofiti, probabilmente chi lo ha già giocato a fondo farebbe meglio a stare alla larga. A meno che non siate dei fan sfegatati della saga, vi assicuro che gli extra non giustificano minimamente una seconda giocata, figuriamoci un secondo acquisto al prezzo d’un gioco nuovo.