Call of Duty Advanced Warfare
Puntuale oramai come un orologio svizzero ecco arrivare l’appuntamento annuale con la saga di Call of Duty. Un appuntamento molto atteso da tutti gli appassionati e per certi versi che porta dentro di sé molte incertezze e molte attese come quelle ad esempio se la formula di gioco ha saputo rinnovarsi o meno oppure ancora se la campagna principale sarà più curata rispetto al già ottimo multiplayer e così via. Il nuovo capitolo ad opera degli Sledgehammer Games mette sul piatto parecchie novità importanti sia a livello di gameplay che di modalità. Vediamo che cosa abbiamo potuto carpire nel dettaglio di questo Call of Duty Advanced Warfare.
Il mondo del futuro
Per la nostra analisi dettagliata partiamo in primo luogo dalla campagna princpale che nel corso degli anni ha visto un vero e proprio climax di livello cinematografico, con episodi degni del grande cinema di Hollywood. Possiamo tranquillamente dire che l’impostazione di di Sledgehammer Games non è tanto diversa dai suoi predecessori. Il setting in questo caso specifico è ancora un ipotetico futuro, attorno all’anno 2055. Le guerre a livello mondiale sono combattute in particolar modo da agenzie private che in si contendono così grandissime fette di mercato. Una delle più grandi in questo senso è certamente la Atlas, società dalle grandissime potenzialità e dalle ricchezze sconfinate che quindi offre ai propri dipendenti tutte le migliori tecnologie. I soldati della Atlas sono quindi dei guerrieri cibernetici dotati degli equipaggiamenti più avanzati come un escoscheletro che fornisce a chi lo indossa abilità fuori dal normale. La Atlas è gestita con il pugno di ferro dal magnate senza scrupoli Jonathan Irons che nel titolo avrà le sembianze del grande Kevin Spacey. Noi vestiremo la divisa di Jack Mitchell che verrà convinto a diventare parte dell’Atlas proprio da Irons, dopo che quest’ultimo avrà perso suo figlio in battaglia, per certi versi proprio per colpa di Mitchell stesso. Per evitare di spoilerare troppo potremo dirvi che ci ritroveremo ben presto in un conflitto di scala mondiale e dovremo quindi andare da un capo all’altro del globo, dalla Sud Corea alla Nigeria, per tentare di farlo finire. Detta così capirete bene che la trama non offre guizzi particolarmente brillanti ed effettivamente le sorprese non saranno moltissime. Sledgehammer in questo Call of Duty Advanced Warfare ha comunque voluto puntare il dito in maniera importante nei confronti della politica espansionista e imperialista americana, anche se lo ha fatto con non pochi clichè come è evidente ad esempio dai vari comprimari delle varie missioni.
La campagna risulta comunque meglio orchestrata rispetto a quanto visto in Ghost senza alcuna ombra di dubbio, anche se non di livello come quanto visto in Black Ops II con i suoi bivii narrativi. La sensazione è purtroppo infatti ancora quella di un copione già scritto in cui la libertà sarà parecchio limitata. L’introduzione degli escoscheletri ad esempio, nel single player, spiazzerà molto spesso per le limitazioni che ci troveremo a provare, poiché ad esempio alcune funzioni, come l’arrampicata per sentieri impervi sarà limitata a solo alcune fasi delle missioni facendoci sentire molto spesso imbrigliati in tali situazioni pre calcolate. La varietà nelle varie missioni è comunque garantita grazie alle varie tipologie ma un maggiore grado di libertà all’interno delle stesse sarebbe stato parecchio apprezzato. In totale la campagna vi terrà impegnati per circa sei ore in totale.
