Castlevania: Symphony of the Night – Recensione Castlevania: Symphony of the Night
Castlevania Symphony of the Night è l’ennesimo capitolo della fortunata serie della Konami. La saga ebbe inizio nel lontano 1986 sul NES e da allora si è manifestata su praticamente tutte le console uscite. Lo stile di gioco è di un action-RPG a scorrimento orizzontale, che lo rende molto vicino ai platform nell’esplorazione. Durante i vari capitoli la trama è sempre rimasta, bene o male, molto simile: bisogna evitare l’avvento del terrificante Conte Dracula sulla Terra impersonando un esponente della famiglia Belmont, famiglia dedita nei secoli alla caccia ai vampiri e in particolare al Conte.
Legami di Sangue
La storia di Symphony of the Night riprende direttamente gli avvenimenti di Castlevania Rondo of Blood, dalla sconfitta di Dracula per mano di Richter Belmont. Quattro anni dopo Richter scompare misteriosamente e la dimora di Dracula (che appare una volta ogni secolo) si materializza ancora una volta. Maria Renard parte alla ricerca di Richter. Nel frattempo Alucard, figlio mezzosangue del Conte, si risveglia dal torpore che si era autoimposto per bandire dal mondo il suo sangue impuro, subito dopo aver aiutato Trevor Belmont in Castlevania 3 a sconfiggere il proprio padre. Rendendosi conto della situazione si avvia verso il castello deciso a sconfiggere il Male ancora una volta. Le storie dei capitoli di Castlevania non hanno mai brillato eccessivamente per spessore o intreccio, almeno paragonate alle trame dei diversi RPG in circolazione. Malgrado questo, la trama di Symphony of the Night è comunque godibile, carica di atmosfera ed epicità. Il protagonista è molto carismatico e la sua relazione col padre è struggente e profonda. Considerato questo, visto il livello della serie, davvero non ci si può lamentare: peccato solo che ai personaggi secondari sia dato molto poco spazio.
Il Castello maledetto
La grafica di Symphony of the Night si affida a sprites e sfondi bidimensionali di alta qualità. Alucard è molto ben dettagliato e si muove con estrema fluidità, malgrado la molteplicità delle sue mosse. I nemici che incontrerete sul vostro cammino sono ben realizzati, ma non dettagliati quanto il protagonista; questo è dovuto dall’esigenza di non creare rallentamenti nel caso in cui ci sia un affollamento di nemici. Una piccola pecca è che saltuariamente i pixel, che compongono i vari Sprites, si fanno un pò notare. Gli sfondi sono splendidamente disegnati, in perfetta armonia con l’atmosfera gotica e tenebrosa del gioco. Difficilmente potranno risultare ripetitivi data l’ampia gamma di ambientazioni esistenti, tutte perfettamente realizzate con dettagli e minuzie. Gli sfondi inoltre, in alcuni ambienti, scorreranno all’unisono col protagonista, conferendo ai movimenti una fluidità maggiore.
Eredità demoniaca
Il gioco consiste nell’esplorazione del castello di Dracula, durante la quale incontrerete sulla vostra strada svariati tipi di nemici, ognuno con un proprio pattern di attacco. Oltre alle armi principali si può fare affidamento a delle armi secondarie, che si possono equipaggiare una alla volta e il cui utilizzo consuma una variabile quantità di cuori della riserva di Alucard. Ogni tanto faranno capolino i classici boss. Man mano che il protagonista acquisisce nuove abilità saranno esplorabili altre sezioni del castello precedentemente precluse, e così via. Il sistema di potenziamento è affidato al classico level-up tramite punti esperienza: ad ogni avanzamento di livello, i parametri del protagonista aumenteranno. Sempre dal ramo degli RPG troviamo l’equipaggiamento di armi, armature, mantelli, accessori e quant’altro, ognuna conferisce allo status del protagonista un certo potenziamento di parametri; alcune attrezzature inoltre gli conferiscono alcune abilità uniche.
Symphony of the Night ha portato alla saga numerose novità sul lato del gameplay. Non essendo il protagonista un membro della famiglia Belmont, i cui esponenti combattono prevalentemente con la frusta, Alucard cambia alla base il modo di combattere. Egli utilizza spade di vario genere e si serve di scudi che possono essere utilizzati per parare armi da lancio. Inoltre il protagonista è capace di servirsi di incantesimi e di diverse trasformazioni vampiresche: pipistrello, lupo e nebbia. Sono stati inseriti anche i Famigli, creature infere che resteranno al fianco del protagonista per aiutarlo in combattimento e nell’esplorazione. I controlli sono ineccepibili. La reazione ai comandi di Alucard è semi-perfetta, in particolar modo nei salti si rivela precisa e affidabile. Purtroppo non si può dire lo stesso per i comandi nelle sue versioni trasformate; in quel caso i controlli diventano a tratti stressanti. Questi elementi portano il livello della giocabilità a nuove vette di qualità, un aspetto che è sempre stato il punto forte della saga. Un piccolo neo è la scarsa difficoltà di alcune sessioni e boss, ma fortunatamente già dalla seconda metà del gioco il livello si alza notevolmente.
Requiem agli dei
Gli effetti sonori di Alucard e dei vari mostri sono molto buoni. I rumori, le grida, le esclamazioni… tutto è stato reso in maniera ottima e convincente. La colonna sonora, dal canto suo, raggiunge rare vette di eccellenza. Essa è probabilmente il lato più acclamato del gioco intero, tanta è la sua magnificenza qualitativa: le musiche di Michiru Yamane hanno una notevole varietà stilistica, con melodie che spaziano dal barocco al rock. L’atmosfera gotica è perfettamente delineata dal sapiente uso di organi, cori e strumenti a tema; le tracce rock si adattano benissimo alla totalità. Solo una cosa rovina l’aspetto sonoro e ne preclude la perfezione: i dialoghi. Durante gli sporadici intermezzi in cui i personaggi si parlano assistiamo a dialoghi dalla forte inespressività; toni e le battute risultano alquanto artificiali e tutt’altro che ispirati. Davvero un peccato.
Un Castello grande un Abisso
Per essere un gioco del suo genere, Castlevania offre una buona dose di ore di gioco. Il Castello di Dracula è pieno di aree da scoprire, località nascoste e angoli da raggiungere. Da notare che sono presenti ben 2 castelli (il secondo speculare al primo), quindi doppio divertimento nello scoprirne tutti gli anfratti e i segreti. A seconda della percentuale di esplorazione del castello saranno disponibili fino a 4 finali: due “cattivi” e due “buoni”, che portano il giocatore a sforzarsi di completare l’avventura in maniera sempre più completa. Si aggiungano numerosi armi e segreti vari sbloccabili.
Per concludere
Da molti considerato la migliore incarnazione della saga, Symphony of the Night è stato senza dubbio tra i migliori giochi del suo genere e non, su PSX. Un gioco decisamente epico e dall’atmosfera unica, che saprà trascinarvi per ore davanti allo schermo senza che ve ne accorgiate, tanto è il coinvolgimento che la sua struttura di gioco infonde. Il profondo gameplay lo rende assolutamente godibile da giocare, e i pochi difetti hanno un peso davvero relativo sulla totalità dell’esperienza di gioco.