Children of Morta – Recensione
Settembre è stato un mese ricco di release di titoli blasonati ma anche di indie di un certo spessore, come nel caso di Children of Morta. Già disponibile su PC e presto anche su Xbox One e PlayStation 4, il titolo sviluppato da Dead Mage ed edito da 11 bit studios si configura come un Hack and Slash / Story Driven caratterizzato da alcuni elementi originali che ben si accostano a una grafica pixellosa e dal gusto retrò.
Il Monte Morta è un luogo dal sapore millenario, dove risiede una famiglia preposta da tempi immemori alla sua protezione e custodia: i Bergson. La tranquillità e la quotidianità della montagna viene però scossa e lentamente distrutta da una corruzione dilagante che attanaglia la terra di Rea e il suo spirito protettore.
I componenti della famiglia Bergson sono chiamati a compiere il loro destino combattendo e sacrificandosi per riportare la pace sul luogo che hanno da sempre difeso, cercando un modo per liberare Rea dal giogo che la tiene incatenata. A partire dal capofamiglia John, fino ai suoi figli più giovani, affronteremo un’epica vicenda in cui gesta eroica si intrecciano con vicissitudini familiari, sfide e sacrifici volti a compiere il destino di ciascun membro dei Bergson per salvare la loro terra natale.
Hack and Slash, Roguelike o Action RPG? Children of Morta attinge a ciascuno di questi generi creando un mix ben riuscito in cui narrazione, esplorazione e azione si amalgamano nel ricreare un’esperienza di gioco sempre diversa e appagante, ma in quale modo? A inizio partita, al giocatore non verrà dato modo di scegliere una classe o personalizzare il proprio alter ego ma sarà guidato nell’apprendere i rudimenti di gioco utilizzando fin da subito John, classico guerriero equipaggiato con scudo e spada, mentre scopre ciò che sta accadendo sulla montagna.
Tuttavia mentre inizieremo ad avventurarci nelle tre zone che compongono il gioco, ciascuna di esse caratterizzata da tre regioni che finiranno sempre col portarci a un boss finale, andremo a scoprire il passato dei Bergson e a sbloccare automaticamente nuovi personaggi giocabili, cioè i figli di John. Perdere la vita durante un’incursione nei dungeon non ci farà dire addio definitivamente a un personaggio, ma esso sarà semplicemente riportato indietro alla magione Bergson dove il progredire della storia non seguirà necessariamente il successo, o l’insuccesso, delle nostre azioni. Progredendo con la storia e sbloccando nuovi figli del Monte Morta, andremo a ingrandire e impreziosire il nostro ventaglio di scelta (saranno in tutti sei personaggi) con tipiche classi da hack and slash quali mago, barbaro, arciere e così via mascherate in maniera sapiente con le peculiarità e maestrie padroneggiate da ciascun membro della famiglia.
Ogni zona che andremo a esplorare rappresenterà un dungeon diverso, al cui interno potremo scoprire quest secondarie, scovare oggetti, liberare NPC in difficoltà e aggiungere tasselli alla storia della famiglia Bergson grazie ai diari disseminati in varie location. Un’importante caratteristica di Children of Morta riguarda l’albero di crescita dei propri personaggi che, all’avanzamento di livello, potranno sbloccare o migliorare alcune abilità peculiari ma non solo, sarà infatti possibile aumentare la forza dell’intera famiglia anche solo grazie al progredire di uno solo dei suoi membri.
La curva di apprendimento è ben bilanciata nel lavoro di Dead Mage e permetterà di padroneggiare in maniera agevole gli attacchi base e le abilità speciali sbloccabili in ciascun personaggio o donate dalle rune equipaggiate. Proprio questi manufatti, non permanenti e acquisibili per ciascuna sessione di esplorazione, saranno fondamentali per la buona riuscita delle nostre incursioni. Qui però il caso e la fortuna la faranno da padrona in quanto, così come per le mappe, il drop dei vari oggetti sarà del tutto casuale. L’unica alternativa per avere la possibilità di ottenere manualmente alcuni artefatti sarà quella di completare delle sotto-quest in grado di sbloccare mercanti che andranno a posizionarsi nelle safe zone situate alla fine di ogni dungeon, in prossimità del passaggio che porta verso il livello successivo o il boss di turno.
Una cosa è certa, la morte sarà una costante in Children of Morta, in quanto il livello di difficoltà è senza dubbio medio-alto e punirà ciascun errore e il mancato calcolo del rischio da parte del giocatore. Per questo motivo sarà bene studiare una strategia di attacco quando andremo a fronteggiare le varie orde di nemici presenti nei vari dungeon, tra i quali si annideranno antagonisti particolarmente ostici, dotati di una sorta di rarità, che premieranno il giocatore con il rilascio di maggiore quantità di denaro o rune.
La valuta sarà importantissima per far progredire l’intera famiglia grazie allo sblocco di modificatori acquistabili tra un dungeon e l’altro. Questa possibilità sarà peculiare esclusivamente quando ci troveremo residenza dei Bergson. Guidati dalla voce narrante, oltre a scoprire tasselli della loro storia e veder progredire i nostri personaggi, avremo modo di consultare la biblioteca e fare un salto nell’officina dello zio Ben, abile armaiolo, e nel laboratorio di nonna Margaret, alchimista di altissimo livello.
La mortalità frequente, unita a una giocabilità davvero efficace e immediata, garantiranno tante ore di divertimento e poca monotonia grazie alla generazione random dei vari dungeon. Ad aumentare la già buona longevità ci penserà la modalità cooperativa fino a due giocatori, attualmente esclusivamente in locale (ma a quanto pare Dead Mage sta lavorando alla componente online che verrà rilasciata tramite un aggiornamento gratuito), rendendo sicuramente più divertenti e meno ostiche certe sortite nelle varie zone di gioco di Children of Morta.
Una buona colonna sonora accompagna la già citata grafica pixellosa e retrò che, perfetta per il genere e mossa da una convincente fluidità, presenta un giusto compromesso tra sprite e animazioni che ben coprono l’atavica scelta di utilizzare uno stile grafico di base scevro di dettagli.
Children of Morta ci ha convinto grazie a una giocabilità immediata, una sfida piacevolmente difficile ma appagante e una narrazione interessante e originale. Nonostante l’esiguo numero di zone in cui avventurarci, Dead Mage ha saputo mescolare sapientemente dei generi ormai rodati inserendo elementi di originalità che andranno a regalare al giocatore moltissime ore di divertimento anche grazie a una difficoltà di base elevata. La grafica retrò ben si accosta al titolo e le buone animazioni fanno dimenticare ben presto la mancanza di dettagli tipica di questo stile visivo. In conclusione non possiamo che essere soddisfatti del titolo e confermare che i figli di Morta sono riusciti a ritagliarsi una nicchia nel vasto panorama indie e nel genere hack and slash.
Pro
- Commistione di generi arricchita da elementi originali
- Il level up si riflette su tutta la famiglia Bergson
- Grafica retrò davvero curata
- Giocabilità eccelsa e alto livello di sfida
Contro
- Un mondo forse troppo piccolo
- Le rune saranno acquisibili solo "casualmente"
- Manca la componente multiplayer (per ora)