Call of Duty Modern Warfare 3 RECENSIONE | Una campagna che poteva dare di più
Puntuale come ogni anno ecco Call of Duty Modern Warfare 3 RECENSIONE, articolo sul nuovo episodio della serie Call of Duty che è pronto a scaldare i cuori dei milioni di giocatori appassionati della serie.
Sledgehammer Games, anche in questo 2023, ha voluto puntare sul sicuro, portando su schermo, così come dodici mesi fa, le avventure della Task Force 141, nel nuovo episodio della serie Modern Warfare che è destinato a lasciare il segno, in un modo o nell’altro.
Se da un lato troviamo infatti un comparto multigiocatore come al solito ricco, variegato e pensato per venire un po’ in contro alle esigenze di tutti i giocatori, veterani e non, ma di cui parleremo in una sede più appropriata, è impossibile non rimanere in parte delusi dalla grande occasione mancata dal team di sviluppo nel confezionare una campagna veramente epica e in grado di portare avanti un buon percorso di sviluppo che, col capitolo attuale, sembra aver subito una battuta d’arresto tutt’altro che trascurabile.
Sia ben chiaro: ci troviamo comunque di fronte, per certi versi alla solita campagna di Call of Duty, spettacolare e cinematografica e discretamente interessante sul ludico per quasi tutte le missioni che la compongono, ma è chiaro sin da subito quanto tante, forse troppe, cose siano state partorite e gestite in maniera eccessivamente sbrigativa.
Se vogliamo stanno strizzando troppo l’occhio a un ecosistema narrativo frammentato e che si sta fondendo forse eccessivamente con il DNA di un comparto multigiocatore ormai diventato sempre di più e in maniera sfacciata il cuore pulsante del brand, con buona pace dei giocatori di vecchia data, che quest’anno potrebbero rimanere seriamente delusi da un comparto in single player non esattamente sopra le righe, per diversi motivi.
In attesa della recensione completa, che chiaramente arriverà dopo aver potuto provare a fondo anche il restante del pacchetto, voglio iniziare a spendere due paroline proprio sulla campagna di questo Call of Duty Modern Warfare 3, che nel complesso rimane comunque piacevole ma, onestamente, poteva e doveva essere molto di più.
Call of Duty Modern Warfare 3 RECENSIONE | Riparte la caccia all’uomo
Il pericolo, quando si tratta di Call of Duty, è sempre dietro l’angolo e, soprattutto, possiede tanti volti diversi. In Call of Duty Modern Warfare 3 questi ha il volto dello spietato quanto meravigliosamente congegnato Vladimir Makarov, un terrorista desideroso di mettere sotto il proprio dominio l’Urzikstan e i suoi alleati.
Makarov, lo dico subito, è uno di quei personaggi che, per quanto orribili sul piano morale, farete fatica a non amare. Il villain creato dal team di sviluppo è uno dei migliori della serie e in generale rappresenta uno dei volti più interessanti del medium videoludico recente, ed è un vero peccato che i ragazzi californiani non abbiano saputo sfruttare a dovere la sua potenza narrativa e la sua carica autoriale.
La trama di Call of Duty Modern Warfare 3, infatti, per quanto potenzialmente molto interessante, anche per il suo saper strizzare molto bene l’occhio a produzioni cinematografiche in linea con i temi trattati, fatica veramente tanto a ingranare, al netto dell’ottimo potenziale di cui vi ho già parlato.
Durante le circa quattro ore necessarie per completare la storia, che già di per sé rappresentano un campanello d’allarme per tutti gli appassionati del comparto per giocatore singolo della produzione, lo scandire della storia si è rivelato quasi sempre troppo dispersivo e, soprattutto, privo di quella carica di adrenalina che da sempre contraddistingue i capitoli della serie.
La caccia a Makarov, desideroso di mettere le mani sul pericoloso gas che i giocatori di Warzone conosceranno bene (ma ne parliamo dopo), prosegue in maniera troppo frammentata e con pochi spunti narrativi veramente interessanti, palesando, forse, una mancanza di idee veramente originali congeniali per rendere l’esperienza di gioco più accattivante.
Per intenderci, se nei capitoli precedenti i più esigenti hanno avuto sempre quella sensazione di trovarsi di fronte a un muro di nemici da uccidere in un corridoio gigante da percorrere, in questo Call of Duty Modern Warfare 3, purtroppo, non ci si discosta più di tanto da questa affermazione.
