Celeste – Recensione
C’è un viaggio che ognuno fa solo con sé, perché non è che si va vicino. Se dovessimo descrivere Celeste con una parola questa sarebbe viaggio. E visto che di questo si parla, è quanto proveremo a fare anche ora. Come Madeline nella sua scalata di 3000 metri dentro se stessa noi tenteremo di scalare a parole questo immenso titolo, magari convincendo anche voi a intraprendere questo fantastico viaggio.
1000 Metri: lo stile
Ciò per cui Celeste colpisce immediatamente è sicuramente lo stile: sotto tutti i punti di vista il titolo riesce a creare un’atmosfera di tranquillità, armonia e intimità. I colori sono sempre ben miscelati, le musiche accompagnano sempre al meglio l’azione e le pause.
La grafica non è da meno: nonostante non sia artisticamente entusiasmante rispetto ad altri concorrenti si miscela perfettamente con il contesto e con il gameplay. Celeste è infatti un titolo graficamente molto pulito anche nelle sue fasi più concitate e dove, almeno su Playstation 4, anche perdendo qualche frame per strada riesce ad essere sempre leggibile.
2000 Metri: Il level design
Il punto di forza di Celeste non è sicuramente la varietà delle sue meccaniche. Oltre alla corsa e al salto le azioni possibili sono solo due: l’arrampicata e il dash aereo. Nonostante ciò il titolo riesce ad essere un platform incredibilmente vario. Questo è dovuto all’enorme conoscenza che i level designer hanno dimostrato di avere riguardo la struttura del gioco: ogni livello sarà un tripudio di sfide che sfrutteranno fino all’ultimo ogni aspetto del titolo, anche i limiti tecnici e quelli che potrebbero essere definiti bug.
Questa perfezione e incredibile varietà nei livelli riesce a rendere un titolo trial and error – tremendamente difficile e dove potreste morire anche più di mille volte in un solo capitolo (non è un’esagerazione) – mai frustrante, appagante e sempre stimolante. E se non dovessero bastare gli otto capitolo di storia a convincervi della qualità del level design di Celeste allora arriveranno a rincarare la dose i livelli extra: due per ogni capitolo, tra cui un interessante livello 8 bit segreto che ci ha portato via ben 42 minuti a 611 vite.
3000 Metri: La Storia
Superato l’irresistibile stile e il perfetto level design cosa resta? Celeste ha anche qualcosa da raccontare? La storia inizia senza spiegazioni di sorta: verremo catapultati immediatamente all’inizio del viaggio della protagonista Madeline che vuole, per motivi che pian piano scopriremo, scalare il Monte Celeste. Un viaggio d’evasione da una realtà alla quale non riesce, o non vuole, più stare aggrappata. Un viaggio d’evasione da se stessa. Questo però al monte non andrà a genio e costringerà la protagonista a fronteggiare la sua depressione e tutti i mostri interiori plasmatisi intorno alla sua psiche. Solo giocando scoprirete se Madeline uscirà arricchita o distrutta da questo confronto.
Trama sicuramente non originale e che sa di già visto, ma che riesce comunque a sorprendere. Quello che la contraddistingue è la dolcezza, l’armonia e l’intimità del racconto, che affronta temi come la depressione, il vuoto interiore e l’inadeguatezza, accarezzandoli senza farseli mai sfuggire di mano, come una piuma sorretta a mezz’aria da una flebile corrente.
Celeste è un titolo che brilla sotto tutti i punti di vista. Oltre ad offrire uno stile fantastico, un gameplay straordinario e una storia con un messaggio importate, questo gioco gode anche di una longevità notevole e di una struttura che spinge al completismo. Se non fosse per un lato tecnico traballante (almeno su Playstation 4) non avremmo remore a dire di trovarci davanti a un titolo perfetto. Celeste è disponibile su Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One, Windows PC, Linux e iOS, quindi non avete scuse per non dargli almeno una possibilità.
Pro
- Stilisticamente ottimo
- Gameplay difficile, frenetico e appagante
- Livelli perfetti
- Storia appasionante
- Colonna sonora fantastica
Contro
- Tecnicamente un po' acerbo (su PlayStation 4)
Adesso mi è venuta voglia di provarlo
Ok, va bene, lo compro, basta!