Call of Duty: Ghosts – Call of Duty: Ghosts
Elias è un padre premuroso oltre che un eroe di guerra. I ricordi fluiscono veloci nei suoi racconti ai figli, così, in men che non si dica, ci ritroveremo catapultati nel passato per vivere in prima persona la nascita della élite dei Ghosts. Questi si resero protagonisti di una strenua resistenza durante l’invasione nemica, salvando un ospedale civile. Fu un vero e proprio massacro, perciò i soldati sopravvissuti decisero di sparire dalla circolazione, diventando dei veri e propri fantasmi appunto, vendicando i commilitoni caduti in quell’assedio. Da questo tuffo nel passato torniamo nel presente, in cui gli Stati Uniti sono attaccati dalla loro stessa creazione, l’Odin, un satellite-arma spaziale caduto nelle mani della Federazione, una coalizione di stati sudamericani. La nuova guerra mondiale è alle porte. Infinity Ward ci spedisce dieci anni in avanti, quando il continente americano è un teatro di conflitti continui. Vestiremo i panni di Logan e di suo fratello Hesh dei Ghost, saremo in compagnia anche del cane da battaglia Riley. Il nostro compito sarà quello di resistere alle truppe di Rorke e organizzare la resistenza nordamericana, tenendo alto il nome dei Fantasmi.
Una campagna dalle buone premesse che non si svolge nella maniera desiderata. In fin dei conti dura sulle cinque ore scarse, in questo modo i personaggi non vengono sviluppati a dovere ma rimangono sempre un po’ stereotipati. Molti momenti clou sembrano totalmente riciclati dal passato, quindi avremo un forte senso di deja vu. Scordatevi i bivi e le scelte di Black Ops II. Cosa offre di nuovo questa campagna rispetto a quelle passate? Molto poco a dire il vero, salvo l’utilizzo del cane Riley. Una buona trovata che darà al gioco un’ottima piega stealth. Potremo controllare il segugio a distanza tramite un apparecchio elettronico e impartirgli comandi basilari di movimento e di attacco. Peccato che dopo un inizio sfolgorante, il nostro cane scomparirà del tutto per poi ritornare solo verso la fine. Le nuove ambientazioni sono buone, anche se sparare nello spazio o sott’acqua con la stessa facilità con cui si fa sulla terraferma fa sorridere.
Le modalità di gioco sono una decina in totale e ritroveremo le classiche Team Deathmatch, Kill Confirmed e Domination, con l’aggiunta di Blitz, dove segneremo punti entrando in determinate aree della mappa, Search and Rescue, in cui dovremo far saltare obiettivi, eliminare nemici e rubare loro le tag per evitare il respawn, Cranked, in cui dopo un’uccisione dovremo compierne un’altra o un assist entro trenta secondi o moriremo e infine Grind, dove ruberemo le tag per portarle in un determinato luogo e nasconderle. Per ultime Infected e Hunted.
Il soldato perfetto
Un paragrafo a parte merita la modalità Extinction, paragonabile a quanto visto in Zombie di Treyarchiana memoria. Questa è una multiplayer cooperativa, indipendente dalla trama principale. Ci ritroveremo ad affrontare degli alieni, inizialmente con una sola pistola per poi sbloccare altri pezzi del nostro arsenale grazie a quanto compiuto sul campo. Dovremo proteggere dagli attacchi degli extraterrestri e, con una trivella, distruggere i loro nidi. Apparentemente può sembrare un po’ ripetitivo, ma in quattro diverte molto e la difficoltà calibrata in maniera eccelsa vi terrà occupati per parecchie ore. Le aree che ci ritroveremo ad affrontare sono dodici e servirà un grande lavoro di squadra per poterlo fare al meglio. Gli alieni sono avversari parecchio coriacei da sconfiggere, come nel caso dei Rhyno o Scorpion, i quali sputeranno acido a distanza.
Tecnica
Il tanto sbandierato nuovo motore grafico è risultato essere un semplice upgrade di quello precedente. Una vera e propria delusione. Il gioco gira a 60 fps, anche se l’aliasing non è per nulla soddisfacente con scalettature enormi e i colori parecchio scialbi. Anche le animazioni risultano abbastanza innaturali, soprattutto per quanto concerne il fido cane Riley. Buono invece il sonoro, anche se nettamente inferiore rispetto alle incarnazioni precedenti.
Concludendo
Call of Duty Ghosts doveva sorprendere con fuochi d’artificio sia graficamente che dal punto di vista delle meccaniche di gioco, purtroppo la minestra è sempre quella. Il comparto tecnico è il medesimo degli anni precedenti se non addirittura inferiore, mentre il gameplay è ancora più fastidiosamente frenetico rispetto al passato. Inutile dire che gli appassionati rimarranno soddisfatti grazie anche alla divertente Extinction, ma l’involuzione di Infinity Ward rispetto a quanto svolto da Treyarch l’anno passato è a dir poco lampante.