Le quattordici missioni che tentano di unire i punti di una trama che sullo sfondo risulta anche interessante non riescono a tenere incollati sempre perfettamente tutti i vari tasselli, al netto di un character design sempre e comunque superlativo, che va al di là dell’ottimo villain principale e dei soliti veterani che si susseguono sullo schermo.
Fondamentalmente, il problema principale di questa campagna non risiede tanto nella sua carenza di idee ma piuttosto nella scarsa voglia degli sviluppatori di provare a sperimentare qualcosa di nuovo, magari prendendosi qualche rischio in più. Il quadro narrativo sembra sempre spezzarsi da capitolo in capitolo, fatica a rimanere attaccato e questo è anche a causa della scelta di Sledgehammer di voler creare un universo unico, includendo anche Warzone.
Del resto, chi ha giocato la campagna del vecchio titolo senza passare per Warzone, che ovviamente non è esattamente il nirvana dei giocatori di vecchia data legati principalmente alla campagna single player del gioco, si troverà a fare fatica a unire alcuni punti di una storia che vuole un po’ strafare, in tal senso, strizzando un po’ l’occhio ai vari “Remedyverse”, ma che in fin dei conti fa un po’ troppa fatica a rimanere attaccato.
Quello che viene fuori è dunque un quadro confusionario e soprattutto troppo inconcludente, che non riesce a dare un senso agli eventi e li lascia aperti volutamente, magari proprio per continuare a lavorare sui collegamenti con l’ecosistema di cui vi parlavo poc’anzi.
Questa scelta si riversa inevitabilmente sulla qualità del racconto che, proprio anche per questo motivo, non riesce a sfruttare il grande potenziale dei suoi protagonisti, compresi i volti storici del brand e anche e soprattutto di un villain carismatico come Makarov che finisce schiacciato dal peso delle scelte non esattamente felici del team di sviluppo.
L’arte della guerra, secondo Sledgehammer
Sul piano del gameplay e della struttura della campagna, l’offerta contenutistica di Modern Warfare 3 si mantiene molto in linea con quanto visto nei precedenti capitoli, seppur non mancano alcune introduzioni di rilievo ma che non riescono a centrare appieno il loro obiettivo di partenza.
Una delle novità più interessanti e su cui il team di sviluppo ha spinto parecchio anche in fase di presentazione del gioco è sicuramente quella delle Open Combat Mission, delle missioni che, praticamente, strizzano l’occhio in maniera decisa a quello che un po’ il corso più recente del marchio e, in generale, di tutto il sistema videoludico del genere.
Per farla breve, queste missioni si muovono in maniera molto simile a quelle che sono le partite di Warzone. Il giocatore è chiamato a calarsi in un’ampia area in cui è possibile andare a caccia di numerosi oggetti, segreti e materiali in maniera completamente libera.
Se a un primo sguardo questa formula potrebbe risultare anche interessante, portando avanti le suddette missioni ci si accorge rapidamente che la loro formula è tremendamente ripetitiva, fino a risultare noiosa già dopo pochi minuti di gioco.
Le nuove OCM di Call of Duty Modern Warfare 3, dunque, perdono mordente praticamente sin da subito e si uniscono al restante gruppone dell’offerta ludica che, al pari di esse, non risulta particolarmente encomiabile dal punto di vista della varietà delle situazioni di gioco.
Alcune missioni, onestamente, le ho trovate davvero ben fatte, interessanti e appaganti da un punto di vista ludico e strutturale, ma nel complesso il lavoro svolto dal team di sviluppo è ancora una volta freddo e poco ispirato.
Con questo, comunque, non voglio dire che la campagna è noiosa, anzi, ma è oggettivamene meno ispirata anche dello stesso capitolo dell’anno scorso, che ho trovato decisamente interessante, seppur devo ammettere che il finale mi ha lasciato a bocca aperta, oltre a farmi scendere qualche lacrima di troppo anche per i miei standard.
In ogni caso, è doveroso sottolineare che gran parte del merito del “salvataggio” di questa carriera è dovuto al sontuoso gunplay, che si dimostra ancora una volta in grande spolvero, anche quest’anno.
Il sistema di shooting questo Call of Duty Modern Warfare 3 è più veloce e ancor più frenetico, e riesce a restituire un feeling molto appagante anche sul piano della fisica generale, grazie a una maggiore credibilità di fattori come i colpi inflitti, il loro impatto sulle superfici e sui corpi stessi dei nemici.
Proprio parlando di nemici, in questo capitolo si registra un buon passo avanti in termini di IA, specialmente ai livelli di difficoltà più elevata. Ho trovato gli avversari decisamente più furbi e meno desiderosi di giocare al manichino semovente rispetto al passato, cosa che ha reso gli scontri armati decisamente più interessanti e meno lineari.