Giochiamo al massacro
Passiamo al piatto forte dell’offerta, ovvero la modalità multiplayer naturalmente. In questo caso invece Call of Duty Advanced Warfare innova davvero, prendendo spunto dal passato e da tutte le ottime features dei capitoli precedenti e introducendo inoltre dinamiche completamente nuove e innovative. La differenza con il single player è evidente perfino nell’interfaccia dello schermo. Tutto è meno spettacolare e realistico ma molto più pratico ed efficiente. Troveremo a schermo per esempio nuovamente la mini mappa e le streaks in basso. Le scorestreaks in questo caso potranno finalmente essere scelte senza alcun tipo di limitazione dal punto di vista della classe e potremo perfino potenziarle con dei bonus. Potremo usfruire quindi di torrette a raggi laser, uav che renderanno inoperativi i radar degli avversari o ancora razzi dalla portata megatonica per sbarazzarsi di numerosi nemici in un colpo solo. L’estrema personalizzazione del nostro personaggio è rappresentata anche dai tredici slot del pick thirteen che potranno essere riempiti con armi, perk o scorestreak di vario genere, un po’ come accadeva nel caso di Black Ops 2. Anche il nostro esoscheletro potrà essere personalizzato con varie abilità come energia potenziata, velocità maggiorata o possibilità stealth. Tale armatura esterna inoltre, grazie alla tanto chiacchierata possibilità del doppio salto, consentirà strategie verticali molto spiccate. Per i più anziani di voi tutto questo avrà un fortissimo retrogusto di arena shooter alla Serious Sam tanto per intenderci.
I programmatori hanno volutamente reso la quantità di colpi per abbattere un nemico parecchio elevata così che nel caso in cui subirete un attacco alle spalle ad esempio avremo parecchie possibilità di reagire e quindi sopravvivere. Questo elemento è stato introdotto soprattutto per le svariate critiche ricevute nel post Ghost, dove quasi valeva la regola dell’un colpo una morte. Le mappe nella loro globalità sono tredici e tutte sviluppate ad ampio respiro proprio per consentire la possibilità anche di attacchi dall’alto. Con le nuove modalità dinamiche inoltre è preferibile spostarsi in continuazione e quindi i camper sono avvisati. Le novità principali in questo senso sono rapresentate da Uplink, che è già parte delle modalità da torneo competitive e Momentum, in cui due squadre dovranno contendersi il possesso di ben cinque basi sulla mappa. Ritornano a grande richiesta poi le modalità hardcore e quella classica, in cui gli esoscheletri sono banditi. È stata aggiunta anche la modalità cooperativa Exo Suit in cui assieme a tre compagni dovremo resistere alle orde di nemici che diventeranno sempre di più.
Il soldato del 2000
In questo capitolo di Call of Duty potremo operare svariate personalizzazioni a livello di equipaggiamento e abilità del nostro soldato, come già ribadito qualche riga più in su. Forse prima però non abbiamo esplicitato come tali personalizzazioni saranno possibili anche a livello estetico. Il nostro avatar in battaglia potrà essere reso unico e speciale tramite capi di abbigliamento e accessori vari, come occhiali ed elmi, che saranno reperibili in casse nascoste sul campo di battaglia. Stesso discorso vale per le armi disponibili che rendono Call of Duty Advanced Warfare uno dei capitoli con l’arsenale più fornito di sempre. Le armi sono state tutte comunque ottimamente bilanciate e infatti se ad esempio un fucile avrà una potenza di fuoco smisurata, altrettanto non si potrà dire della sua mira o agilità nell’uso e così via.
Per quanto riguarda il comparto tecnico il titolo si difende molto bene con una grafica questa volta realmente next gen e i 1080p nativi su Playstation 4, la versione da noi testata. Ottime le luci inoltre, così come il rendering e il comparto sonoro a livello di effetti e doppiaggio.
[signoff icon=”quote-circled”]Ancora una volta un ottimo Call of Duty che però non rappresenta a pieno la svolta tanto ricercata dagli appassionati. Solito discorso di sempre: ottimo multiplayer e campagna puramente accessoria. Prendere o lasciare. [/signoff]