Luci e ombre dall’Urzikstan
In Call of Duty Modern Warfare 3 sotto il profilo tecnico e audiovisivo, il lavoro svolto dal team di sviluppo si è dimostrato, come un po’ accade da diverso tempo a questa parte, sempre molto solido e di ottimo livello.
Grazie a una grande varietà di scenari, che hanno il merito, tra le altre cose, di far schizzare in alto l’asticella qualitativa di un motore grafico che riesce a rimanere ancora al passo coi tempi, e alla solita maestria nella modellazione di un cast sempre ricco e variegato, il capitolo quest’anno si difende molto bene, senza particolari guizzi qualitativi, e rimane molto bello da vedere, da vivere e, perché no, da sentire, possibilmente con un buon device audio a supporto.
In Call of Duty Modern Warfare 3 a subire i miglioramenti più evidenti sono, per l’appunto, fattori come l’illuminazione e in generale la resa dei particellari, che giocano un ruolo fondamentale nell’economia di una produzione sempre e comunque in grado di fare una buonissima figura.
La resa degli shader è veramente superlativa, e lo si evince in particolare analizzando i riflessi delle luci sulle armi o sulle superfici acquatiche, in cui il colpo d’occhio generale si presenta veramente in gran forma, seppur senza particolari strattoni qualitativi rispetto al precedente capitolo dell’anno scorso.
Rimanendo in tema, anche la resa dei particellari, come detto prima, si è rivelata molto piacevole. Elementi come il fuoco delle esplosioni ma anche il semplice sudore sui volti dei protagonisti sono sempre più imponenti tecnicamente, così come la modellazione poligonale, che si rivela ancora una volta di grande caratura.
Ancora una volta, il lavoro svolto sulle animazioni dei personaggi principali di Call of Duty Modern Warfare 3 è di primissimo livello, in particolare quelle facciali, che aiutano a dare alla produzione una valenza sempre che risultano veramente sempre più appagante e fotorealistica. Anche sul piano dell’ottimizzazione il lavoro svolto da Sledgehammer sembra essere molto convincente.
Call of Duty Modern Warfare 3 gira molto bene anche su console, al netto degli ovvi maggiori risultati ottenuti dalle versioni PC negli ultimi anni, e in particolare su Xbox Series X, versione da noi testa in fase di recensione, i risultati ottenuti sono molto convincenti.
Ho provato il gioco sia su un televisore da 50” con supporto a VRR, freesync e ALLM con una risoluzione di 4K e un frame-rate di 60fps sia su un monitor da gaming con una risoluzione massima di 1440p e un refresh rate a 120hz, con risultati molto validi, in ambedue i casi, senza particolari affanni e senza incertezze varie, nemmeno nei momenti più concitati.
Ovviamente, mi voglio riservare di valutare nel complesso tutto Call of Duty Modern Warfare 3 anche considerando le prestazioni del comparto multigiocatore, ma almeno per quanto concerne la componente offline, il risultato sembra veramente di ottimo livello.
Ottimo, infine, il sonoro. Sia il sound design di esplosioni, resa delle armi, ma anche dei semplici passi sull’asfalto o su materiali diversi restituiscono un feedback di spessore, così come il doppiaggio, anche quello italiano, si dimostrano sempre di ottimo livello. L’interpretazione dei nostri attori è veramente sempre di grosso spessore, cosa che aiuta tantissimo l’immersività generale dell’esperienza.
Molto buona è anche la colonna sonora di Call of Duty Modern Warfare 3, che ormai è diventata sempre di più una delle punte di diamante del marchio Call of Duty e che anche quest’anno si conferma a ottimi livelli.
In conclusione
In definitiva, la campagna di Call of Duty Modern Warfare 3 poteva dare molto di più. L’ottimo villain, Makarov, e un gameplay sempre più appagante non sono stati sfruttati appieno, a causa di una struttura troppo lineare delle missioni e di una trama troppo frammentata e, per certi versi, inconcludente.
Anche le nuove OCM non hanno inciso più di tanto e, anzi, rappresentano forse uno degli aspetti meno riusciti di questa nuova ondata di contenuti pensati per i lupi solitari.
Per questi giocatori, purtroppo, il computo finale è tutt’altro che idilliaco, mentre per tutti gli altri, quelli appassionati anche alla componente multigiocatore del gioco, l’appuntamento con il responso definitivo è fissato per le prossime settimane, quando avrò un quadro completo del gioco e della sua offerta ludica nella sua totalità.